Luigi Di Maio e Matteo Salvini (Foto LaPresse)

Autonomia... dal M5s

Roberto Maroni

Salvini si liberi dai grillini per realizzare una riforma chiesta da milioni di veneti e lombardi 

Questo è il quinto pezzo che scrivo sull’autonomia. I precedenti: “Il nord vuole l’autonomia”, “Cercasi autonomia” “Ministra Stefani non ci deludere”, “Il migliore abbraccio all’Umberto è far passare l’autonomia”. Concludevo quest’ultimo omaggio a Bossi con un suggerimento a Salvini: se Di Maio non vuole l’autonomia esci dal governo. Ritorno sul tema a me molto caro, a me e anche ai milioni di cittadini che il 22 ottobre 2017 hanno votato Sì ai referendum organizzati da Lombardia e Veneto. Ci torno perché ancora una volta la navigazione verso l’attuazione dell’autonomia si è incagliata. Il M5s proprio non ne vuole sapere. Parlano di “gabbie salariali” legate all’autonomia che danneggerebbero le regioni del sud. Palle: le gabbie esistono già, ma sono “gabbie fiscali”, tutte a carico delle regioni virtuose, quelle del nord per intenderci.

 

Dati alla mano: i cittadini del nord versano ogni anno quasi 100 miliardi di tasse in più di quanto ricevono dallo stato. Soldi che vanno a finanziare le inefficienze di molte regioni del sud. È giusto? No. Come si rimedia? Con l’autonomia differenziata, che introduce il principio di responsabilità: tu governi bene la tua regione e sei premiato, se sprechi i soldi pubblici con assunzioni clientelari o costi astronomici per fare le stesse cose che al nord costano un decimo, beh, paghi tu. È una rivoluzione virtuosa. Culturale prima che fiscale. È per questo che il M5s non ci sta? E allora, Matteo: AUTONOMIA SUBITO. Anche dal M5s se serve. Stay tuned.

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