Europa Ore 7

Perché la strategia graduale delle sanzioni non funziona

Zelensky attacca l'indecisione degli europei, il nuovo pacchetto e le figlie di Putin nella lista nera e Orbán conferma il veto su petrolio e gas. A quattro giorni dal voto in Francia, Macron alle prese con lo scandalo McKinsey

David Carretta

Il Parlamento europeo oggi si esprimerà sulla possibilità di introdurre un embargo totale su petrolio e gas. Intervenendo in plenaria ieri, Verhofstadt si è rivolto a Ursula von der Leyen e Charles Michel (anche se erano assenti) per chiedere loro un cambiamento 

Gli ambasciatori dei ventisette stati membri dell'Unione europea ieri non sono riusciti a dare il via libera al quinto pacchetto di sanzioni contro la Russia, a causa della richiesta di alcuni paesi di un'esenzione dall'embargo di carbone per i contratti in essere. L'approvazione formale è stata rinviata alla giornata di oggi. Ma l'episodio dimostra perché, malgrado la retorica sull'efficacia dell'Ue nell'infliggere danni all'economia russa per la guerra di Vladimir Putin in Ucraina, in realtà le sanzioni non funzionano come dovrebbero. Come ci ha spiegato una fonte dell'Ue, “la strategia graduale serve a nascondere le divisioni interne ai ventisette sulle singole misure. La Commissione fa il giro delle capitali e man mano toglie settori o introduce deroghe a seconda delle richieste. Il risultato è che le sanzioni perdono di efficacia”. Lunedì l'Ue sembrava sul punto di voler proporre un embargo sul petrolio. Poi sono arrivati il veto dell'Ungheria e l'opposizione della Germania. Martedì la Commissione si è accontentata dell'embargo sul carbone. Mercoledì alcuni stati membri hanno chiesto deroghe per i contratti di fornitura di carbone già firmati con la Russia. Nel frattempo, la guerra di Putin continua a essere finanziata dall'Ue. Il carbone vale circa 4 miliardi di euro l'anno. Petrolio e gas, su cui non c'è accordo unanime, valgono circa 300 miliardi l'anno.

Il Parlamento europeo oggi si esprimerà sulla possibilità di introdurre un embargo totale su petrolio e gas. La risoluzione di compromesso negoziata dai grandi gruppi prevede di differenziare i due settori energetici: “embargo immediato completo” per il petrolio (oltre al carbone e al combustibile nucleare), ma per il gas “il più rapidamente possibile”. E' la linea della Germania: non è possibile tagliare le importazioni di gas subito, perché provocherebbe la recessione. Serve tempo per trovare altri fornitori e costruire rigassificatori. Sul Foglio l'eurodeputato spagnolo di Renew (e economista) Luis Garicano ci ha spiegato che in realtà continuare a ricevere il gas russo (e finanziare la guerra di Putin) avrà un costo più alto per l'economia dell'Ue: più dura il conflitto, più ci sarà incertezza per gli attori economici e meno ci saranno investimenti. Garicano, insieme a Guy Verhofstadt, ha raccolto quasi 300 firme su una lettera per chiedere l'embargo su petrolio e gas. Il socialista Raphaël Glucksmann ha presentato un emendamento per fare in modo che il gas sia incluso nell'embargo immediato. Anche se il Parlamento europeo non ha voce in capitolo sulle sanzioni, il voto ha un valore politico e simbolico. E il risultato è altamente incerto.

Intervenendo in plenaria ieri, Verhofstadt si è rivolto a Ursula von der Leyen e Charles Michel (anche se erano assenti) per chiedere loro di cambiare strategia sulle sanzioni. “Ora è in vigore il quarto pacchetto di sanzioni. E oggi è stato annunciato il quinto pacchetto. I primi quattro pacchetti non hanno funzionato. Il valore del rublo è salito alla fine. E faccio una previsione; nemmeno il quinto pacchetto funzionerà”, ha detto l'eurodeputato ed ex premier liberale belga: “Non funzionerà, ma c'è gente nei corridoi che mi dice 'Verhofstadt, sei impaziente. Aspetta ancora un po'... stiamo lavorando già al sesto pacchetto e nel sesto pacchetto tutto il petrolio che vuoi'. Beh, io possono aspettare tutta la mia vita per i vostri pacchetti, ma gli ucraini che stanno morendo a Mariupol e Bucha non possono più aspettare”, Ma “perché la vostra strategia non funziona? Perché i pacchetti graduali di sanzioni con un autocrate non funzionano”, ha spiegato Verhofstadt. “La realtà è che non funziona perché il quinto pacchetto cos'è: è carbone. E' ridicolo. E' solo il 3 per cento delle importazioni dalla Russia. Il bando da Swift? E' ridicolo. Più del 50 per cento delle istituzioni finanziarie russe è ancora fuori dal bando”.

Secondo Verhofstadt, “è tempo di cambiare la strategia. E' tempo di convocare un Consiglio europeo straordinario il più rapidamente possibile e adottare il pacchetto totale di sanzioni immediatamente per poter fare una vera differenza. Tutto il resto non funzionerà. Tutto il resto prolungherà la guerra. Tutto il resto significa più morti ucraini”. Lo stesso Michel ha riconosciuto che “prima o poi” dovranno essere prese misure contro petrolio e gas. Per parte sua, Von der Leyen ha annunciato che “queste sanzioni non saranno le ultime” e occorre prendere di mira “le entrate degli idrocarburi”. La presidente della Commissione ha evocato l'idea, originariamente proposta dalla premier estone, Kaja Kallas, di “un conto bloccato” dove mettere “una quota” delle risorse destinate alla Russia per i suoi idrocarburi. “Questo è il prossimo passo che dobbiamo fare”. Nella versione originale di Kallas, il conto bloccato deve servire a finanziare la ricostruzione dell'Ucraina. Nella versione di von der Leyen, i soldi rimarrebbero della Russia ma verrebbero congelati in attesa di un cessate il fuoco. Sarebbe l'ennesimo tentativo di far male a Putin, ma non abbastanza da spingerlo a tagliare le forniture di gas. Nel frattempo, la guerra va avanti, Gazprom incassa e Putin può continuare a finanziare la sua guerra.

 


Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 7 aprile, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

Zelensky attacca l'indecisione degli europei - Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ieri ha criticato “l'indecisione” di alcuni leader europei nelle sanzioni contro la Russia. “Non  riesco a tollerare alcuna indecisione dopo quello che abbiamo attraversato”, ha detto Zelensky in un discorso davanti al Parlamento irlandese. “Nel momento in cui tutto il mondo è al corrente dei crimini commessi contro il nostro popolo, dobbiamo continuare a convincere imprese europee a lasciare il mercato russo, dobbiamo continuare a convincere uomini politici stranieri a tagliare i legami delle banche russe con il sistema finanziario internazionale, dobbiamo continuare a convincere l'Europa che il petrolio russo non può più finanziare la macchina da guerra russa”, ha spiegato Zelensky. Secondo il presidente ucraino, alcuni dirigenti politici e economici europei “pensano sempre che la guerra e i crimini di guerra non sono cose tanto terribili come perdite finanziarie”. A proposito di Zelensky, oggi è giovedì e sul Foglio esce il nuovo numero della rubrica “EuPorn - il lato sexy dell'Europa”, che è la sorella maggiore di questa newsletter. Paola Peduzzi e Micol Flammini spiegano perché l'Ue farebbe bene a dare un bacio all'Ucraina. Zelensky non parla più di adesione perché si aspettava un calore che non è arrivato, mentre Bruxelles fatica a superare il tabù dell'allargamento. E' ora di rinnamorarsi.

Il nuovo pacchetto e le figlie di Putin nella lista nera - Abbiamo messo le mani sulle bozze del quinto pacchetto di sanzioni dell'Ue contro la Russia che sono state discusse ieri dagli ambasciatori dei ventisette stati membri. Tra gli individui colpiti dalla nuova tranche di sanzioni c’è Viatcheslav Moshe Kantor, oligarca di origini israeliane vicino a Putin, il giornalista russo Pavel Gusev, ex direttore del Moskovskij Komsomolets e capo dell’unione giornalisti russi, Sergei Mikhailov, direttore generale dell’agenzia Tass, l’imprenditore Grigory Berezkin, considerato “lo scagnozzo” di Putin, e Boris Rotenberg, capo della SGM, l’altra Gazprom. Ci sono anche Maria Vorontsova e Katerina Tikhonova, le due figlie che Putin ha avuto dall’ex moglie Lyudmila Shkrebneva.

Orbán conferma il veto su petrolio e gas - Ringalluzzito dalla sua schiacciante vittoria nelle elezioni di domenica, Viktor Orbán ieri si è prestato a una conferenza stampa con la stampa nazionale e internazionale. L'esercizio è stato surreale, tra giornalisti stranieri che chiedevano conto a Orbán della sua deriva illiberale interna e internazionale e la stampa amica che offriva al premier domande per attaccare l'opposizione. Tra i temi affrontati, c'erano anche le relazioni con l'Ue e con la Russia. Sullo stato di diritto, secondo Orbán, la cosa più importante è mantenere l'alleanza con la Polonia (perché protegge l'Ungheria con il suo veto nella procedura dell'articolo 7). Sulla Russia, Orbán ha ribadito che Budapest non fornirà armi all'Ucraina e si opporrà all'estensione di sanzioni contro la Russia su gas e petrolio. Orbán è intenzionato a rompere l'unità europea sulle sanzioni già adottate. Il premier ungherese ieri si è detto disponibile a pagare le forniture in rubli come chiesto da Putin. Sul Foglio Micol Flammini spiega che il nazionalismo di Orbán è decisamente russo.

Diciassette stati membri chiedono aiuto alla Commissione sulla dipendenza russa - La Commissione ha annunciato che offrirà aiuto a 17 stati membri per uscire dalla loro dipendenza dai combustibili fossili russi nell'ambito del piano REPowerEU. L'assistenza tecnica riguarda le politiche, le riforme e gli investimenti in settori come la diversificazione dei fornitori, l'accelerazione della transizione verso le rinnovabili e il miglioramento dell'efficienza energetica. I 17 paesi che hanno chiesto aiuto sono Belgio, Bulgaria, Repubblica ceca, Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Croazia, Italia, Cipro, Ungheria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia e Finlandia.

C'è Draghi dietro la decisione di congelare le riserve di Putin - Il Financial Times ha ricostruito le ore e le trattative che hanno portato alla decisione a sorpresa degli Stati Uniti e dell'Ue di congelare le riserve all'estero della Banca centrale europea. Nel lungo racconto tra Bruxelles e Washington emerge il ruolo decisivo del presidente del Consiglio, Mario Draghi. E' stato lui a proporre questa misura, che ha sorpreso non solo la Russia, ma anche altri attori internazionali, perché trasforma la finanza in vera e propria arma. E' stato sempre Draghi a convincere con la sua magia per convincere il segretario al Tesoro americano, Janet Yellen.

Michel vuole offrire l'asilo ai disertori russi - Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ieri si è detto favorevole a offrire l'asilo ai soldati russi che disertano e chiedono protezione nell'Ue. Intervenendo davanti al Parlamento europeo, Michel ha lanciato un appello ai soldati russi a “deporre le armi, smettere di combattere e lasciare il campo di battaglia”. Il presidente del Consiglio europeo ha spiegato di aver sentito proposte per “dare asilo a questi soldati che disobbediscono agli ordini. Questa è un'idea di valore che deve essere perseguita”. Michel legge questa newsletter? Il 2 marzo sul Foglio avevamo proposto di concedere la protezione temporanea ai disertori di Putin. Al Parlamento europeo, Michel ha assicurato che "Vladimir Putin non può vincere e non vincerà questa guerra, perché alla fine sono i valori europei della democrazia e della libertà che prevarranno".

Il Consiglio sblocca 3,5 miliardi per aiutare i paesi membri con i rifugiati - Il Consiglio dell'Ue ieri ha approvato la proposta della Commissione che consente agli stati membri l'accesso immediato a maggiori finanziamenti iniziali di REACT-EU (il programma di assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d'Europa) per l'accoglienza e il sostegno dei rifugiati ucraini. La quota più elevata sarà versata agli Stati membri che registrano un maggior numero di arrivi, sia come paesi di transito che come paesi di destinazione finale. Il prefinanziamento della quota per il 2021 di REACT-EU sarà aumentato dall'11 per cento al 15 per cento per tutti gli stati membri e al 45 per cento per i paesi in cui l'afflusso di rifugiati dall'Ucraina superava l'1 per cento della rispettiva popolazione alla fine del primo mese successivo all'invasione russa. I paesi che riceveranno un prefinanziamento del 45 per cento sono Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia, Austria, Bulgaria, Repubblica ceca, Estonia e Lituania. E' stata introdotta l'opzione di un costo unitario per persona per facilitare e velocizzare la concessione dei fondi. Il costo unitario per rifugiato è di 40 euro a settimana e può essere utilizzato per la durata massima di 13 settimane a partire dalla data di arrivo.

La Commissione raccomanda di riconoscere le qualifiche dell'Ucraina - La Commissione ieri ha raccomandato agli stati membri di riconoscere le qualifiche accademiche e professionali dei rifugiati che scappano dalla guerra in Ucraina, fornendo orientamenti e suggerimenti pratici alle autorità per assicurare un processo di riconoscimento rapido, equo e flessibile. "Il diritto di accedere al mercato del lavoro è un aspetto fondamentale della protezione temporanea. Con questa raccomandazione stiamo compiendo un passo fondamentale per rendere effettivo tale diritto. Aiuterà le persone in fuga dalla guerra a trovare la strada verso ruoli gratificanti, agevolando al contempo la loro integrazione", ha detto il commissario al Mercato interno, Thierry Breton. La Fondazione europea per la formazione ha creato una piattaforma di risorse dedicata alle qualifiche ucraine. dato che i rifugiati potrebbero aver lasciato il paese senza la documentazione originali, la Commissione chiede un approccio flessibile alla gestione delle domande di riconoscimento.

La Commissione lancia riserva strategica contro attacchi nucleare - La Commissione ieri ha annunciato la costituzione di riserve strategiche per essere in grado di rispondere ai rischi per la salute pubblica dovuti a minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari (Cbrn). All'interno del meccanismo di protezione civile dell'Ue, sarà creata una scorta strategica “rescEU” da 540,5 milioni di euro in stretta collaborazione con l'Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie, che comprenderà attrezzature e medicinali, vaccini e altri trattamenti che consentano di curare pazienti esposti agli agenti Cbrn. Inoltre sarà istituita una riserva di decontaminazione “rescEU” composta da attrezzature di decontaminazione e squadre di risposta specializzate. Nell'immediato è stato effettuato l'approvvigionamento di compresse di ioduro di potassio che possono essere utilizzate per proteggere le persone dagli effetti nocivi delle radiazioni. Quasi 3 milioni di pillole allo iodio sono già state consegnate all'Ucraina attraverso il meccanismo di protezione civile dell'Ue con l'aiuto di Francia e Spagna.
 

L'Ue raccomanda la quarta dose solo ai più di 80 anni - Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e l'Agenzia europea per i medicinali (Ema) ieri hanno risposto alla richiesta degli stati membri di dare linee guida sulla quarta dose del vaccino contro il Covid-19. Secondo le due agenzie "è troppo presto per prendere in considerazione l'utilizzo di una quarta dose di vaccini Covid-19 mRNA nella popolazione generale". Tuttavia, sia l'Ecdc sia l'Ema ritengono che la quarta dose (o secondo richiamo) possa "essere somministrata agli adulti di età pari o superiore a 80 anni". Per contro, "non ci sono prove chiare nell'Ue che la protezione del vaccino contro malattie gravi stia diminuendo sostanzialmente negli adulti con sistema immunitario normale di età compresa tra 60 e 79 anni e quindi nessuna chiara evidenza a sostegno dell'uso immediato di una quarta dose", a meno che non siano "ad alto rischio". In ogni caso, finora, "dagli studi sui booster aggiuntivi non sono emersi problemi di sicurezza".

 

I vaccini pompano l'avanzo commerciale dell'Ue - Tra il 2020 e il 2021 le esportazioni dell'Ue di medicinali e prodotti farmaceutici sono aumentate da 215 a 235 miliardi di euro, portando l'avanzo commerciale del settore da 122 a 136 miliardi, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. Nel 2002 le esportazioni ammontavano ad appena 50 miliardi di euro con un avanzo di 18 miliardi. Tra gli stati membri, nel 2021 la Germania è stato il più grande esportatore con 56 miliardi, seguita da Belgio (46 miliardi) e Irlanda (38 miliardi). Le principali destinazioni delle esportazioni dell'Ue sono gli Stati Uniti (32 per cento), la Svizzera (12 per cento), il Regno Unito (7 per cento) e la Cina (6 per cento).


Il Parlamento approva la nuova governance sui dati - Il Parlamento europeo ieri ha approvato il cosiddetto Data governance act, le nuove misure per aumentare la condivisione dati all'interno dell'Ue. L'obiettivo è dare maggiore accesso ai dati per sbloccare il potenziale dell'intelligenza artificiale, promuovere la condivisione dei dati dando più controllo a cittadini e aziende e garantire un accesso equo e stimolare la condivisione volontaria dei dati. Il testo è stato approvato con 501 voti favorevoli, 12 contrari e 40 astensioni.

L'Italia sempre più vicina alla multa per le discariche - La Commissione ieri ha chiesto all'Italia di rispettare gli obblighi della direttiva relativa alle discariche di rifiuti, nell'ambito di una procedura di infrazione che ha già portato a una condanna davanti alla Corte di giustizia dell'Ue. La direttiva prevedeva la chiusura entro il 16 luglio 2009 delle discariche non conformi ai requisiti dell'Ue, a meno di fornire adeguati "piani di riassetto del sito" che consentissero loro di continuare ad accettare i rifiuti destinati allo smaltimento. Nella sentenza del 29 marzo 2019, la Corte aveva stabilito che l'Italia non è riuscita a garantire la chiusura definitiva e il risanamento di 44 discariche non conformi. Ad oggi, la Commissione ha accertato che l'Italia, pur avendo regolarmente chiuso 32 discariche, non è ancora riuscita a garantire la chiusura definitiva e il risanamento di altre 12. La Commissione ha inviato una lettera di messa in mora, dando due mesi per porre rimedio all'infrazione. In caso contrario, potrà nuovamente deferire l'Italia alla Corte chiedendo l'imposizione di una sanzione pecuniaria.

A quattro giorni dal voto in Francia, Macron alle prese con lo scandalo McKinsey - La procura nazionale finanziaria in Francia il 31 marzo ha aperto un'inchiesta preliminare per frode fiscale dopo aver preso conoscenza di un rapporto del Senato sull'influenza delle società di consulenza private sulle politiche pubbliche. La commissione d'inchiesta del Senato aveva accusato il gruppo McKinsey di ottimizzazione fiscale per dover versare al fisco francese quanto dovuto tra il 2011 e il 2020, malgrado i numerosi contratti di consulenza con i ministeri. Sul Foglio Mauro Zanon spiega perché i legami con McKinsey e altri due scandali mettono nei guai Macron alla vigilia del voto.

 


Accade oggi in Europa

– Consiglio Agricoltura e pesca

– Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti sulla situazione delle comunità rom nell'Ue; sul diritto alla riparazione; sulla salute mentale)

– Nato: riunione dei ministri degli Esteri dell'Alleanza atlantica

– Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Borrell partecipa alla riunione del G7 dei ministri degli Esteri e incontra il segretario di Stato americano, Antony Blinken

– Commissione: la presidente von der Leyen in Svezia per il via libera al piano nazionale di ripresa e resilienza

– Commissione: la vicepresidente Suica a Roma partecipa alla Conferenza del Consiglio d'Europa sui diritti dei bambini

– Commissione: i commissari Hahn e Gentiloni partecipano al Delphi Economic Forum

– Commissione: il commissario Gentiloni riceve il governatore del Consiglio della Banca europea di sviluppo, Carlo Monticelli

– Consiglio: riunione del Coreper

– Banca centrale europea: pubblicazione del resoconto della riunione del Consiglio dei governatori del 9 e 10 marzo

– Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sullo status dei giudici di pace in Italia; sentenza sulle restrizioni al gioco d'azzardo in Italia; sentenza sulla protezione dei consumatori nei contratti conclusi in via elettronica; sentenza sui risarcimenti dei passeggeri aerei per i ritardi con voli divisi in due tratte; conclusioni dell'Avvocato generale sui link agli articoli del motore di ricerca Google

– Eurostat: dati sul commercio al dettaglio a febbraio del 2022; dati sui cittadini ucraini nell'Ue nel biennio 2020 e 2021; dati sui passeggeri aerei nel 2021