Ursula von der Leyen (foto LaPresse)

Il “whatever it takes” di Ursula von der Leyen

Redazione

Grande flessibilità sui conti dall’Ue. L’egoismo nazionale resta

Ursula von der Leyen venerdì ha annunciato il suo “whatever it takes” per limitare l’impatto del coronavirus. La Commissione sospende le regole del Patto di stabilità e quelle sugli aiuti di stato non solo per lottare contro la malattia (la spesa pubblica sanitaria direttamente legata al Covid-19) ma anche i suoi effetti secondari (gli aiuti per tenere vivi imprese, posti di lavoro, banche, compagnie aeree). “Faremo tutto quello che è necessario per sostenere gli europei e l’economia europea”, ha detto von der Leyen. I tecnici di Paolo Gentiloni hanno fatto qualche calcolo. Questa crisi costerà centinaia di miliardi di euro. Nel 2020 la crescita “scenderà sotto zero, potenzialmente molto sotto zero”, ha detto il capo della direzione generale Economia e Finanza, Maarten Verwey.

 

All’Italia sarà riservato un trattamento speciale. Sarà autorizzata un’ampia serie di aiuti di stato per rispondere all’impatto di un “grave perturbamento economico”, ha annunciato Margrethe Vestager. I fondi europei non spesi, e che andrebbero restituiti a Bruxelles, potranno essere usati per comprare ventilatori polmonari e mascherine o assumere medici in pensione: per l’Italia sono 2,3 miliardi solo quest’anno. Tutto questo farà schizzare verso l’alto il deficit e il debito, ma la flessibilità sarà assoluta. E se non basterà la Commissione chiederà a Eurogruppo e Ecofin di attivare una “clausola generale di salvaguardia” che, in caso di grave recessione, consente di sospendere del tutto il Patto dimenticandosi le procedure per deficit eccessivo. La Commissione c’è per gli italiani e gli altri europei, malgrado gli stati membri stiano affrontando il Covid-19 come una crisi che si può fermare alla frontiera in base al passaporto. Tra mancanza di solidarietà sulle mascherine, blocco all’export dei ventilatori, controlli dentro Schengen e governi che ritardano le misure di contenimento sperando di limitare i danni economici nazionali (la Germania ha stanziato venerdì 550 miliardi di euro), gli stati membri stanno indebolendo l’Ue. La Commissione ha dato un po’ d’ossigeno.

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