La guerra fredda degli hamburger
Burger King chiude sei negozi in Cina. Una celebre trasmissione della tv cinese li accusa di aver usato cibo scaduto. Ma è anche l'ennesima occasione per fare a botte con l'America e i "valori americani"
Burger King, la catena di hamburger più famosa d'America, è stata costretta a scusarsi con i suoi clienti cinesi e a chiudere sei dei suoi fast food nella provincia di Jiangxi, nella Cina orientale, dopo una controversia legata all'utilizzo di cibo scaduto. La vicenda è una questione di sicurezza alimentare – un tema molto sentito dai cittadini e dall'opinione pubblica cinese – ma basta dare un'occhiata ai social network e ai commenti degli utenti per rendersi conto che gli hamburger di Burger King sono entrati ufficialmente a far parte della guerra ideologica tra America e Cina. Dopo la crisi dovuta alla pandemia, un eventuale boicottaggio contro i prodotti americani in Cina potrebbe rivelarsi molto più problematico del previsto per Washington, anche solo a livello d'immagine.
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- Giulia Pompili
È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.