La nave Diciotti della Guardia costiera (foto LaPresse)

La Diciotti attracca a Trapani. Ma Salvini non fa scendere nessuno

Redazione

Il ministro delle Infrastrutture autorizza lo sbarco della Diciotti a Trapani dopo un braccio di ferro col Viminale. E la versione del governo sull'ammutinamento sembra sempre più debole

Matteo Salvini insiste sull'arresto dei responsabili del presunto dirottamento del rimorchiatore privato Vos Thalassa come condizione per autorizzare l'attracco in Sicilia della Diciotti, la nave della Guardia costiera che trasporta i 67 migranti salvati lunedì. La nave è ora finalmente ormeggiata al porto di Trapani, ma il ministro dell'Interno ha dichiarato da Innsbruck, dove è impegnato in un vertice europeo sull'immigrazione, che non permetterà a nessuno di scendere finché non si puniranno i colpevoli del presunto dirottamento del rimorchiatore che aveva salvato i migranti.

  

Dopo molti rinvii (la Diciotti era attesa a Trapani già ieri pomeriggio), sembra essere finito così il braccio di ferro tra ministeri, in particolare tra quello delle Infrastrutture e quello dell'Interno. Il primo, guidato dal grillino Danilo Toninelli, è competente per la gestione dei porti e della Guardia costiera. Il secondo, guidato da Salvini, rivendica invece la linea dura nei confronti dei presunti dirottatori. Ieri, il vicepremier Luigi Di Maio aveva ricordato al ministro dell'Interno che porre delle condizioni all'attracco di un'unità della Guardia costiera in un porto italiano era "impensabile". Ma il capo del Viminale non intende cedere.il In un primo momento la Diciotti era diretta verso il molo Ronciglio di Trapani, evidentemente autorizzata dal ministero competente, cioè quello delle Infrastrutture. Lo sbarco era stato previsto per stamattina alle 11, dopo che la nave era stata costretta alla fonda al largo di Marsala per permettere agli investigatori della Sco giunti a bordo di avviare le prime indagini. Poi, col passare delle ore, la Diciotti è tornata ad allontanarsi ed è rimasta al largo di Trapani perché la Capitaneria non ha ricevuto l'ordine necessario per autorizzare l'attracco. 

    

 

Tra i migranti a bordo due sarebbero stati denunciati – a decidere sarà comunque la procura di Trapani – anche se emergono dubbi su cosa sia effettivamente successo a bordo del Vos Thalassa. Secondo i primi interrogatori svolti dagli agenti dello Sco, non ci sono elementi per ipotizzare reati gravi nei confronti dei due sospettati di avere dirottato il rimorchiatore (è questa l'unica condizione che autorizzerebbe l'arresto immediato al momento dello sbarco). E dalle pagine della Verità, il quotidiano di Maurizio Belpietro, un'intervista rilasciata dal responsabile tecnico della Vroon Offshore Services, la società di Genova proprietaria del Vos Thalassa, emerge una versione molto diversa da quella diffusa dal governo. A bordo del rimorchiatore ci sarebbe stata molta agitazione, ma nessun ammutinamento. 

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