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La riforma del Csm ancora non c'è, ma la magistratura già minaccia lo sciopero

Redazione

Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, avvisa il governo: "Correggere le storture della riforma o sarà sciopero, come ai tempi di Berlusconi". Le correnti spingono per la protesta 

La riforma del Csm ancora non c’è, ma la magistratura già minaccia lo sciopero. Il copione è già visto e sembra rievocare la stagione del conflitto tra Berlusconi e i giudici. Nei giorni scorsi, in un’intervista a La Repubblica, il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, ha affermato che la magistratura è pronta allo sciopero se la riforma elaborata dalla Guardasigilli Marta Cartabia non sarà cambiata: “Un sistema democratico ha bisogno di una magistratura libera e non impaurita – ha affermato – Spero ci sia ancora tempo per correggere le storture di questa riforma”.

 

Il presidente dell’Anm ha poi aggiunto che i magistrati sono “molto preoccupati”, sostenendo che il testo di riforma che sta venendo fuori dalle riunioni tra i partiti di maggioranza e la ministra “riporterà la magistratura al periodo pre-costituzionale”: “Dietro le parole d’ordine della meritocrazia e delle valutazioni di qualità si nasconde la voglia di gerarchizzare tutti i magistrati, fare sentire loro il timore della soggezione ai capi e allo stesso Csm, che vedrà messa in pericolo la funzione di garanzia che la Costituzione gli assegna”. Per queste ragioni, Santalucia si augura fortemente che la magistratura non sia costretta a indire uno sciopero “come non succedeva dai tempi del governo Berlusconi”.

 

Come se non bastassero le parole del presidente dell’Anm, nella giornata di lunedì tutte le correnti della magistratura (Magistratura indipendente, Unicost, Area  e Autonomia e Indipendenza) hanno chiesto che l’Anm si mobiliti immediatamente con proteste e scioperi.

 

Magistratura indipendente, la corrente più conservatrice delle toghe, per bocca del suo segretario Angelo Piraino, ha affermato: “Ci troviamo costretti a chiedere che l’Anm si mobiliti immediatamente e che vengano adottate tutte le forme di protesta più efficaci, per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sul grave stravolgimento della Costituzione che sta per essere realizzato”. Anche la corrente di Autonomia e Indipendenza ha chiesto all'Anm di proclamare lo sciopero per far conoscere all'opinione pubblica la forte opposizione dei magistrati a una riforma che contiene norme "punitive" e in contrasto con la Costituzione e che finiranno per ripercuotersi sulla qualita' del servizio offerto ai cittadini.

 

"Chiederemo di proclamare lo stato di agitazione, che preveda una serie di manifestazioni intermedie a partire da un'assemblea straordinaria dell'Anm e si concluda, se nulla cambia, con lo sciopero", ha affermato Eugenio Albamonte, segretario di Area, il gruppo che riunisce le toghe di sinistra. Anche la corrente centrista Unicost con una nota ha annunciato: "Se davvero dovessero essere approvati provvedimenti distonici con i principi costituzionali, come il fascicolo della performance e la modifica dell'articolo 2 della legge delle guarentigie, sarebbe un grave passo indietro dell'ordinamento democratico, che il paese non puo' permettersi. Di fronte a simili prospettive, la magistratura non potra' rimanere di certo in silenzio e la mobilitazione, che si auspica unitaria, sara' necessaria".

 

La riunione in cui l’Anm prenderà posizione sulle iniziative di mobilitazione è fissata per il 19 aprile, la stessa data in cui è previsto l’approdo del testo di riforma del Csm all’aula della Camera. Insomma, la magistratura è pronta per l’ennesima guerra alla politica, per bloccare ogni ipotesi di riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario.

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