Una nuova caccia alle streghe

Giulio Meotti

Da Parigi a Toronto, i “trans Taliban” aggrediscono le femministe. Conferenze protette dalla polizia

Roma. Gli inquisitori domenicani Henricus Institor e Jacob Sprenger, autori del celeberrimo “Malleus maleficarum” sul quale si formarono i cacciatori di streghe, avevano l’incarico di “punire e correggere” il crimine noto come “perversione eretica”. La pira oggi è metaforica e ideologica, le streghe da farci salire sono le femministe eretiche e i nuovi inquisitori non indossano abiti clericali, ma quelli della “cancel culture” laica.

 

 

Centinaia di persone e attivisti per l’“inclusione” sono arrivati davanti a una biblioteca pubblica di Toronto per protestare contro la presenza non di un conservatore misogino, ma di Meghan Murphy, scrittrice femminista contraria alla teoria gender. “Siamo un’istituzione democratica e stiamo difendendo la libertà di parola”, si è difesa la biblioteca. Murphy e il pubblico hanno lasciato l’edificio nel centro di Toronto scortati dalla polizia e fra pesanti contestazioni. Il giorno dopo, la città canadese ha promesso che uno spettacolo simile non avrebbe mai più oscurato la reputazione della città. Due drag queen di nome Fay e Fluffy hanno annunciato che non sarebbero più andate in quella biblioteca a leggere libri per bambini. Una petizione che chiedeva la cacciata di Murphy aveva raccolto ottomila firme, mentre John Tory, sindaco di Toronto, ha dichiarato di essere “deluso” dalla biblioteca.

 

Almeno Murphy è riuscita a parlare. Meno fortunata è stata nei giorni scorsi la filosofa femminista Sylviane Agacinski, che avrebbe dovuto tenere una conferenza all’Università di Bordeaux sull’“essere umano al tempo della sua riproducibilità tecnica”. L’ateneo ha deciso di annullare l’evento “a causa delle minacce violente”. Agacinski, come Murphy, è una femminista classica, a favore delle nozze gay ma contro l’adozione dei figli, la teoria gender e pratiche come la maternità surrogata. Nel suo libro per Gallimard, “L’Homme désincarné. Du corps charnel au corps fabriqué”, Agacinski dice che si è passati dal vecchio femminismo di “il mio corpo mi appartiene” a quello nuovo, “io sono il mio corpo”.

 

 

Questa estate, dopo una conferenza all’Università di Edimburgo, Julie Bindel, giornalista lesbica e femminista, è stata aggredita da una attivista trans. Anzi, “trans Taliban”, come le ha definite Bindel sullo Spectator. Studenti e professori della University of the Arts, a Philadelphia, hanno chiesto che la femminista Camille Paglia venisse licenziata. Troppo originale il suo pensiero, troppo allieva di Harold Bloom, troppo contraria al “lato antisex e dottrinario” di un femminismo che chiama “privilegio infinito del vittimismo”. E cosa è successo a Germaine Greer, altra icona femminista, che si è schierata apertamente contro il gender? Le hanno impedito di parlare all’Università di Cardiff, in Inghilterra. Greer aveva dichiarato che non ci avrebbe messo piede se l’università non avesse potuto garantire che “la gente non mi tirerà la roba addosso. Ho 76 anni, sono troppo vecchia per queste cose”.

 

 

Femministe che credono ancora che la differenza sessuale sia biologica e non culturale; per le quali non tutto ciò che può essere fatto tecnicamente è lecito moralmente; che, più che ai pronomi neutri, tengono alle donne e che non considerano la storia occidentale come un misfatto patriarcale. Tempo fa, Camille Paglia portò in aula “Go Down, Moses”. “Subito mi sono accorta con orrore che nessuno degli studenti aveva riconosciuto il nome ‘Mosè’. Così ho pensato: oh mio Dio, quando Mosè viene cancellato dall’occidente, cosa rimarrà della civiltà occidentale?”. Ma che stregoneria è questa?

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.