La moglie di Di Matteo, "madre della Costituzione"

Massimo Bordin

Ad Anna Galatolo, sposata al procuratore che ha appena concluso la sua requisitoria nel processo sulla Trattativa, va un premio per il sacrificio delle donne vicine a personalità minacciate dalla mafia

Alle sei della sera dell’otto marzo, nell’Aula magna del rettorato dell’Università di Catania la signora Anna Galatolo riceverà il premio “Madri della Costituzione”, conferitole dalla associazione La città invisibile, che si occupa dei minori dei quartieri disagiati di Catania, in particolare attraverso la loro educazione musicale. Il pomeriggio sarà infatti allietato dalla musica dell’orchestra sinfonica “Falcone e Borsellino” composta dai ragazzi di due quartieri catanesi dove la fondazione opera. La notizia è rimasta confinata nella informazione locale ma ha un suo rilievo. La signora Anna Galatolo è infatti la moglie del procuratore Antonino Di Matteo che, come è noto, ha appena concluso la sua requisitoria, insieme ad altri tre colleghi, nel controverso processo sulla cosiddetta trattativa stato-mafia, che probabilmente intorno alla metà di marzo arriverà a sentenza.

 

La motivazione del premio nell’elevare la signora Galatolo a madre della Costituzione si pronuncia nel merito del processo intendendo evidenziare, contro ogni forma di occultamento e di strumentale riduzionismo, il significativo sacrificio delle famiglie, e delle donne in particolare, che sono prossime a personalità minacciate dalla mafia e che, come i loro congiunti, hanno offerto, in lunghi anni di vita nascosta e invisibile, sostegno, conforto morale, incoraggiamento e resilienza, esempio a chi lotta per la ricerca della verità e della giustizia. Qui, senza nulla ridurre o strumentalizzare, ci si limita a osservare che, evidentemente esaurita la fase delle cittadinanze onorarie, si è passati alla premiazioni col patrocinio della regione Sicilia. E se poi li assolvono?

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