L'arresto di Battisti e il governo “indecente”

L'accusa dell'Unione camere penali: “Una pagina tra le più vergognose e grottesche della nostra storia repubblicana”. E sul video del Guardasigilli Bonafede: “Sconcertante”

Pubblichiamo la dichiarazione della Giunta dell'Unione delle camere penali italiane sulla “sceneggiata organizzata dal governo in occasione dell’arrivo a Ciampino del detenuto Cesare Battisti”. Il video – citato anche nel testo dell'Ucpi – è invece tratto dal profilo Facebook del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.


   

La politica in favore di telecamera, oltre ogni limite di decenza

  
Quanto accaduto ieri in occasione dell’arrivo a Ciampino del detenuto Battisti è una pagina tra le più vergognose e grottesche della nostra storia repubblicana.

  

È semplicemente inconcepibile che due Ministri del Governo di un Paese civile abbiano ritenuto di poter fare dell’arrivo in aeroporto di un detenuto, pur latitante da 37 anni e finalmente assicurato alla giustizia del suo Paese, una occasione, cinica e sguaiata, di autopromozione propagandistica.

  

I ministri Bonafede e Salvini hanno ritenuto di doversi presentare in aeroporto, dove erano stati zelantemente predisposti palchetti, per esibirsi in favore di telecamera, evidentemente al fine di acquisire nell’immaginario collettivo il merito di un evento frutto, come è ben noto, del lavoro ultratrentennale dei vari governi che si sono succeduti nel tempo, al pari delle forze di polizia e dei servizi di sicurezza e di intelligence.

  

Addirittura sconcertante è che il Ministro della Giustizia abbia diffuso un video, con sinistro commento musicale, titolando di “una giornata indimenticabile”; e non ci sono state risparmiate foto ricordo del detenuto, con due agenti della polizia penitenziaria al fianco, in spregio di espliciti divieti normativi.

  

  

L’Unione delle Camere Penali Italiane esprime tutto il proprio sdegno e la propria riprovazione per questa imbarazzante manifestazione di cinismo politico in una occasione in cui lo Stato aveva già dimostrato la sua superiorità senza gratuiti clamori. Altro è esprimere legittima soddisfazione per la conclusione di una lunga latitanza di un cittadino raggiunto da plurime sentenze definitive di condanna per gravissimi fatti di sangue, altro è esporre il detenuto, chiunque egli sia, qualunque sia la sua colpa, come un trofeo di caccia, con foto ricordo al seguito.

   

Una pagina umiliante e buia di malgoverno, che rappresenta nel modo più plastico e drammatico un’idea arcaica di giustizia ed un concetto primitivo della dignità umana, estranei alla cultura del nostro Paese.

  

Roma, 15 gennaio 2019

La Giunta