I due candidati dei Lib-dem: Jo Swinson e Ed Davey (Foto LaPresse)

L'inaspettato ritorno dei Lib-dem inglesi salvati dalla Brexit

Gregorio Sorgi

Lunedì verrà eletto il nuovo leader, che potrà diventare l'ago della bilancia della politica inglese. La campagna per il secondo referendum ha rigenerato un partito che sembrava morto

Roma. I Lib-dem inglesi visti dall’esterno sembrano un partito in cui tutti vanno d’accordo, un paradiso in confronto alle famiglie riottose dei Tory e dei laburisti, entrambi alle prese con una guerra civile permanente. Le primarie per scegliere il prossimo leader dei liberali avvengono in contemporanea con quelle dei conservatori – il risultato dei Lib-dem verrà annunciato il 22 luglio, un giorno prima dei Tory – ma sono molto meno eccitanti. Ed Davey e Jo Swinson, i due candidati per prendere il posto del leader uscente Vince Cable, concordano quasi su tutto. Anche le sezioni di partito dove si confrontano sono spartane e un po’ sgarrupate, nulla in confronto ai grandi palcoscenici luminosi da cui parlano i candidati conservatori Boris Johnson e Jeremy Hunt. “Le primarie dei liberali sono eccitanti come una scodella di riso Tofu”, ha scritto il Guardian, uno dei pochi giornali britannici ad avergli dato spazio.

 

Eppure i Lib-dem meritano attenzione perché sono tornati a essere l’ago della bilancia della politica britannica dopo un lungo oblio. Nelle ultime elezioni locali a maggio hanno guadagnato oltre 700 seggi e alle europee sono arrivati al secondo posto con il 20 per cento, scavalcando laburisti e conservatori. “E’ la prima volta che succede in oltre 100 anni”, ha proclamato Davey alludendo ai tempi d’oro all’inizio del secolo scorso quando i Lib-dem erano ancora una forza di governo. La Brexit però ha dato nuova linfa a un partito sull’orlo del tramonto, screditato dall’esperienza nella coalizione con David Cameron dal 2010 al 2015 e alle prese con una crisi esistenziale fino a pochi mesi fa. Tanto era grave il declino dei Lib-dem che l’ex leader Nick Clegg aveva consigliato ai militanti di unirsi al Partito laburista per portare avanti la battaglia per il People’s Vote.

  


Una conferenza stampa di David Cameron con Nick Clegg al Millennium Stadium di Cardiff (Foto LaPresse) 


 

Il successo dei liberali nasce dall’aver riempito un vuoto nell’offerta politica inglese, diventando l’unico partito di massa a sostenere un secondo referendum sulla Brexit. I Lib-dem hanno un elettorato trasversale: sono sostenuti dai remainer sia laburisti sia conservatori, delusi dalle derive estremiste dei rispettivi partiti. Lo stesso esperimento era stato provato lo scorso febbraio da un manipolo di ribelli conservatori e laburisti che hanno fondato un partito di centro, Change UK, che però si è sciolto nel giro di pochi mesi. Recentemente il principale sponsor del nuovo movimento, l’ex laburista Chuka Umunna, ha dichiarato fallito il suo progetto e si è unito ai Lib-dem. Lo slogan del partito di Cable alle elezioni europee è stato “Bollocks to Brexit” (“Diamine alla Brexit”), un messaggio dal sottotono populista che però ha avuto successo nell’elettorato filoeuropeo. Tuttavia, il pericolo dei Lib-dem è quello di essere percepiti solo come il partito degli anti Brexit e Davey, il candidato più anziano, sembra averlo capito. “Dobbiamo spiegare cosa succede quando avremmo fermato l’uscita dall’Ue”, ha detto ai militanti durante un comizio: “A parte la Brexit, in pochi capiscono cosa rappresenta il nostro partito”. Davey intende riempire questo vuoto programmatico facendosi portatore delle istanze ambientaliste, che hanno avuto un grosso seguito in Inghilterra.

 


Vince Cable durante la campagna elettorale per le europee


  

Sia Davey sia Swinson provengono dall’establishment del partito di cui fanno parte fin da ragazzi. Sono due politici di professione che hanno avuto ruoli di governo con Cameron e hanno sofferto il conseguente contraccolpo, perdendo il loro seggio in Parlamento nel 2015 e riconquistandolo nel 2017. I due candidati vanno d’accordo su tutti i grandi temi, l’unica divergenza riguarda le future alleanze. Swinson vorrebbe creare un fronte europeista assieme a Verdi e possibilmente ai nazionalisti gallesi e scozzesi, mentre Davey è più scettico. Questa coalizione verrà sperimentata a livello locale nelle elezioni suppletive del primo agosto nel seggio di Brecon e Radnorshire, in Galles, conteso da liberali e conservatori, e potrebbe diventare una formula da usare alle prossime elezioni generali.

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