Ursula von der Leyen (foto LaPresse)

Il ritardo dell'Ue sul coronavirus

Micol Flammini

Video-vertice per i paesi europei che chiedono coordinamento e aiuto ma ancora vanno sparsi. Aspettando la Bce

Roma. La risposta europea non si può più rimandare e i segnali ci sono tutti: il coronavirus non è più un affare soltanto italiano. Le istituzioni hanno impiegato del tempo per rendersene conto, ma nessuno nel mondo è stato in grado di reagire con rapidità all’epidemia e al suo incedere. L’Italia in testa a tutti, a seguire Francia e Germania e gli altri paesi, hanno bisogno dell’Unione e di una sua risposta coordinata. Il Covid-19 ha iniziato a stravolgere la vita delle stesse istituzioni, il presidente del Parlamento europeo David Sassoli è in autoisolamento dopo aver trascorso un fine settimana in Italia, i contagiati tra le istituzioni aumentano e per fare in modo che il virus non si diffonda anche l’Ue ha dovuto adottare il sistema delle videoconferenze. Per giorni gli europei hanno chiesto e atteso una risposta univoca, un po’ più concreta dei suggerimenti del commissario europeo Johannes Hahn che martedì, in occasione di una cerimonia, ha proposto di passare dalla stretta di mano, la handshake, alla Hahnshake – ci si afferra per i gomiti a distanza di un metro e si fa una specie di inchino. La prima a dare un segnale concreto è stata Margrethe Vestager che ha annunciato che l’Italia sarà trattata come un caso speciale in termini di aiuti di stato, come “rimedio per la grave perturbazione subìta dall’economia”. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha tardato po’ più degli altri a prendere coscienza della situazione. Ancora lunedì, durante la celebrazione dei primi cento giorni della sua commissione, di coronavirus la presidente non voleva proprio sentire parlare: il sito di notizie europee Politico ha cronometrato che alla crisi sanitaria von der Leyen ha dedicato un minuto e mezzo e soltanto perché incalzata dalle domande dei giornalisti. Ancora martedì, mentre in Parlamento gli eurodeputati, riuniti a Bruxelles e non a Strasburgo per questioni di sicurezza, chiedevano solidarietà per i paesi Ue più colpiti – sostegno per gli operatori sanitari, più fondi per la ricerca e mascherine, tamponi, macchine per la respirazione prodotti nell’Unione – ci si aspettava un intervento di Ursula von der Leyen che ha invece tenuto una dichiarazione nel primo pomeriggio fuori dall’Aula. Durante il suo intervento di tre minuti, Vdl ha detto di aver parlato con il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, di avergli detto che la Commissione è pronta a dare sostegno all’Italia, anche economico, e a tutta l’Ue. Ha anche anticipato una delle misure – “è soltanto un esempio”, ha sottolineato più volte – che riguarda il sistema dell’aviazione civile. La Commissione intende presentare una legislazione sugli slot aerei, si tratterà di una misura temporanea che oltre “a far bene alle compagnie, che potranno mantenere i propri slot anche se non effettuano voli”, ha detto von der Leyen, “servirà anche all’ambiente”. Vdl ci ha tenuto a precisare che la legge può aiutare a “ridurre le emissioni evitando gli ‘aerei fantasma’”. Ma mentre l’ex ministro della Difesa tedesco prende consapevolezza del problema europeo, ci sono paesi in cui la situazione dei contagi sta diventando sempre più simile all’Italia. Il tempo avanza e la distanza si riduce.

 

 

La Germania sta vivendo un rapido aumento dei casi, martedì erano 1.300, soprattutto nelle aree più produttive proprio come è successo in Italia. Martedì sera Angela Merkel è intervenuta per dire che ormai non si può far finta di nulla, il Covid-19 è arrivato in Germania, “è molto contagioso e non esiste un vaccino”, ha detto la cancelliera aggiungendo che quindi vanno prese misure tutti insieme e anche in fretta. In Francia invece i casi hanno superato i 1.400, il ministro della Cultura Franck Riester è risultato positivo dopo che Emmanuel Macron aveva esortato i cittadini ad andare a teatro e aveva passeggiato lungo gli Champs-Élysées “in segno di fiducia”. Martedì ha pubblicato un video per rassicurare: “Siamo all’inizio e siamo pronti”, ma soprattutto in vista delle elezioni municipali di domenica sembra ci sia un’ondata di sfiducia crescente nei confronti dei macroniani. All’immagine del presidente francese non hanno fatto bene le frasi del segretario di stato Agnès Pannier-Runacher che in un’intervista martedì mattina ha suggerito: “Questo è il momento giusto per fare affari in Borsa”. Seppur lenta nell’elaborazione di una strategia per fermare il contagio e restia a prendere misure restrittive, la Francia si è presentata martedì alla video conferenza organizzata dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, con un suo piano per un rilancio europeo “massiccio e coordinato” per riprendersi dall’epidemia e anticipando che gli obiettivi di bilancio francesi non saranno rispettati.

 

 

Michel ha detto che per affrontare gli effetti del Covid-19 c’è “bisogno di più Europa”, più coordinamento per risolvere la crisi sanitaria ed economica. Tutta l’Ue ha già perso, soltanto di turismo, un miliardo di euro. I paesi sono stati colpiti in modo diverso e chi, per il momento, è stato meno toccato dai contagi e di conseguenza meno indebolito a livello economico e sanitario, potrebbe non essere d’accordo con un allentamento dei vincoli di bilancio. Soltanto un mese fa i ventisette capi di stato e di governo si accapigliavano per qualche punto di pil. In attesa che la Bce si faccia sentire.