Europa Ore 7

La falsa buona idea della finlandizzazione dell'Ucraina

L'Ue risponde collettivamente alle richieste individuali della Russia e insiste per la de-escalation a Kiev ma anche a Minsk. La Bce dice alle banche di prepararsi ai cyber attacchi russi; altre ingiunzioni di pagamento alla Polonia e la Slovenia al voto il 24 aprile

David Carretta

Convincere Zelensky e la maggioranza degli ucraini a fare autonomamente una scelta sovrana a favore della neutralità

Nelle cerchie diplomatiche dell'Unione europea circola sempre più l'idea che l'uscita dalla crisi di sicurezza della Russia passi dalla finlandizzazione dell'Ucraina. Che cosa significa? Come la Finlandia durante la Guerra Fredda, l'Ucraina dovrebbe avere lo status di paese neutrale tra la Russia e la Nato. Sarebbe un modo per offrire a Vladimir Putin delle garanzie di sicurezza, senza fare concessioni ufficiali su quegli impegni scritti (e giuridicamente vincolanti) sui futuri allargamenti dell'Alleanza atlantica che il presidente russo esige per non andare avanti con la minaccia di invasione.

 

Grazie alla finlandizzazione dell'Ucraina, la facciata di due principi chiave per l'occidente - la politica della porta aperta della Nato e il rispetto delle scelte sovrane sulle alleanze di sicurezza - verrebbe preservata. Lunedì, durante il suo viaggio a Mosca per incontrare Putin, Emmanuel Macron ha ammesso che la finlandizzazione è “uno dei modelli sul tavolo”. Le parole del presidente francese hanno sollevato diverse reazioni (non ultimo le proteste della Finlandia). Il giorno dopo a Kiev Macron ha rinnegato di aver usato quell'espressione. In effetti era una risposta a una domanda di un giornalista. Ma la questione della neutralità è posta. Buona o cattiva idea? Tutto dipende da quale forma prende la finlandizzazione dell'Ucraina.

 

Una delle ipotesi per bloccare di fatto le aspirazioni occidentali di Kiev (la cattiva idea) passa dall'interpretazione che fa la Russia degli accordi di Minsk. Per Putin sarebbe una vittoria maggiore: con una riforma costituzionale, verrebbe concesso alle repubbliche separatiste del Donbass un potere di veto su alcune scelte interne e internazionali dell'Ucraina. In realtà, il potere di veto sarebbe nelle mani di Mosca che controlla i separatisti delle regioni russofone. Francia e Germania flirtano da tempo con questa idea, ma è inaccettabile per il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ma anche per gli Stati Uniti. Inoltre, difficilmente potrebbe essere considerata una scelta in linea con il rispetto della sovranità dell'Ucraina

 

La seconda ipotesi (la buona idea) è di convincere Zelensky e la maggioranza degli ucraini a fare autonomamente una scelta sovrana a favore della neutralità. L'Ucraina non entrerà nella Nato in un prossimo futuro. Diversi stati membri dell'Alleanza sono contrari. Ma ufficialmente non lo possono dire per non violare il principio della porta aperta e per non offrire su un piatto d'argento una vittoria a Putin. Finora l'Ucraina ha sempre espresso la sua aspirazione ad aderire alla Nato, ma senza mai presentare una richiesta formale. Kiev dovrebbe uscire da questa ambiguità, dichiarando unilateralmente che non ha intenzione di entrare nella Nato e che sceglie lo status della neutralità. Ma non è detto che Zelensky sia disposto a un gesto di questo tipo che equivale alla capitolazione. In realtà, alla fine, la buona idea potrebbe rivelarsi una falsa buona idea.


Finlandia e Ucraina sono due storie e due situazioni molto diverse. La Finlandia fece la scelta della neutralità dopo la Seconda guerra mondiale per timore della vicina Unione Sovietica, ma la fece da nazione sovrana, democratica, con un'economia liberale e con la possibilità avvicinarsi ad altre strutture occidentali come la Comunità economica europea. L'Ucraina è una democrazia alle prime armi ed è soprattutto un paese cui è stato sottratto parte del territorio (la Crimea annessa dalla Russia), con un conflitto al suo interno e un'occupazione di fatto da parte di una potenza straniera, minacciato militarmente da oltre 100 mila soldati russi alle sue frontiere. In queste condizioni, la scelta della neutralità non sarebbe libera. Difficilmente Kiev potrebbe aspirare a entrare nell'Ue, o anche solo a collaborare, senza provocare una nuova reazione militare russa. L'annessione della Crimea e il conflitto del Donbass erano la risposta alla rivoluzione di Maidan del 2014 a favore dell'accordo di associazione Ue-Ucraina. Putin considera l'Ucraina parte della Russia. Lo status a cui pensa Putin è più quello della Bielorussia che della Finlandia.

In ogni caso, anche la finlandizzazione della Finlandia non fu tutta rose e fiori. Lo storico George-Henri Soutou, nel suo libro "La Guerre froide" ricorda che il concetto di finlandizzazione "descrive il processo attraverso il quale l'Urss potrebbe prendere il controllo della politica estera di un paese europeo senza trasformazione del suo regime interno", come invece era accaduto con i paesi del Patto di Varsavia. Il prezzo della neutralità (e del mantenere un sistema democratico e un'economia liberale) era stato l'allineamento della politica estera della Finlandia a quella del Cremlino. Non è un caso se la richiesta di entrare nell'Ue e l'adesione della Finlandia avvennero solo dopo la caduta dell'Unione Sovietica.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 10 febbraio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

L'Ue risponde collettivamente alle richieste individuali della Russia - Il ministro russo degli Esteri, Sergei Lavrov, aveva inviato una lettera a tutti i suoi omologhi degli stati membri dell'Ue, chiedendo di rispondere in modo individuale a una serie di garanzie di sicurezza per la Russia. Ma i ventisette hanno deciso di snobbare la pretesa di Lavrov e di rispondere in blocco. Sarà l'Alto rappresentante, Josep Borrell, a inviare la missiva a nome di tutti gli stati membri. Anche la Nato dovrebbe fare altrettanto. Borrell risponderà che le questioni sulla sicurezza europea devono essere affrontate nell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e in altri forum come il Consiglio Nato-Russia. Lavrov aveva invitato i suoi omologhi europei (oltre che del Canada e degli Stati Uniti) a mettere per iscritto la loro interpretazione del principio di sicurezza indivisibile, esigendo una risposta “a titolo nazionale”. Lavrov “non può aspettarsi di avere risposte diverse dai ventisette e sarà una buona occasione per dimostrare unità europea e forse il fatto che non siamo 27 paesi diversi, ma un'unione – qualcosa che i russi non vogliono accettare”, aveva detto Borrell martedì.

L'Ue insiste per la de-escalation in Ucraina ma anche in Bielorussia - Al di là della forma, cosa dice la lettera di Josep Borrell indirizzata a Sergei Lavrov a nome dei 27? "Rimaniamo gravemente preoccupati per la situazione attuale e crediamo fermamente che le tensioni e i disaccordi debbano essere risolti attraverso il dialogo e la diplomazia", scrive l'Alto rappresentante per la politica estera: "Chiediamo alla Russia la de-escalation e di fare marcia indietro sul suo ammassamento militare in e attorno all'Ucraina, e in Bielorussia". Da notare almeno una novità: per la prima volta, l'Ue cita la presenza militare russa in Bielorussia. Oggi è giovedì ed esce il nuovo numero della rubrica “EuPorn - il lato sexy dell'Europa”, che è la sorella maggiore di questa newsletter. Paola Peduzzi e Micol Flammini rispondono a questa domanda: per quanto tempo Putin ci terrà in ostaggio? La Russia è come un gorilla geopolitico, per contare ha scelto il (nostro) logoramento.

L'Ue al fianco dei bielorussi - A 18 mesi dalle elezioni presidenziali dell'agosto del 2020, l'Unione europea ieri ha promesso di continuare a sostenere "il popolo della Bielorussia mentre cerca un futuro sicuro, sovrano, democratico e prospero". Il regime di Lukashenka continua "la sua brutale repressione contro tutti i segmenti della società bielorussa", ha detto il portavoce del Servizio di azione esterna in una nota. "Oggi più di 1.040 persone sono detenute come prigionieri politici in Bielorussia, inclusi 33 lavoratori dei media". L'Ue continua a chiedere "il loro rilascio immediato e incondizionato", ha detto il portavoce, sottolineando che "malgrado la pressione estrema, giornalisti indipendenti bielorussi coraggiosi rimangono in prima linea nella lotta per la verità, la democrazia e i diritti umani".

La Bce dice alle banche di prepararsi ai cyber attacchi russi - La Banca centrale europea ha chiesto alle banche della zona euro di prepararsi a possibili cyber attacchi sponsorizzati dalla Russia, nell'ambito delle tensioni legate alla crisi ucraina. Francoforte ha interrogato gli istituti di credito sulle loro difese. Alcune banche starebbero conducendo delle simulazioni per mettere alla prova la loro capacità di resistenza. Nel 2018 la Bce aveva lanciato un nuovo strumento per simulare cyber attacchi contro banche, borse e altre società finanziarie, con l'utilizzo di hacker esterni incaricati di trovare e sfruttare le vulnerabilità dei sistemi informatici.

Con la politica di coesione dell'Ue sviluppo a est e stagnazione a sud - La Commissione ieri ha pubblicato il suo ottavo rapporto sulla coesione e nel comunicato stampa ufficiale rivendica un sacco di successi. La politica di coesione ha contribuito a ridurre le disparità territoriali e sociali tra le regioni dell'UE. Grazie ai finanziamenti dell'Ue, entro il 2023 il pil pro capite delle regioni meno sviluppate sarà fino al 5 per cento più alto. Gli stessi investimenti hanno anche favorito una diminuzione del 3,5 per cento del divario tra il pil pro capite del 10 per cento delle regioni meno sviluppate e il pil pro capite del 10% delle regioni più sviluppate. Grazie alla sua flessibilità, la politica di coesione ha fornito un pronto sostegno indispensabile agli Stati membri e alle autorità regionali e locali nel contesto dei rallentamenti economici e della peggiore crisi degli ultimi anni. Ma Lorenzo Consoli, veterano della sala stampa dell'Ue, è andato a leggersi tutto il rapporto, ha ascoltato la conferenza stampa della commissaria Elisa Ferreira e su Askanews è giunto a un conclusione meno rosea: la politica di coesione è un successo nei paesi dell’Europa orientale, mentre nei vecchi stati membri dell’Europa meridionale (Italia, Grecia, Spagna e Portogallo) si è registrato un sostanziale arresto di questa dinamica in quella che la Commissione chiama la "trappola dello sviluppo". Il consiglio è di leggere l'analisi molto approfondita di Consoli.

Il Tribunale dell'Ue impone all'Antitrust di verificare lo stato di diritto in Polonia - Il Tribunale dell'Ue ieri ha annullato una decisione della Commissione in un caso di concorrenza per non aver esaminato l'incidenza di carenze sistemiche e generalizzate dello stato di diritto in Polonia. Il caso riguarda la società di trasporto ferroviario merci PKP Cargo S.A, controllata dallo stato polacco. Nel 2016 un'altra società, Speed-Pro, aveva presentato una denuncia alla Commissione contro la PKP Cargo per abuso di posizione dominante. Nel 2019 la Commissione aveva respinto la denuncia, sostenendo che l'autorità polacca garante della concorrenza era in una posizione migliore per esaminarla. Secondo i giudici di Lussemburgo, la Commissione non ha esaminato gli indizi presentati dalla Sped-Pro sul mancato rispetto dei requisiti dello stato di diritto. L'elenco degli indizi è lungo: il controllo esercitato dallo stato sulla PKP Cargo; la dipendenza del presidente dell’autorità polacca garante della concorrenza nei confronti del potere esecutivo; il fatto che la società madre della PKP Cargo faccia parte dei membri di un’associazione il cui obiettivo sarebbe quello di difendere e di promuovere la riforma del sistema giudiziario in Polonia; la politica clemente di cui la PKP Cargo avrebbe beneficiato da parte dell’autorità polacca garante della concorrenza; l’incapacità dei giudici nazionali di ovviare alle carenze dell’autorità polacca garante della concorrenza a causa della loro stessa mancanza di indipendenza. E' un elenco utile a capire come funziona la Polonia sotto il regime del PiS.

Altre ingiunzioni di pagamento alla Polonia - Dopo la decisione di trattenere dei fondi europei destinati alla Polonia per il mancato pagamento di una multa sulla miniera di Turow, la Commissione ieri ha annunciato la richiesta a Varsavia di effettuare i pagamenti di un'altra multa imposta dalla Corte di giustizia dell'Ue per non aver rispettato un'ingiunzione con cui veniva chiesta la sospensione del regime disciplinare dei giudici. La multa ammonta a un milione di euro al giorno. Il periodo coperto dalla richiesta della Commissione dovrebbe essere di oltre 60 giorni.

La Slovenia al voto il 24 aprile - Aprile sarà un mese elettoralmente denso per l'Unione europea. Oltre alle elezioni legislative in Ungheria del 3 aprile e a quelle presidenziali in Francia del 10 e 24 aprile, anche gli sloveni andranno alle urne. Ieri il presidente Borut Pahor ha annunciato via Twitter di aver convocato le elezioni per l'Assemblea nazionale il 24 aprile. In gioco ci sarà la premiership di Janez Jansa, leader del partito di centrodestra SDS, diventato nel corso degli anni un emulo della democrazia illiberale di Viktor Orbán in Ungheria e Jaroslaw Kaczyński in Polonia. In un panorama estremamente frammentato, la maggior parte dei sondaggi danno il partito SDS in testa nelle intenzioni di voto, ma sotto il 20 per cento. Ma il partito liberale e ambientalista Gibanje Svoboda (Movimento Libertà) è in forte progressione. Secondo un sondaggio Mediana realizzato all'inizio del mese, Gibanje Svoboda sarebbe addirittura il primo partito con il 20,2 per cento dei voti, davanti al SDS con il 15 per cento.

Una commissione d'inchiesta parlamentare sullo spyware Pegasus - La prossima settimana, la Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo dovrebbe dare un parere positivo alla creazione di una nuova commissione di inchiesta sull'utilizzo dello spyware Pegasus. I presidenti dei gruppi politici hanno avuto una prima discussione ieri. Dentro la Conferenza dei presidenti sarebbe stata registrata una maggioranza a favore della commissione d'inchiesta, che in ogni caso dovrà essere confermata dalla plenaria. Il tema Pegasus sarà anche all'ordine del giorno della sessione di Strasburgo della prossima settimana con una discussione e una risoluzione. Lo spyware della società israeliana NSO sarebbe stato usato in diversi stati membri - tra cui Polonia e Ungheria - contro membri dell'opposizione, avvocati, giornalisti ed esponenti della società civile. Intanto, come spiega sul Foglio Beatrice Guarrera, anche Israele parla di Pegasus: software di spionaggio, creato per combattere il terrorismo, sarebbe stato usato per controllare i telefoni degli israeliani, tra cui testimoni di un processo che vede l'ex premier Netanyahu come imputato.

Al Parlamento europeo rivolta contro le etichette sanitarie sul vino - Nella plenaria del Parlamento europeo della prossima settimana a Strasburgo, i deputati sono chiamati a votare sulla relazione della commissione speciale contro il cancro. Alcuni passaggi del testo sull'uso dell'alcol hanno provocato una rivolta dentro i principali gruppi del Parlamento europeo. Gli italiani Herbert Dorfmann (Ppe) e Paolo De Castro (S&D) hanno annunciato di aver raccolto oltre 150 firme su alcuni emendamenti per chiedere “una differenziazione tra uso e abuso di alcol" e “l'eliminazione della richiesta paradossale di avere sulle bottiglie di vino avvertenze sanitarie come sui pacchetti di sigarette”. La ragione? “Evitare di demonizzare settori che rappresentano un patrimonio della nostra cultura e tradizione eno-gastronomica”, hanno spiegato Dorfmann e De Castro.

Un'americana di Greenpeace ambasciatrice della Germania per il clima - Il governo di Olaf Scholz ha nominato il capo di Greenpeace international, l'americana Jennifer Morgan, come "rappresentante speciale per la politica internazionale sul clima" della Germania. "In politica estera abbiamo messo la lotta contro la crisi climatica in cima alla nostra agenda", ha detto il ministro degli Esteri, Annalena Baerbock, presentando Morgan come "ambasciatrice del clima", "nomina da sogno" e suo futuro "braccio destro". Secondo lo Spiegel, Morgan potrebbe diventare segretario di stato al ministero degli Esteri, ma prima deve acquisire la cittadinanza tedesca. L'ex capo di Greenpeace, che negli anni 1990 aveva lavorato al ministero dell'Ambiente quando era diretto da Angela Merkel, in passato ha spiegato di aver tratto ispirazione leggendo il libro Fighting for Hope di Petra Kelly, uno dei fondatori dei Verdi tedeschi.

Von der Leyen in Senegal annuncia altri 125 milioni per la vaccinazione in Africa - La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ieri ha annunciato 125 milioni di euro per aumentare i tassi di vaccinazione in Africa, che si aggiungeranno a 300 milioni già stanziati. L'obiettivo è “accelerare la vaccinazione” con “una buona distribuzione delle dosi” e la formazione “di squadre mediche”. La penuria di dosi non sembra più essere il principale problema per l'Africa. Secondo i dati dell'Unione africana, su 600 milioni di dosi consegnate a 51 paesi del continente, solo il 63,6 per cento è stato somministrato. Le infrastrutture sanitarie e l'esitazione vaccinale costituiscono un ostacolo maggiore. Anche l'Organizzazione mondiale della sanità ha inviato un richiamo sulla necessità di aumentare i tassi di vaccinazione in Africa. In Senegal, von der Leyen ha visitato l'Istituto Pasteur di Dakar e si è detta “felice che ci sia una stretta cooperazione con BioNTech” per la produzione di vaccini “in Africa per gli africani”. Il progetto Madiba dovrebbe permettere di produrre 300 milioni di dosi di vaccini ogni anno con tecnologia mRNA. La Commissione sta investendo oltre un miliardo di euro nella produzione di vaccini in Africa. Nel frattempo, von der Leyen ha ricordato l'obiettivo dell'Ue e dei suoi stati membri di condividere 450 milioni di dosi entro l'estate con i paesi africani.

Un grande passo verso la fusione nucleare - I fisici e gli ingegneri del consorzio EUROfusion hanno ottenuto un risultato record di produzione di energia nell'impianto JET (Joint European Torus) di Culham nel Regno Unito in un progetto leader a livello mondiale nella fusione nucleare. Un esperimento ha permesso di produrre  59 megajoules di energia, superando il precedente record del JET di 21,7 megajoules stabilito nel 1997. L'obiettivo del progetto è di garantire energia sicura, sostenibile e a bassa emissione di CO2, in vista dell’avvio della sperimentazione sul progetto internazionale del reattore ITER. Il consorzio EUROfusion è cofinanziato dalla Commissione e vede la partecipazione di 4.800 tra esperti, studenti e personale. Sul Foglio Umberto Minopoli spiega perché il record del Jet è una buona notizia per il futuro dell'energia.

 


Accade oggi in Europa

– Commissione: conferenza stampa del commissario Gentiloni sulle previsioni economiche d'inverno

– Presidenza francese dell'Ue: riunione informale dei ministri della Sanità

– Commissione: visita della presidente von der Leyen e dei commissari Vestager, Breton, Johansson, Urpilainen e Simson in Senegal

– Commissione: discorso della vicepresidente Jourova alla Terza conferenza globale per la libertà dei media

– Commissione: il commissario Gentiloni partecipa al Finance Summit 2022 di Politico

– Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza

– Banca centrale europea: conferenza stampa di Andrea Enria e Frank Elderson sul processo di supervisione bancaria SREP del 2021

– Eurostat: dati sul numero di voli commerciali a gennaio 2022; dati sull'inclusione sociale dei giovani nel 2020