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Venezia 2023

Dimmi il red carpet che hai e ti dirò chi sei

Gaia Montanaro

Stuoli di fan si assiepano per vedere anche solo per un momento le loro star preferite. Dalle ragazze pallide e filiformi che aspettano Nikolaj Arcel e Mad Mikkelsan al pubblico impegnato di Saverio Costanzo. Cronache da Venezia

Dimmi il red carpet che hai e ti dirò chi sei. Il tappeto rosso di Venezia è indubbiamente tra gli scorci più iconici della Mostra del Cinema. Stuoli di fan, più o meno agguerriti, si assiepano per vedere passare anche solo per un momento le loro star preferite, per avere un autografo, un cenno del capo. Nella realtà, il red carpet è assai più corto di quanto si possa pensare, presidiato da fotografi che gridano – scompostamente – i nomi dei vari attori per immortalarli, a beneficio del resto del pubblico (anch’esso urlante).

Gli astanti del red carpet hanno la tigna e l’organizzazione di chi partecipa ai grandi eventi da una posizione privilegiata (e guadagnata con il sudore della fronte). Stazionano per ore, alcuni si portano le sedute da casa, beveraggio e generi di conforto compresi. Transitando davanti all'iconico tappeto rosso a svariati orari del giorno si può intuire, con un buon margine di certezza, chi sarà a sfilare la sera e quale sarà la premiere in sala grande.

Oggi pomeriggio, ad esempio, netta maggioranza di ragazze giovani, pallide e filiformi, tatuaggi bene in vista e un che di punitivo - decadente. La sensazione, ad uno sguardo esterno, è che si conoscano già tutte. O per lo meno, che si riconoscano. Sono sodali, si scambiano bottigliette d’acqua, conversano per tenersi occupate nell’attesa, nello specifico, della prima di Bastarden – The Promise Land, di Nikolaj Arcel (in effetti, il punitivo aveva un afflato nordico, a ben pensarci). Transitato Mad Mikkelsan, fatti gli urletti di rito, osservati i look (senza grande entusiasmo, le astanti si capisce che privilegiano altro), la proiezione inizia e il cordolo del tappeto rosso si svuota. Le ragazze sciamano via e, come in una staffetta, subentrano nuovi professionisti dell’attesa motivata.

Gli altri due film di oggi alla Mostra del Cinema di Venezia sono il perturbante Poor Things di Yorgos Lanthimos (con Emma Stone, Mark Ruffalo e William Dafoe) e Finalmente l’Alba di Saverio Costanzo. Qui i pubblici cambiano nettamente: Lanthimos chiamerebbe personalità algide, affettate e con un che di naif ma l’assenza di star di peso qui a Venezia ne depotenzia un po’ l’appealing. Costanzo invece porta una storia impegnata e personalità più trasversali. Stasera, nella sezione Orizzonti Extra, verrà proiettato anche l’esordio alla regia di Micaela Ramazzotti, Felicità, con protagonista Sergio Rubini. Anche le star nostrane suscitano curiosità (o comunque, di necessità virtù). Vista la Ramazzotti, possibile una maggiore delegazioni di fan uomini.

Ogni sera, quando le luci dei riflettori si spengono, si da una pulita al tappeto rosso. In attesa di nuove premiere, nuove falcate, nuove star. Non di rado, di qualche gabbiano, anche lui pronto per il suo momento di gloria.

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