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Nord e sud a scuola ci sono già, purtroppo

Redazione

L’autonomia, l’Invalsi e il vero buco nero: cioè i concorsi “prendi e scappa”

La discussione interna alla maggioranza sulle autonomie regionali differenziate pare si sia bloccata sulla questione scolastica. Il tema su cui si è sviluppato il contrasto è la concezione generale della scuola, che è ragionevole mantenga un indirizzo unitario a livello nazionale. La tesi secondo cui una gestione territoriale di alcuni aspetti organizzativi della scuola creerebbe una differenza tra nord e sud trascura però il fatto, reso evidente dai test Invalsi, che questa differenza esiste già nel sistema scolastico nazionale attuale. Quello che invece è stato trascurato è il tema, concretamente assai rilevante, del funzionamento. Il sistema di reclutamento per concorsi nazionali ha creato fasce colossali di precariato, che poi vengono periodicamente ristrette con sanatorie, salvo ripresentarsi nel giro di qualche mese. Il diritto dei docenti appena messi in cattedra in una regione a ottenere un rapido avvicinamento alla loro città di origine provoca da sempre una girandola di spostamenti che, solo negli ultimi quattro anni, ha interessato circa 350 mila cattedre, con effetti disastrosi sulla continuità didattica.

  

 

Si può anche affermare che ai concorsi regionali possano partecipare tutti, ma bisogna che le cattedre, una volta assegnate in una regione, restino stabili per un periodo ragionevole. Lo stesso vale per le supplenze, per le funzioni direttive e in generale per tutto il personale scolastico. Anche sull’uniformità dei programmi si può eccepire, in particolare per le discipline più legate a specifiche attività professionali, settori nei quali è utile far corrispondere il più possibile la formazione scolastica alla specifica domanda di lavoro presente sul territorio, come richiedono le imprese. Una articolazione che corrisponda sia alle esigenze di funzionamento del sistema scolastico, sia di una sua maggiore corrispondenza alle reali esigenze formative dei giovani delle diverse aree territoriali, può essere l’occasione per superare gli aspetti pigramente autoreferenziali di un sistema formativo che mostra sintomi evidenti di invecchiamento e di burocratizzazione corporativa.

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