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I tesoretti tra balle e realtà

Dadone, Costa, Fioramonti e l’arte di illudere giocando con le coperture

Fabiana Dadone, ministro per la Pubblica amministrazione, allunga la lista dei tesoretti a 5 stelle miracolosamente scovati nel bilancio pubblico per promettere aumenti e assunzioni agli elettorati di riferimento: stavolta cinque miliardi. Sono invece tre quelli garantiti dal ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti per dare 100 euro a tutti i docenti “senza guardare al merito”. Mentre il generale Sergio Costa (Ambiente) ne avrebbe pronti ben 19 per il “Green New Deal” che il ministero dell’Economia valuta invece uno-due miliardi.

 

Il tutto è impacchettato in un lessico non più all’insegna del cambiamento ma della svolta. Dadone garantisce che all’apparato pubblico “non servono riforme draconiane” né “progetti palingenetici”, ma occorre “aprire il palazzo al confronto con gli stakeholders”. Tradotto: chiedete e vi sarà dato. Almeno a parole, visto che l’atterraggio si avvicina e un primo confronto con la realtà sarà entro il 27 settembre con la Nadef, la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Poi il governo invierà a Bruxelles il documento di bilancio e, entro il 20 ottobre, deve presentare al Parlamento la legge di Bilancio 2020. Fu proprio il 27 settembre 2018 che Luigi Di Maio e i suoi si affacciarono alla maniera di Juan Perón dal balcone di Palazzo Chigi, per festeggiare lo sforamento del deficit di 2,4 punti percentuali. Come è andata lo sappiamo tutti, il disavanzo venne rapidamente abbassato al due, l’Italia finì comunque in procedura d’infrazione poi ritirata, anziché l’“abolizione della povertà” è arrivata la stagnazione, il governo gialloverde è esploso, molti di quelli del balcone non sono più ministri, lo stesso Di Maio pare promosso a una postazione di lusso ma inoffensiva. Di fatto però l’intero peso delle misure economiche vere sembra scaricato sulle spalle dei ministri Pd a cominciare da Roberto Gualtieri, del commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, oltre alla presidente della commissione Economia dell’Europarlamento Irene Tinagli. Tutti preoccupati.

 

Sarà già tanto evitare l’aumento Iva e iniziare una graduale riduzione delle tasse: tesoretti non ce ne sono, evocarli non ha mai portato bene, ma si direbbe che da questa realtà i 5s si sentono immuni.