Giuseppe Conte ed Emmanuel Macron (foto LaPresse)

That's Tav, folks!

Redazione

Così Macron chiude il sipario sul tafazzismo infrastrutturale di Conte&Co.

Un incontro Macron-Conte davanti a un succo di frutta al Consiglio europeo, presentato da parte italiana come un summit sulla Tav per addossare più costi alla Francia, è terminato in modo imbarazzante per il governo. “E’ un problema italo-italiano, io non ho proprio nulla da discutere. I nostri bandi li abbiamo fatti e sono partiti”, ha detto preventivamente Emmanuel Macron. E poi: “L’Italia non può trasferire a livello europeo i suoi problemi interni, è sempre una perdita di tempo e io non ho tempo da perdere”. Chi pensava che la mitica analisi costi-benefici by Toninelli avesse indotto i francesi a un ripensamento e che gli sherpa dell’Eliseo lavorassero a una nuova entente cordiale è, tanto per cambiare, andato a sbattere contro la realtà. Giuseppe Conte ha smentito di avere chiesto una revisione della Torino-Lione: “Vogliamo che la Francia condivida la nostra analisi e ne parleranno i due ministri delle Infrastrutture”. Si può immaginare con quali risultati per gli anti Tav, visto che loro la revisione dei costi l’hanno fatta da tempo, che esiste un trattato internazionale e che Macron ha detto l’ultima parola.

 

Conte ha negato di avere chiesto alcunché, eppure il 9 marzo il premier aveva dichiarato via Fb di avere investito Macron e il presidente della Commissione Juncker di “un supplemento di riflessione, una interlocuzione con l’obiettivo di ridiscutere integralmente l’opera”. Non solo. Aveva anche detto che gli avis de marché della società italo-francese Telt erano “cosa ben diversa dai bandi di gara, e non potranno partire senza l’avallo dei due governi”. Ora abbiamo la conferma che gli avis sono l’equivalente dei bandi, che in Francia sono già partiti. L’Italia può ritirarsi, ma perderà soldi e tutto il resto. Conte ha anche pensato di spiegare perché Xi Jinping incontrerà a Parigi Macron, Angela Merkel e Juncker: “E’ un favore alla Merkel”. Ottenendo un’ulteriore ruvida risposta: “La Cina è un nemico sistemico dell’Europa”. Salvini, il famoso pro Tav, ha provato a difendere l’Italia dalle legnate di Macron, ma il massimo che è riuscito a dire è stato: “La Francia ci restituisca i 15 terroristi che bevono champagne”. “That’s all, folks”, Gatto Silvestro si è spiaccicato in galleria.

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