Roma. La morte di George Floyd è l’ultima in una lunga sequenza di violenze contro gli afroamericani, ma questa volta l’America che fa da sfondo non è più lo stesso paese. Ieri Twitter ha oscurato un tweet del presidente Donald Trump perché conteneva una minaccia violenta contro la massa di gente che per tre notti consecutive è scesa nelle strade di Minneapolis in parte a manifestare e in parte a devastare la città e a saccheggiare i negozi. “Questi criminali stanno disonorando il ricordo di George Floyd e non lascerò che succeda. Ho appena parlato al governatore Tim Walz e gli ho detto che l’esercito sarà sempre al suo fianco. Qualsiasi difficoltà e assumeremo il controllo della situazione ma quando comincia il saccheggio si comincerà a fare fuoco. Grazie!”, ha scritto Trump. L’espressione usata da Trump è “when the looting starts, the shooting starts”, che è una frase detta in almeno un paio di occasioni dal capo della polizia di Miami, Walter Headley, durante gli scontri razziali del 1967. Headley era considerato un razzista e un duro, aveva abolito il programma di mediatori culturali che avrebbe dovuto negoziare un po’ di stabilità nei quartieri neri e aveva annunciato che la polizia avrebbe risolto il problema “con i fucili e i cani”. Twitter nella nota che accompagna l’oscuramento del tweet fa esplicito riferimento a quella frase e al contesto storico che riporta in vita.
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