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Nella sofisticata cucina di MasterChef vince il minestrone. Chapeau

Mahatma

Altre due eliminazioni, la classe resta con tredici aspiranti chef. Dissidi nel gruppo e prove complicate non indicano ancora chi potrebbe puntare davvero alla vittoria finale

E’ commovente vedere che a MasterChef (ogni giovedì alle 21.15 su SkyUno) si può vincere una prova – nella fattispecie la Mystery Box – preparando un semplice minestrone. Salvatore, il comandante di mercantili palermitano, si dimostra intelligente. Davanti a sé aveva, come i suoi colleghi aspiranti chef, solo verdure peraltro bruttine. La richiesta era di fare un piatto vegetariano. Nelle precedenti puntate Salvatore era stato sgridato dai giudici perché faceva troppo il figo: piatti complicatissimi, miriade di ingredienti, e risultati buoni ma niente di più. Stavolta punta sulla semplicità e fa bingo. E siccome chi scrive adora zuppe, minestre e minestroni, non può che apprezzare il premio. E’ la dimostrazione che anche un piatto del genere può impressionare tanto quanto il più sofisticato dei piccioni.

  

Invention test classico: Salvatore doveva decidere chi avrebbe cucinato in 60 minuti, chi in 45, chi in 40, chi in 35 e chi in 30. Ingredienti misteriosi, nascosti in scatole dai prezzi differenti. I primi che partono, saggi, scelgono quelle che costano meno: pochi ingredienti dal prezzo contenuto. Gli ultimi, sfortunati e con meno tempo a disposizione, spesso si sono trovati ad avere a che fare con la scatola di pregio (aragosta). Parecchi hanno fatto fiasco, tra cotture sbagliate, dosaggi degli ingredienti errati, idee confuse. Ci ha rimesso Vito, che effettivamente era uno dei meno forti della classe. Nessun rimpianto, anche perché – come hanno fatto notare i giudici – c’è parecchio da lavorare sulla tecnica. A vincere la prova è stata ancora una volta la friulana Gloria, che con un antipasto poverissimo è riuscita a concepire un piatto gourmet che Bastianich metterebbe in menù a 20 dollari. Capitana in esterna per la seconda volta (la prima è andata malissimo), avrà il grembiule rosso.

 

Si va alla scuola di cucina Italian chef academy di Roma per festeggiare il quarantesimo compleanno dell’Associazione italiana persone down. Saranno proprio loro ad aiutare le due brigate nella preparazione dei menù per i sessanta ospiti. Guido tende a sovrastare Gloria, la quale si impone solo dopo essere stata richiamata ai suoi doveri di capitano da Bruno Barbieri. Guido, che se la tira un po’ (e non da questa puntata), quasi s’ammutina, prima di recuperare un barlume di lucidità rimettendosi in carreggiata. Ancora una volta enorme è stata la differenza nel punteggio della prova: per 46 voti a 14 hanno vinto i rossi. Per la squadra di Gloria e Guido, il Pressure. Che dovranno fare assieme, visto che il primo step è a coppie. Alessandro, Samuele  Gilberto restano in gara: due salvi, uno a casa. E a casa ci va Samuele, il macellaio. Peccato.

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  • E' nato al nord (non serve dire dove né quando, anche perché sono informazioni buone per necrologi e che poco interessano il lettore più o meno interessato). Si considera maturo quanto a età, meno a dotazione intellettuale. Non se ne cruccia, sapendo che la capacità d'elaborazione mentale in codesto mondo non deve essere per forza alta (d'altronde Hegel e Kafka non sono più bestseller da qualche decennio). Segue lo sport in generale a eccezione delle bocce, del sumo e del golf, che considera una delle più grandi sciagure capitate all'umanità, quasi quanto lo sport trasmesso sulle reti Rai. (ne parla sovente su questo giornale) Appassionato di cucina televisiva, ama le pentole che si vedono a MasterChef (delle cui puntate cura periodicamente le recensioni sempre su questo giornale) e soprattutto la relativa dispensa. Ricorda con rimpianto la tv del cane di Paolo Limiti, Floradora.