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Come mai qui non si parla di Huawei?

Redazione

Oslo pone il problema, la Merkel dice: discutiamo. In Italia siamo indietro

La Norvegia guida la cordata europea anticinese. Almeno nei settori strategici. Dopo che a metà gennaio il fondo sovrano norvegese, il più grande del mondo, aveva chiuso il suo portafogli alla Cina per la violazione dei diritti umani, qualche giorno fa l’agenzia di spionaggio di Oslo ha pubblicato il suo report annuale dei rischi, e ha accusato il governo cinese di rubare informazioni attraverso la tecnologia del colosso delle telecomunicazioni cinese Huawei.

 

In Norvegia Telenor e Telia, i principali operatori telefonici, usano componenti forniti da Huawei per le reti 4G, e con Huawei stanno preparando il lancio del 5G. Benedicte Bjornland, capo della unità di intelligence domestica del paese scandinavo, ha detto che “Huawei potrebbe essere soggetto a influenze, sino a quando la Cina manterrà una legge che impone a soggetti privati, entità e aziende di cooperare con il governo”. “È ridicolo che un’agenzia di intelligence di un paese faccia dichiarazioni sulla sicurezza e attacchi la Cina sulla base di ipotesi”, ha replicato l’ambasciata cinese a Oslo. Sempre ieri la Danimarca ha espulso due dipendenti di Huawei trovati privi dei permessi di lavoro, in un’indagine apparentemente slegata dalle accuse di spionaggio ma comunque avvertita dalla Cina come parte di una campagna globale di boicottaggio.

 

Per ora i paesi che hanno escluso Huawei dallo sviluppo del 5G sono America, Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Taiwan, mentre nelle scorse settimane perfino Bruxelles aveva detto di considerare il congelamento di ulteriori collaborazioni con l’azienda cinese. Parlando alla Keio University di Tokyo, anche la cancelliera tedesca Angela Merkel ha citato “un dibattito in corso in Germania” su Huawei. E l’Italia? Il test per la rete 5G di Milano è gestito da Vodafone e Huawei, peccato che a fine gennaio perfino Vodafone abbia interrotto temporaneamente gli acquisti di alcuni componenti realizzati da Huawei Technologies. La rete 5G di Bari-Matera è invece gestita da Tim, Fastweb e Huawei. La prima antenna l’aveva accesa nel giugno scorso il vicepremier Luigi Di Maio, entro la fine di quest’anno la rete dovrebbe essere completata.

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