Il Viola Park è un salto nel futuro della Fiorentina e un calcio alla burocrazia

Il centro sportivo ha regalato alla squadra di Firenze un nuovo palcoscenico e una dimensione economica e sportiva che non aveva mai avuto prima. E ha dimostrato che l'ostinazione di un privato può rendere reale ciò che sembrava impossibile

Andrea Trapani

In piena estate il Viola Park aveva aperto i battenti per ospitare il ritiro della Fiorentina, una lunga rincorsa contro i tempi della burocrazia che si era fermata a un passo dall’apertura al pubblico. C’era una parola di troppo, a luglio era quasi tutto pronto per l’inaugurazione che si è svolta ieri. Oggi quel ‘quasi’ non c’è più e chi esce a Firenze Sud può finalmente prendere il viadotto Marco Polo per entrare al nuovo centro sportivo. Non è stato un percorso così banale.

 

Un centro sportivo con la questione stadio ancora irrisolta

Siamo onesti: un’opera pensata e realizzata in meno di quattro anni può permettersi un ritardo del genere, soprattutto in Italia. Il merito è stata l’ostinazione di un privato che ha cercato di fare qualcosa a Firenze (e per Firenze), tanto caparbio da aver dato il proprio nome alla struttura. Un centro che ha una storia lunga decenni e che, nei racconti dei fiorentini più scanzonati, stava per diventare una specie di feticcio impossibile da vedere realizzato. Invece c’è ed esiste, anche se “non siamo a Firenze ma a Bagno a Ripoli” come sottolinea Rocco Commisso con quella malizia che mostra ancora le lacerazioni di una ferita per la questione stadio. Lo ha detto davanti a un pubblico qualificato: la politica locale era presente in massa, si vota l’anno prossimo, vietato mancare, anche perché – nonostante tutto – il Viola Park rappresenta una storia di burocrazia e politica andata a buon fine. La ferita però rimane e non a caso ha iniziato a ‘sanguinare’ proprio nel mezzo della festa quando, tra gli applausi per tutti, qualche fischio dagli spalti se l'è preso Dario Nardella.

Il problema viene da lontano: se da una parte l’amministrazione vuole dare una nuova vita al “Franchi”, dall’altro lato il vecchio stadio non piace a Commisso e i fondi del Pnrr sono parzialmente scomparsi mentre un buon numero di tifosi si sente orfano di un’opera che l’attuale proprietà americana avrebbe fatto a proprie spese. Insomma la campagna per le prossime amministrative fiorentine si annuncia calda, lo stadio sarà uno dei temi principali per tutti i candidati. Per questo calcio e politica sono l’equivalente della storia dell’uovo e della gallina: "Le cose in Italia possono essere fatte”, ha ribadito il patron viola ai giornalisti, “spero questo possa essere un esempio. Fate investire chi ne ha voglia, l'Italia e il suo calcio hanno bisogno di nuovi stadi, sono i più vecchi d'Europa. Io avrei voluto, ma ormai è tardi, ho speso troppo qui. La burocrazia deve capire che si deve aiutare il calcio, la terza o quarta più grande industria d'Italia”. Stadio a parte, i festeggiamenti non si sono mai interrotti.

 

Lo stupore dei tifosi, i complimenti di Uefa e Fifa

Tra i presenti la parola d’ordine è sorpresa, ovvero quella sensazione che prevale a ogni passo del tour guidato organizzato dalla società: il vero spirito di una simile novità si è potuto assaporare camminando con i tifosi, che si muovevano in gruppi organizzati all’interno della struttura come se fosse in corso il remake di qualche gita scolastica degli anni Novanta. Un evento che ha avuto il merito di risvegliare una città sonnacchiosa che finalmente avrà qualcosa di nuovo da raccontare: ovunque si udivano esclamazioni di stupore, tra chi ammirava i campi, chi scopriva la cappella per i matrimoni e chi vedeva da vicino la palestra della prima squadra.

In parallelo l’avveniristica ‘media room’ stava ospitando i più importanti personaggi dello sport contemporaneo, Commisso sceglie bene chi invitare: è casa sua, ci tiene a ribadirlo, non c’è modo di fargli cambiare idea, per questo non solo (quasi) tutta Firenze era qui, ma era presente tutto il calcio che conta. Il presidente della Uefa Aleksander Čeferin è venuto di persona, il presidente della Fifa Gianni Infantino si è congratulato con un videomessaggio, il ministro Abodi è salito sul palco con Carlo Conti.

 

Un nuovo palcoscenico per la Fiorentina

Il Viola Park ha regalato alla Fiorentina un nuovo palcoscenico e una dimensione economica e sportiva che non aveva mai avuto prima. Certo, mancano i trofei e le vittorie - le finali perse fanno ancora male – ma la sensazione è che la società voglia diventare un nuovo riferimento per il calcio italiano e non solo. Se accadrà il merito sarà di una persona che, pur venendo da lontano, ci ha creduto fino in fondo: Rocco B. Commisso. Nella conferenza stampa ha raccontato il motivo per cui il sogno americano è sbarcato in riva all’Arno: "Sono tornato in Italia per restituire quanto mi ha dato, mia moglie voleva che andassimo in una bella città e siamo a Firenze. Penso che questa struttura possa aiutare la squadra e ogni giorno si ritrovano qui oltre 800 persone. Abbiamo messo oltre 420 milioni nella Fiorentina e voglio dire che sono contento di aver investito ed essere ancora qui. Li ho investiti perché li avevo...". Già, i soldi: a volte non bastano nemmeno quelli per fare le cose, ma la lotta tra burocrazia e investimenti è un tema troppo serio per interrompere una giornata di festa.

Di più su questi argomenti: