L'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo dove si svolgono le udienze del processo sulla presunta trattativa (foto LaPresse)

Perché la Trattativa è ancora solo “presunta”

Massimo Bordin

Appunti sulla "Madre della Costituzione" e sulla madre di tutti i processi

Una lettera aperta, pubblicata dal giornale online Antimafiaduemila, si occupa di una puntata di questa rubrica dedicata alla cerimonia, che si svolgerà il prossimo 8 marzo nel rettorato dell’Università di Catania, nella quale la signora Anna Galatolo, moglie del pubblico ministero Antonino Di Matteo, verrà insignita del premio “Madri della Costituzione” dalla fondazione catanese “La città invisibile”. Gli addebiti, per così dire, civilmente esposti dalla dott.sa cav. Alfia Milazzo, che della fondazione è presidente, riguardano alcune questioni di merito. Tralascerei la dipendenza della fondazione da finanziamenti pubblici. Nulla a riguardo era scritto nell’articolo oggetto della lettera. Sul senso della iniziativa, a ridosso della sentenza del processo nel quale si è così impegnato il dottore Di Matteo, consentirà la presidente Milazzo si possa avere una opinione diversa dalla sua.

  

Un punto della lettera è però intrigante, quando viene contestato l’uso dell’aggettivo “presunta” alla famosa trattativa che, sostiene la presidente, sarebbe acclarata per sentenza dalla Corte d’assise di Firenze. L’argomento è caro a Marco Travaglio che sostiene come poche righe incidentali in una sentenza che ha per oggetto la responsabilità in una strage di un singolo mafioso, tale Tagliavia, diano valore di cosa giudicata alla famosa trattativa. Per la verità lo stesso Travaglio ha definito un’altra sentenza, anch’essa definitiva, sulla mancata cattura di Provenzano, come una bomba devastante nei confronti della tesi della trattativa proposta dai PM palermitani. Come minimo le due sentenze si annullano e fra poco ci sarà quella della madre di tutti i processi. E se li assolvono?

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