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A MasterChef il Maestro Massari mette tutti in riga, ma le eliminazioni non convincono

Mahatma

Attesa come l'acqua nel deserto, arriva la puntata con il grande pasticcere. Esterna tra preti e seminaristi, pressure tosto. Il gruppo è ormai ridotto, ma le bocciature di ieri sera scatenano le polemiche

Alla fine, a riportare con i piedi a terra i concorrenti di MasterChef (ogni giovedì alle 21.15 su SkyUno) è sempre lui, il maestro Iginio Massari. Lo attendevamo come l’acqua nel deserto e puntualmente è arrivato. Il terrore sul volto degli aspiranti chef era palese, lo sguardo severo di Massari passava in rassegna i nove superstiti mentre illustrava le tre tipologie di torte da cerimonia che avrebbero dovuto preparare (all’americana, all’italiana e alla francese). Un Invention test particolarmente ostico, dunque. I giudici salgono in balconata e assistono dall’alto allo spettacolo. Il pasticcere fa piangere Gloria, distrugge Salvatore e Gilberto, si mostra un po’ misericordioso quando concede “dieci secondi per andare in dispensa a prendere il latte”, iniziando la conta a voce alta alla stregua di un perfetto kapo. Massari è come una slavina, sorride di gusto nel vedere una crema fatta male o un pan di spagna poco inzuppato. Alla fine è un trionfo di complimenti: “Lei ha il sorriso dello sconfitto”, “Potresti vincere il primo premio per l’imperfezione”, “Ti da un senso nella masticazione di soffocamento”. Vince Valeria – che era risultata la migliore anche alla Mystery Box, prova in cui si doveva replicare (migliorandolo) il piatto grazie al quale avevano superato le selezioni – mentre i due peggiori risultano Gilberto e Salvatore. E qui accade l’imprevedibile: è proprio quest’ultimo, il comandante di mercantili siciliano a dover salutare tutti. Un colpo, anche perché Salvatore mai era risultato tra i peggiori. Il pubblico di Twitter è insorto: ma come, un concorrente degnissimo viene eliminato alla prima defaillance e per di più nella prova di Massari? E’ MasterChef o Bake Off, si domanda inviperito qualcuno. In effetti, a parità di risultato, forse i giudici avrebbero potuto salvare lui e mandare all’inferno Gilberto, che comunque di certo non è il punto debole dell’edizione rimasto ancora in gara.

 

L’esterna è a Roma, dietro San Pietro. La missione è quella di preparare un pranzo basato su ricette tratte dalla Bibbia per un gruppo di seminaristi e uno di sacerdoti che poco prima si erano affrontati in una partita di calcio amichevole (una “super Clericus Cup”, il torneo vaticano tra religiosi). Joe Bastianich ricorda i suoi trascorsi da studente di teologia dai gesuiti di Boston, Cannavacciuolo canticchia il Salve Regina in latino, Locatelli ammonisce le brigate che si tratta di uomini di fede ma che comunque hanno appetito. Negli spogliatoi conosciamo due tipi curiosi: l’attaccante seminarista che di nome fa Deogratias (nome di battesimo) e il prete Diego Armando. Scontato il commosso abbraccio di Cannavacciuolo. Prova non complicatissima che viene vinta nettamente (21-6, ormai caratteristica dell’edizione) dal team capitanato da Valeria. Al Pressure test ci vanno Gilberto, Alessandro, Loretta e Federico. Barbieri inizia soft, spiega che il compito è di cucinare una pasta. Ma non una pasta qualunque, bensì una preparata da chef stellati. Il primo a salvarsi è Gilberto, che risulta il migliore nel replicare una cacio e pepe cotta in vescica di maiale. Parentesi: per quale motivo bisognerebbe cucinare una cacio e pepe in una vescica di maiale? Ai posteri l’ardua sentenza. Secondo step: il rigatone dolce con crema di mozzarella. Vince Alessandro. Terzo e ultimo, una carbonara particolare a forma di gelato. E’ il duello che vede contrapposti Loretta e Federico. A essere eliminato è il giovane pescatore veneto.

 

Restano in gara in sette, chiaramente divisi in tre gruppi: Valeria, Gloria, Guido sono i migliori (ci sarebbe stato benissimo anche Salvatore), Loretta e Gilberto sono una via di mezzo, Giuseppe e Alessandro sono invece gli anelli debolissimi dell’edizione. Vedremo cosa comporterà l’ulteriore scrematura del gruppo la prossima settimana.

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  • E' nato al nord (non serve dire dove né quando, anche perché sono informazioni buone per necrologi e che poco interessano il lettore più o meno interessato). Si considera maturo quanto a età, meno a dotazione intellettuale. Non se ne cruccia, sapendo che la capacità d'elaborazione mentale in codesto mondo non deve essere per forza alta (d'altronde Hegel e Kafka non sono più bestseller da qualche decennio). Segue lo sport in generale a eccezione delle bocce, del sumo e del golf, che considera una delle più grandi sciagure capitate all'umanità, quasi quanto lo sport trasmesso sulle reti Rai. (ne parla sovente su questo giornale) Appassionato di cucina televisiva, ama le pentole che si vedono a MasterChef (delle cui puntate cura periodicamente le recensioni sempre su questo giornale) e soprattutto la relativa dispensa. Ricorda con rimpianto la tv del cane di Paolo Limiti, Floradora.