Nell'Italia del reddito di cittadinanza crescono i disoccupati

A febbraio ci sono stati 44 mila lavoratori dipendenti in meno. Il tasso di disoccupazione risale al 10,7 per cento. La recessione comincia a farsi sentire, sicuri che la risposta sia l'assistenzialismo?

L'Italia gialloverde sta male, soprattutto dal punto di vista economico. Le stime sulla crescita del pil diffuse in questi mesi concordano sul fatto che il 2019 non sarà l'anno bellissimo auspicato dal premier Giuseppe Conte. E adesso anche gli altri indicatori cominciano a mostrare segnali poco incoraggianti. Su tutti i dati sul lavoro diffusi questa mattina dell'Istat che mostrano, a febbraio, un lieve calo del numero degli occupati rispetto al mese di gennaio (-0,1 per cento pari a -14 mila unità) e anche del tasso di occupazione che passata dal 58,7 per cento al 58,6 per cento. Una conferma ulteriore del fatto che il paese non ha bisogno di mance assistenziali ma di creare crescita e lavoro. 

 

  

A calare sono soprattutto i dipendenti (-44 mila unità) sia permanenti (-33 mila) sia a termine (-11 mila). Che tradotto vuol dire che le aziende hanno iniziato a licenziare e quindi la recessione tecnica comincia a farsi sentire. Il tasso di disoccupazione sale così al 10,7 per cento rispetto al 10,5 per cento del mese precedente, con un aumento di 34 mila unità tra i i disoccupati, e un calo di 14 mila tra gli inattivi. 

 

 

Per quanto riguarda le fasce d'età il trend è sempre lo stesso. Calano gli occupati tra i 15 e i 24 anni (- 0,1 per cento), aumentano quelli tra i 25 e i 34 (+ 0,3 per cento). Il calo più significativo è tra i lavoratori con età compresa tra i 35 e i 49 anni (- 0,4 per cento). In ogni caso gli over 50 crescono dell’1,7 per cento, più del doppio degli under 35 (+ 0,8 per cento).