In Inghilterra

Le dimissioni di Cressida Dick e il rimbalzo delle politiche identitarie

Paola Peduzzi

Il capo di Scotland Yard ha lasciato il suo incarico a causa delle pressioni del sindaco di Londra. Le accuse di misoginia e di sessismo e il veleno del partygate

Il capo di Scotland Yard, Cressida Dick, ha lasciato il suo incarico con due anni di anticipo rispetto alla scadenza, in seguito alle pressioni del sindaco di Londra, Sadiq Khan, che ha detto: il rapporto di fiducia si è interrotto. Non starebbe a Khan determinare la carriera dei vertici della polizia londinese:  è prerogativa del ministero dell’Interno, oggi guidato da Priti Patel, che non è stata avvisata delle dimissioni imminenti. Qualche ora prima dell’annuncio, la stessa Dick aveva detto di voler restare alla guida della Metropolitan Police e portare avanti le riforme necessarie dentro la forza di polizia.

 

Dieci giorni fa era stato pubblicato l’esito di un’indagine sui video e i messaggi di alcuni poliziotti nella stazione di Charing Cross che avevano fatto battute in privato e sui social su violenze e stupri. I fatti risalgono al 2018, ma la polizia londinese è sotto accusa da molto tempo, in particolare dopo che un poliziotto ha violentato e ucciso una giovane donna, Sarah Everard, e dopo che la polizia si era scontrata con un gruppo di donne durante una veglia per la Everard, pochi giorni dopo il suo assassinio. Misoginia, sessismo, razzismo, omofobia: questi sono i mali riscontrati dentro a Scotland Yard, la cui posizione si è complicata ulteriormente a causa del partygate, lo scandalo sui festini nel palazzo di Boris Johnson che sta avvelenando tutte le istituzioni britanniche.  Inizialmente la polizia aveva detto che non c’erano reati di sua competenza nel partygate, poi è invece intervenuta nell’inchiesta in corso, sottraendo alla funzionaria che se ne occupa, Sue Gray, la valutazione di gran parte di quelle feste.

 

Prima donna a guidare la Metropolitan Police, poliziotta da tutta la vita, Dame Cressida non ha saputo gestire una crisi culturale che non riguarda soltanto l’esercizio del potere delle autorità. Una fonte anonima del governo conservatore ha riassunto in modo brutale la questione: “La gente coglierà l’ironia di questa storia: un politico laburista, il sindaco di Londra, che si rivende come un combattente per la giustizia sociale rimuove la prima donna e la prima omosessuale a guidare la polizia sulla base di accuse che riguardano il trattamento delle donne e dei gay”. Ancora una volta la logica delle politiche identitarie ha il sopravvento nel dibattito: Cressida Dick, in quanto donna e omosessuale, avrebbe un dovere maggiore di difendere donne e omosessuali. Ma questo è il dovere di un capo della polizia:  l’errore della Dick è di leadership, il gender non c’entra. Per la sua successione ci sono almeno quattro candidati, e una donna.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi