Salone d'ingresso Hotel Excelsior Venezia (foto da Wikipedia)

Venezia 2023

Colazione all'Hotel Excelsior, tra gli attori e i registi in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia

Gaia Montanaro

Luogo iconico che ospitò la prima edizione del Festival. Tra facoltosi ospiti stagionali e star del mondo cinematografico, una settimana di contrasti

È forse il luogo più rappresentativo della Mostra del Cinema di Venezia (anche perché di fatto il festival è nato tra le sue mura). L’Hotel Excelsior Venice Lido Resort pullula di anime, cinematografiche e non, che si assiepano nella lobby, al ristorante ma soprattutto nelle varie terrazze dell’albergo (Terrazza Cinematografo, you know). Qui ospiti stagionali, per lo più stranieri, rigorosamente iper-facoltosi e nel cliché (avendo scelto di passare le vacanze al Lido di Venezia, città nell’iconico immaginario di ogni buon forestiero occidentale che si rispetti) si ritrovano letteralmente invasi dal carrozzone cinematografico (più nostrano che internazionale, quest’anno). Nella sala della colazione, vista mare (e parzialmente cabine marittime), gli attori e i registi in concorso si avvicendano ai tavoli: chi predilige una colazione continentale, chi dolce e chi salato (a onor del vero c’è anche chi prende di tutto un po’, replicando certi retaggi culturali per cui, nel dubbio, meglio avanzare pile di croissant, uova e pancetta piuttosto di doversi rialzare a servirsi una seconda volta).  È tutto un salutarsi, spesso a distanza e con leggeri cenni del capo, tutto un susurrare – più in francese che in inglese - tutto un mondo affettato di gente che sa cos’è lo chic (sul red carpet) ma poi a volte scende a far colazione in pantofole. La vera differenza però non la fa il vestiario ma le maniere. Da pochi dettagli – come si sta seduti a tavola, come ci si relaziona con gli altri commensali, dove si poggia il tovagliolo – si comprende la natura di certi rituali e convenzioni sociali.

E poi c’è, come potersene dimenticare, la componente artistica. Nel senso che qualche personalità larger then life c’è ancora nel mondo cinematografico. A volte, la grandezza si mostra per sottrazione, altre per una spiccata vena anticonformistica. In generale, la sensazione è che ci si trovi in un paesotto agghindato a festa dove, comunque, si conoscono già un po’ tutti. L’Excelsior in questa settimana di Festa vive di contrasti: piani dedicati alle grandi star e piani dove si tengono incontri tra chi lavora nell’industria. Un enorme alveare dove ti può capitare di andare alla toilette e incontrare qualcuno che poi la sera sfilerà sotto i riflettori, facendoti sperimentare un perenne senso di prossimità straniante ma anche un po’ galvanizzante.  Echi del passato – e dello splendore cinematografico che fu – si ritrovano nei vari ritratti di grandi attori appesi nella hall, recente innesto nella storia di un edificio che ha cambiato pelle molte volte negli anni. Inaugurato nel 1908 su progetto dell’architetto Giovanni Sardi con un’enorme festa, l’Excelsior ha uno stile eclettico veneto-bizantino ed è stato più volte rimaneggiato con innesti decorativi di gusto settecentesco. Pezzo forte, da sempre, è la sua terrazza che ha ospitato la prima edizione della Mostra del Cinema, dove è stato proiettato Dr. Jeckyll e Mr Hide. Da lì in poi, diversi cineasti hanno scelto l’albergo del lido come sfondo per le loro scene. Un fra tutti, Sergio Leone che in C’era una volta in America fa pasteggiare i suoi protagonisti nel ristorante dell’albergo vista mare. Un albergo che è un substrato di epoche, stili, che ha incluso personalità emblematiche nelle varie epoche. Per una settimana l’Excelsior diventa un circo rutilante, un incubatore di umanità varia, spesso naif e fulgida per la propria spiccata identità (nel bene e nel male). La sera tardi tutto si placa, gli ambienti si vuotano, anche le musiche dalle terrazze accanto pian piano si smorzano fino a scomparire. È allora che si intravvede una poesia diversa, venata di malinconia. Si scorge un impalpabile albergo e difronte tutto il mare.