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Il futuro della Fiorentina è una Casa in costruzione

Andrea Trapani

Il futuro di Vlahovic, le ferite del calciomercato passato, una campagna acquisti che ha rafforzato la squadra (con l'innesto più costoso della storia del club), i piani di Commisso. Ma tutto ruota attorno al Viola Park

Il futuro della Fiorentina è bene in vista. Sembra incredibile scriverlo oggi, quando le attenzioni sono tutte sulle sirene che arrivano da Spagna e Inghilterra per il mercato. Eppure per vedere come saranno i prossimi anni della Viola non serve tanta immaginazione o cercare notizie sui talenti a giro per il mondo. Basta semplicemente uscire da Firenze, pochi passi oltre il confine comunale, in direzione Bagno a Ripoli e, seguendo le indicazioni per Pontassieve, volgere lo sguardo alla propria sinistra. In quel cantiere, ordinato e funzionale, ci sono un sacco di risposte ai dubbi che assillano una delle tifoserie più calde d’Italia.

Rocco Commisso è una persona seria, un formidabile self made man, che sa bene cosa fa. Anche in una città difficile come Firenze. Una città che è capace di darti amore incondizionato fin dal primo incontro, ma anche di farti vivere in un perenne sarcasmo capace di mescolare in continuazione verità e toni scherzosi. Insomma, anche se si è nati di fronte al Cupolone del Brunelleschi, un clima non facile per nessuno. Commisso lo sa bene, ha scoperto nel corso dei mesi quanto fosse difficile anche solo ipotizzare un nuovo stadio di proprietà ma ha anche saputo fare di necessità virtù.

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Come per il nuovo centro sportivo. Fortemente voluto per dare un’impronta alla città e ai tifosi. La nuova Casa Viola (anzi, Viola Park) è lì, le gru stanno lavorando senza sosta nonostante i recenti ricorsi e si estenderà su una superficie di circa 25 ettari per diventare uno dei centri sportivi più grandi in Italia. Eccolo il futuro della Fiorentina.

Per la prima volta nella sua storia, la società gigliata si doterà di un centro sportivo di proprietà che, attraverso il lavoro sinergico tra la squadra maschile, quella femminile e il settore giovanile, permetterà al club di crescere ulteriormente sia dal punto di vista sportivo che patrimoniale e potere aspirare così a diventare una delle società più solide e all’avanguardia in Europa sul piano organizzativo e delle strutture. Il calcio però è un mondo irrazionale e una così importante prospettiva deve scontrarsi con le voci continue del mercato e sul futuro di una promessa come Dusan Vlahovic.

Le cifre che girano intorno al centravanti serbo sono da capogiro per chiunque. Commisso sembra capace di resistere, se non alle offerte più irresistibili (si pensi ai famosi 100 milioni citati ieri), almeno al chiacchiericcio tipico del mondo del calcio in questi giorni.

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Bisogna capire anche i giornalisti e i tifosi di tutta Italia. Sono le giornate clou di un calciomercato povero e Firenze, ancora una volta, si trova protagonista dell’affare dell’anno. Non è la prima volta che succede. Non serve tornare indietro fino a Roberto Baggio, basta ricordare quel che accadde lo scorso anno il tifoso viola ama la sua maglia e non dimentica chi la onora o meno. Il caso Federico Chiesa è una ferita aperta, non solo per la tifoseria, ma anche per il Presidente. In diretta radiofonica, Firenze come Roma ama ascoltare notizie sul calcio praticamente 24 ore su 24, le parole di Commisso hanno riaperto in tutta la città le ferite di una storia che si è chiusa male. "Tutte le persone mi chiedono di Vlahovic”, ha detto ai microfoni che lo hanno seguito anche nella sua breve vacanza nella nativa Marina di Gioiosa Ionica. “Io credo che Vlahovic, resterà. Questa è la mia intenzione. Oggi (ieri, ndr) Milenkovic ha rinnovato, Pezzella invece forse andrà via (è ufficiale il suo passaggio al Betis, ndr). Il campionato? Vedo la Juve favorita: ha 200 milioni di stipendi, noi appena 70. Come hanno comprato Chiesa? Ce lo hanno ‘rubato’ perché gli hanno dato molti soldi... ecco la differenza tra noi e la Juve: più ricavi hai e più puoi spendere". 

Parole che hanno ricordato il contesto in cui Commisso, la Fiorentina e Firenze si trovano da sempre. Certo, Chiesa non è stato certo “rubato” nel senso letterale, ma quella dichiarazione in libertà è una delle più efficaci semplificazioni per raccontare un mondo molto più grande e complesso di quanto possa sembrare facile nel raccontarlo ogni giorno. Firenze vive in questo limbo. Sa di essere grande, o almeno una delle città più conosciute al mondo, vorrebbe lo stesso per la sua squadra di calcio. Questa nuova presidenza è stata accolta come la realizzazione di un sogno, la società ora però vuole dimostrare di avere i piedi per terra. E tanta forza. La stessa grandezza artistica che si può ammirare lungo l’Arno è il frutto di tanti sedimenti che hanno permesso di vedere la città come è oggi. L’impressione è che, dopo i primi due anni a sciacquare i panni nel fiume tanto caro a Manzoni, Commisso voglia compiere i passi senza correre. Non solo “fast fast”, ma anche “smart”. Perché poi, alla fine, nelle analisi a caldo si rischia di essere ingenerosi. Mentre da settimane si tiene il fiato sospeso per Vlahovic, ai campini del Campo di Marte è arrivato l’acquisto più costoso della storia viola. Nico Gonzales, l'argentino arrivato dallo Stoccarda e che già è andato a segno in Coppa Italia, è costato una cifra intorno ai 27 milioni di euro. Come lui, mai nessuno a Firenze. Neanche i grandi nomi del passato, né quelli più recenti come Mario Gomez (sic) e Giuseppe Rossi. Insomma, il sogno di tenere un potenziale crack del calcio europeo come Vlahovic è comprensibile, ma chi vuole riportare la Fiorentina in Europa deve compiere tante scelte difficili. Come coniugare le (veloci) follie del calciomercato alla (lenta) crescita delle piante che stanno arricchendo il panorama laggiù in fondo a Viale Europa.

Lo stesso vale per il giovane centravanti viola. La palla ora è in mano sua. Il presidente ha annunciato la proposta di rinnovo, un'offerta molto importante, visto che l'ingaggio del serbo passerebbe da 800 mila euro a una cifra almeno sei volte più alta. Vlahovic può scegliere se essere una delle piante che Commisso farà crescere per rendere grande Firenze o provare a essere già pronta per un giardino sicuramente più ricco ma probabilmente anche più anonimo.

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