Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia (foto LaPresse)

Gli industriali lombardi sempre più allarmati per i disastri del governo

Daniele Bonecchi

Contro plastic tax, sugar tax e aumento della tassazione sulle auto aziendali. Parlano Marco Bonometti e Simonpaolo Buongiardino

Marco Bonometti è il più incazzato degli industriali lombardi, deve misurarsi con un’economia al palo e un governo che non riesce a guardare oltre la gestione corrente. “Lancio l’allarme – dice Bonometti – perché le preoccupazioni che avevamo avanzato tempo fa si stanno concretizzando. Di fronte alla fermata della produzione, alla carenza degli ordini, che sono fermi, al ridimensionamento dell’export e al crollo degli investimenti (meno 18 per cento), siamo fortemente preoccupati. Il governo naviga a vista e lo conferma anche la lettera di Conte che chiede delle idee. Ma non dovrebbe essere il governo a formularne?”. Il capo degli industriali lombardi – che non è convinto delle modifiche dell’ultim’ora alla legge di Stabilità – ha coinvolto in prima persona i parlamentari della regione, “per richiamarli alle loro responsabilità, al di là del colore politico”.

 

Nella missiva inviata ai parlamentari Bonometti mette in fila i provvedimenti più dolorosi. La plastic tax (le imprese del settore già oggi pagano il contributo ambientale Conai per la raccolta e il riciclo degli imballaggi in plastica per un ammontare di 450 milioni di euro all’anno), la sugar tax (per Assobibe peserà sulle aziende che producono in Italia dal 15 al 20 per cento del fatturato). Per quanto riguarda l’aumento della tassazione sulle auto aziendali, si verificherà un calo di almeno il 10 per cento delle immatricolazioni con minori entrate per l’Erario e gli enti locali pari a 190 milioni di euro. Su questo fronte anche Simonpaolo Buongiardino, presidente lombardo di Federmotorizzazione (Confcommercio), ha le idee chiare. “Una proposta come quella formulata in un primo tempo dal governo colpisce lavoratori, aziende ma anche l’ambiente, incidendo sul mancato rinnovo del parco auto. Nel momento in cui il lavoratore costretto a pagare una quota fiscale del 100 per cento rinuncerebbe a sostituire l’auto, perché avrebbe un costo stimato fino a 4 mila euro. Si tornerebbe automaticamente al rimborso chilometrico, con le tabelle Aci, e resterebbero in uso i veicoli più vecchi e inquinanti, perché le aziende cambiano le macchine ogni 2 o 3 anni, mentre i privati ogni 7-8 anni. Sarebbe un provvedimento dannoso, anche perché stiamo parlando di 250 mila immatricolazioni di auto aziendali l’anno, a livello nazionale”. E una parte rilevante sarebbe proprio in Lombardia. Così l’economia lombarda – nonostante qualche segnale di ripresa – è sempre stagnante. “L’economia regionale cresce infatti a ritmi molto inferiori rispetto agli ultimi 2 anni”, conferma Bonometti.

 

“In una regione fortemente internazionalizzata, uno dei freni alla crescita è rappresentato dagli ordini interni (- 0,2 per cento la media 2019) ma allarma anche il calo della produzione di Bergamo, Brescia e Monza rispetto al 2018. Spero di essere smentito, ma si sta fermando il cuore manifatturiero della nostra Regione. Se non si faranno interventi straordinari per il rilancio dell’industria, rischiamo la deindustrializzazione del nostro paese. A livello regionale il confronto con le istituzioni e con gli altri stakeholder può essere ancora più proficuo. Quando si lavora in maniera sinergica i risultati arrivano. Prova ne è il fatto che la Lombardia è la regione leader in Italia nell’utilizzo dei finanziamenti europei per l’innovazione delle Pmi. Il sistema lombardo dovrà farsi trovare pronto in vista della programmazione Horizon Europe 2020-’27”. Ma come curare il malato? “La messa in campo del Piano infrastrutturale avrebbe un impatto occupazionale importante e stimolerebbe anche la domanda domestica di acciaio. Accompagnare i cambiamenti in atto nel settore automotive e le trasformazioni tecnologiche che attraversano i diversi componenti della filiera. Anche in questo settore si registra una situazione in continuo peggioramento”, denuncia il presidente di Confindustria Lombardia. “L’industria italiana ha bisogno una svolta, il fatto che siano stati messi 20 miliardi sul reddito di cittadinanza, quota 100 e gli 80 euro, vuol dire che abbiamo sprecato le poche risorse a disposizione, che non sono state messe sulla crescita e sullo sviluppo. Tutti gli stati europei (e non solo) stanno proteggendo le loro imprese, l’Italia deve fare scelte forti”, conclude Bonometti.

 

Ma non dite al capo degli industriali lombardi, che si è battuto per difendere la Tav, che, come nel gioco dell’oca, l’alta velocità ferroviaria rischia ora di tornare alla casella iniziale. Infatti, al Parlamento europeo, gli esponenti M5s hanno dichiarato che “è un progetto inutile, inquinante e obsoleto. Viene spacciato per un’infrastruttura di progresso e modernità ma non è così”.

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