Cronache toscane

“Derenzizzare” (e perdere) Firenze. La tentazione di Elly

Gianluca De Rosa

In quella che fu la culla del renzismo Schlein andrà con Italia viva o con le sinistre? Maria Elena Boschi avvisa: "Il Pd non ci dia per scontati, in Toscana stanno cambiando idea praticamente su tutto”

In video collegamento nell’ex carcere di Firenze Elly Schlein presenta la nuova scuola di formazione regionale del Pd. Con lei c’è Emiliano Fossi, segretario regionale del partito, già renziano, orlandiano e oggi schleiniano. A Firenze in un ex stazione, la Leopolda, Matteo Renzi lanciò un progetto politico che avrebbe cambiato il Pd e tutta la politica nazionale. Lei dall’ex carcere del capoluogo toscano spiega: “Siamo convinti che ci sia un grande bisogno di fare formazione politica per costruire una nuova classe dirigente”. Una classe dirigente per sostituire quella che segnò il decennio del riformismo Pd proprio partendo da Firenze e dalla Toscana? Si può davvero “derenzizzare” quella che del renzismo fu patria e culla? E’ quello che sognano gli esponenti locali di Sinistra italiana che nel capoluogo fiorentino non vedono "l'effetto Schlein", è quello che teme Italia viva e un pezzo del riformismo dem in regione: "Il Pd sta cambiando idea su tutto qui". Qualcosa in pentola sobbolle. Le cose sono in movimento.

Nel 2024 si vota in ben 248 comuni toscani. Ieri, in polemica con il segretario riformista Oreste Sabatino cinque schleiniani della provincia di Pisa si sono dimessi, rompendo il patto della segreteria unitaria che per volere di Schlein e Bonaccini ricalcava il modello nazionale. “Nulla di politico”, dicono loro al Foglio. Eppure le motivazioni che li hanno spinti a lasciare sono squisitamente politiche. Il piano rifiuti del governatore riformista Eugenio Giani che non li convince, un’area militare che la Regione vorrebbe realizzare dentro il parco di San Rossore e che a loro non piace. Con la vittoria di Schlein la sinistra ha lentamente ripreso le redini del partito. Lo ammettono anche loro: “Le cose stanno cambiando, ma certo non si cancellano 10 anni di renzismo in pochi mesi”. Sono d’accordo con loro gli esponenti di Sinistra progetto comune, Possibile, Potere al popolo e Sinistra italiana che ieri hanno lanciato la loro piattaforma “Firenze 2024” in contrapposizione al Pd perché, spiegava il consigliere comunale Dmitrij Palagi:  "L'effetto Schlein a Firenze non esiste. Sulle politiche territoriali, non è finita la stagione di Renzi”. D’altronde sulle poltrone che contano ci sono ancora i figli della stagione renziana: Dario Nardella a palazzo vecchio ed Eugenio Giani in Regione Toscana. La partita più importante tra quelle che si avvicinano è quella per l’elezione del sindaco di Firenze. E’ qui che una discontinuità si può segnare davvero. Renzi nella sua città ha ancora un peso rilevante. Anche se nel 2019 Italia viva non c’era ancora l’ex presidente del Consiglio ha in consiglio comunale due consigliere (Barbara Felleca e Mimma Dardano) che ha soffiato al Pd. Con il suo ex vice e oggi primo cittadino i rapporti si sono decisamente raffreddati. Renzi l’ha più volte attaccato, dallo stadio con i fondi del Pnrr al presunto abuso dell’uso degli autovelox in città. E dopo la sconfitta al congresso Nardella ha avuto con Schlein un rapporto leale. Non è un segreto che il sindaco sogni il suo futuro a Bruxelles, zona parlamento europeo.

I renziani sono preoccupati che le cose anche a Firenze stiano per cambiare. Ieri parlando con il Corriere fiorentino Maria Elena Boschi spiegava: “Il Pd, con il quale stiamo amministrando la Regione e Firenze, non ci dia per scontati. Gli accordi si possono fare se c’è una condivisione dei programmi e delle persone che devono farli camminare”. Il candidato ideale per tenere insieme Pd e Italia Viva è proprio il governatore Eugenio Giani.Siamo convintamente a fianco di Giani, lo incalziamo su alcune opere strategiche come la nuova pista dell’aeroporto, che lui vuole fare, ma è bloccato dal suo stesso partito che ha cambiato idea praticamente su tutto in Toscana”, diceva sempre ieri Boschi. Ma il governatore avrebbe l’avallo di Schlein? E la nuova pista dell’aeroporto? E La segretaria vuole davvero confermare l’alleanza con i renziani in città? Il rischio di non farlo, è inutile dirlo, è perdere Firenze. Renzi d’altronde ha già in tasca la candidata per andare da solo, è proprio Stefania Saccardi, vice di Giani in quota Italia viva. Mentre Nardella può offrire a Schlein il nome per rompere (perché sgradito a Renzi) quello della sua assessora Sara Funari. Da tenere d’occhio anche l’assessore all’Ambiente della giunta Nardella, Andrea Giorgio, primo e unico a saltare sul carro di Elly al congresso. Abbandonare il renzismo e parlare alle sinistre di Dmitrij Palagi e compagni che oggi dicono che il dialogo sia impossibile? Firenze è il primo banco di prova per capire dove andrà il Pd di Schlein.

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