Altro che K-pop
La puritanissima Corea del sud in guerra col porno prima che con Kim
A Suwon, vicino a Seul, salta un evento un po' osé che era diventato un caso di stato. La politica e il moralismo
Suwon, dalla nostra inviata . A voler essere una grande potenza mondiale, capace di contendere un posto al G7 o magari tra gli alleati della Nato, succede poi di essere sotto i riflettori della stampa internazionale. E' ciò che sta succedendo alla Corea del sud, che vorrebbe di sé esportare soltanto l'immagine limpida ed esteticamente perfetta del K-pop, ma che ha anche molto altro da raccontare. A Suwon, capoluogo della provincia di Gyeonggi, qualche decina di chilometri a sud della capitale sudcoreana di Seul, nessuno ha voglia di parlare di una storia che ieri è finita pure tra le prime notizie della Bbc. Quando il Foglio prova a sollecitare degli interlocutori, qualcuno sembra annoiato, altri sembrano più inclini alla risposta populista: fosse per noi sarebbe stato accettabile, ma sai com'è la politica, non possiamo farci niente .
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- Giulia Pompili
È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.