La mappa dell'Italia bloccata

Enrico Cicchetti

M5s e Lega si punzecchiano sul decreto sblocca cantieri. Intanto ci sono 49 grandi opere sopra i 100 milioni di euro ancora ferme che migliorerebbero competitività e qualità della vita degli italiani

La scelta di approvare il decreto legge sblocca cantieri con la formula “salvo intese” è stata “relativa ad alcuni dettagli”, ha spiegato oggi a radio Capital il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Non è stato perché non facciamo il decreto. Siamo tutti d'accordo sul fatto che tutte le opere da nord a sud, isole comprese, sono prioritarie”. Per ora il provvedimento è stato licenziato dal Consiglio dei ministri senza l'elenco dei cantieri da sbloccare. Quindi nei fatti è ancora tutto da definire. L'intesa politica ancora non c'è e Matteo Salvini punzecchia gli alleati: nel testo preparato da Danilo Toninelli e supervisionato dal premier mancano molte cose, dice. Conte prova a sminuire: “Si parte divisi per colpire uniti”. Ma il tiremmolla tra M5s e Lega minaccia di proseguire per giorni.

  

Intanto c'è un paese fermo. L'Italia dovrà recuperare il crollo degli investimenti in opere pubbliche che, tra il 2005 ed il 2018, è stato del 59,4 per cento: quasi 26 miliardi di euro in meno negli ultimi 10 anni. Serve un “grande piano shock”, come lo ha definito il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, al convegno sulle infrastrutture di Altamura. Una terapia d'urto che rimetta in circolo “risorse già stanziate, occupazione, cantieri e territori”. Non c'è solo la Tav. Il sito sbloccacantieri.it ha raccolto tutte le grandi opere ancora al palo: le infrastrutture al collasso, le manutenzioni assenti, le opere incompiute e i cantieri che non partono. Sono 49 le grandi opere sopra i 100 milioni ancora bloccate. Si tratta soprattutto di opere di collegamento o ammodernamento di infrastrutture esistenti. Servirebbero a migliorare la competitività dei territori, la mobilità dei pendolari e a contenere il dissesto idrogeologico. Non solo, dallo sblocco delle opere deriverebbe una ricaduta sull'economia di 172 miliardi di euro e la creazione di circa 760 mila posti di lavoro. 

  

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