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Prima strage a MasterChef 8. Tutta colpa delle frattaglie di pesce

Mahatma

Concorrenti in grande difficoltà con il quinto quarto di pesce. I giudici ammettono: "Era una prova tosta". Il livello si mantiene alto, il meccanismo funziona

Di piatti-schifezza, nelle prime due prove della puntata di MasterChef andata in onda ieri sera (ogni giovedì alle 21.15 su SkyUno), se ne sono visti diversi. Ma la cosa non deve ingannare: tanti concorrenti hanno toppato perché il livello della gara è altissimo, già alla seconda puntata di sfide. La Mystery proponeva una carrellata di ingredienti utili per conciliare il sonno (coniglio, gamberi, pomodoro, cavolo) ai quali bisognava aggiungere una tazzina di caffè liquido. Non proprio una passeggiata, come hanno peraltro riconosciuto i quattro giudici. Eppure sono stati ben quattro i migliori. Il loro premio? Niente Invention test. Ed è stata una benedizione, considerato quel che sarebbe toccato ai colleghi: realizzare un piatto usando il quinto quarto di pesce, ossia le frattaglie. Ad alcuni è andata peggio: una bella ricciola intera da sventrare, pulire, squamare e utilizzare come elemento principale del piatto. Una strage. Lacrime tra le signore di mezza età, cuochi che non sapevano il nome del pesce il cui fegato avevano cucinato, concorrenti che per decorare il risotto avevano messo pezzi di cuore bruciato. Bruno Barbieri ammette: “Era tosta”.

  

Ma è proprio questo quel che vogliamo vedere in MasterChef: sangue che scorre e pietanze che probabilmente non assaggeremo mai. Di certo non si rimane svegli fin quasi alla mezzanotte per vedere impiattare un panino con stracchino e salame ungherese. Vince lo studente trentasettenne di Medicina (è all’università da diciassette anni, fatto che dovrebbe far riflettere sullo stato dello studio in Italia), che si sceglie la brigata in esterna – menù sudamericano per la Quinceañera, la festa di compleanno di una quindicenne che entrava in età matura – e clamorosamente perde ottenendo solo 20 voti contro i 60 andati alla squadra blu, formata dagli scartati, coloro che erano reputati i più deboli della squadra. Andò così anche la scorsa settimana, con un risultato ancora più netto. Chapeau al montaggio di MasterChef che aveva fatto intendere un andamento opposto della gara.

 

Pressure test sulla patata: primo step, patatine fritte. Secondo step, purè. Terzo step, gnocchi. Anche qui, niente faville da parte dei concorrenti, si salvano i meno peggio. Se ne va Tiziana, che a dire il vero sembrava essere uno degli anelli deboli dell’edizione – l’altro, Caterina, era stata eliminata all’Invention delle frattaglie. In generale si conferma un’edizione interessante, l’amalgama dei giudici funziona ancora bene, avendo finalmente deciso di mettere la cucina davanti alla chiacchiera che aveva ormai stancato. Locatelli cresce puntata dopo puntata, ha già conquistato la scena. Il meccanismo della gara è di base lo stesso delle altre sette edizioni, ma i ritocchi – Pressure più combattuto, Mystery meno rigida nel suo svolgimento – hanno ridonato vitalità a un format che aveva iniziato a dare fisiologici segni di stanchezza.

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  • E' nato al nord (non serve dire dove né quando, anche perché sono informazioni buone per necrologi e che poco interessano il lettore più o meno interessato). Si considera maturo quanto a età, meno a dotazione intellettuale. Non se ne cruccia, sapendo che la capacità d'elaborazione mentale in codesto mondo non deve essere per forza alta (d'altronde Hegel e Kafka non sono più bestseller da qualche decennio). Segue lo sport in generale a eccezione delle bocce, del sumo e del golf, che considera una delle più grandi sciagure capitate all'umanità, quasi quanto lo sport trasmesso sulle reti Rai. (ne parla sovente su questo giornale) Appassionato di cucina televisiva, ama le pentole che si vedono a MasterChef (delle cui puntate cura periodicamente le recensioni sempre su questo giornale) e soprattutto la relativa dispensa. Ricorda con rimpianto la tv del cane di Paolo Limiti, Floradora.