Viva Sophia
L’Ue rinnova la missione sui migranti che l’Italia non vuole anche se le fa bene
L’Unione europea ieri ha rinnovato per tre mesi il mandato della missione Sophia ed è una buona notizia per l’Italia, anche se è stato il governo di Giuseppe Conte a mettere a rischio un’operazione navale al largo della Libia di cui il nostro paese è il principale beneficiario. La missione Sophia – il cui mandato comprende lo smantellamento del business del traffico di migranti e l’addestramento dei guardacoste libici – è a rischio da luglio, quando Matteo Salvini ha annunciato lo stop degli sbarchi dalle “navi delle missioni internazionali” dopo che l’irlandese Samuel Beckett era arrivata a Messina con 106 migranti. Sophia è un’invenzione italiana sotto comando italiano e dunque il piano operativo prevede che i migranti salvati in mare dalle sue navi – è un obbligo internazionale – sbarchino in Italia.
Il rispetto delle regole di ingaggio è indispensabile per il funzionamento di un’operazione militare, ma preso dall’euforia dello scontro con l’Ue il governo non ha valutato le conseguenze. Gli altri stati membri hanno minacciato di chiudere la missione e l’Italia è stata costretta a riaprire i porti a Sophia. Ne sono seguiti mesi di negoziati inutili, con l’Italia che ha preteso la ridistribuzione dei migranti e i paesi dell’est contrari. Il 5 dicembre Salvini è tornato alla carica, annunciando “l’indisponibilità a procedure di sbarco che prevedono l’approdo solo in porti italiani. Senza una convergenza sulle nostre posizioni non riteniamo opportuno continuare la missione”. Sophia rischiava dunque di chiudere il 31 dicembre.
La scorsa settimana, in un sussulto di realismo, l’Italia ha fatto un’altra retromarcia accettando un rinnovo “tecnico” di 3 mesi. Ma alla fine la foga populista continua a danneggiare gli interessi italiani: non solo i migranti salvati dalle navi dell’Ue – in realtà pochissimi – continueranno a essere sbarcati in Italia ma, vista l’impossibilità di trovare un accordo sulla ridistribuzione, Sophia rischia ancora la chiusura il 31 marzo 2019.
La prossima Commissione