Sylvie Goulard al Parlamento europeo (foto LaPresse)

Sylvie Goulard è stata respinta

Il Parlamento europeo ha bocciato la candidatura del commissario francese indicato per il Mercato interno

I membri del Parlamento europeo, con 82 voti contrari, 29 a favore e un astenuto, hanno respinto la candidatura di Sylvie Goulard indicata come commissario per il Mercato interno e l’Industria della Difesa.

 
Le critiche a Goulard, macroniana e liberale sostenuta da Renew Europe, sono arrivate soprattutto dal Partito popolare europeo, dai comunisti, dai Verdi e dai sovranisti che hanno insistito sulle accuse di uso improprio di fondi europei, in seguito alla quale la Goulard nel 2017 si era dimessa dall’incarico di ministro della Difesa, e di conflitto di interessi per le consulenze al think tank Berggruen Institute. Secondo alcuni deputati il Ppe si sarebbe voluto vendicare di Emmanuel Macron per aver ucciso il processo dello Szpitzenkandidaten, togliendo ogni speranza a Manfred Weber di diventare presidente della Commissione. 

Sylvie Goulard è il terzo commissario respinto dal Parlamento europeo, prima di lei erano state bocciate le nomine della romena Rovana Plumb, sostenuta dal Pse, e l’ungherese László Trócsányi, sostenuto invece dal Ppe.

 

Di Sylvie Goulard ci eravamo occupati nelle ultime due edizioni della rubrica EuPorn: 

Notte prima degli esami

L’Europa delle audizioni dei commissari si sente tanto l’America, in questi giorni di studio e di interrogazioni che ricordano le scene che siamo abituati a vedere al Congresso statunitense. Due commissari – della Romania e dell’Ungheria – sono stati già bocciati e forse sostituiti, masticati velocemente da questo Parlamento europeo vorace e un po’ nervoso, che pensa che i regolamenti dei conti debbano e possano avvenire così, en plein air. Ieri c’era uno degli appuntamenti più importanti per gli amanti dell’horror: l’audizione di Sylvie Goulard, la macroniana nominata al Mercato interno. La Goulard si porta addosso fardelli enormi: prima di tutto uno scandalo sulle spese e sulla gestione dei fondi che luccica come un neon in una Commissione votata alle regole, alla sobrietà, alla correttezza e in un mondo in rivolta contro le élite. Poi si porta addosso la Francia, e ancor più Emmanuel Macron, il regista di questa nuova fase europea, invadente e determinato, quindi pesantissimo: per questo, per lui, la Goulard è stata fin dall’inizio considerata l’obiettivo da colpire, e infatti il Parlamento proprio questo ha fatto: l’ha colpita. Molti si sono lamentati che le domande nel merito del suo prossimo incarico siano state ben meno di quelle sulle spese, sulle telefonate, sullo scandalo, a dimostrazione che la battaglia è politica, non soltanto nei confronti della Francia ma anche tra le varie famiglie europee, al punto che gli allarmisti dicevano che le speranze di una conferma sono ridotte allo zero. Alla fine sono state consegnate delle domande scritte alla candidata, un piccolo esame di riparazione in tempo reale, con prova scritta e forse un’altra audizione, un altro orale. Perché lo spettacolo più bello non è tanto il sangue, è il sangue di un macroniano.

   

  

Sylvie in ostaggio

Il Parlamento europeo ha deciso di tenere una seconda audizione questa mattina a Sylvie Goulard, francese macroniana indicata come commissario per il Mercato interno e l’Industria della Difesa. La Goulard era stata rimandata dopo il primo esame orale (la prima audizione) e ha dovuto sostenere un esame scritto (a casa) rispondendo a un lungo questionario: nelle sue risposte, considerate non sufficienti dal Parlamento europeo, la Goulard ha promesso di dimettersi in caso di condanna penale definitiva in un procedimento in Francia sull’uso improprio di fondi europei quando era eurodeputata. La Goulard si è anche difesa dall’accusa di conflitto di interessi per le consulenze al think tank Berggruen Institute, su cui continua a insistere il Parlamento europeo. Due gruppi – il suo, Renew Europe, e la sinistra S&D – avevano giudicato esaustive le risposte, ma una coalizione inedita tra Partito popolare europeo, Verdi, comunisti, sovranisti e anti europei ha insistito per una seconda audizione. David Carretta, l’imprescindibile metà bruxellese di EuPorn, dice che ci sono “tre motivazioni alla presa d’ostaggio della Goulard: il presidente del Ppe, Manfred Weber, vuole fare un dispetto alla Francia di Macron che non lo ha voluto presidente della Commissione e ha preferito la tedesca Ursula von der Leyen; la von der Leyen non controlla il suo Ppe; nessuno tiene le redini del Parlamento europeo”. Vendette e mancanza di controllo, insomma: non un bel vedere.