Commisso lieto sia: la nuova strada della Fiorentina

Il presidente sta cambiando il modo di parlare alla gente: tanto era chiusa la Viola dei Della Valle, irritabile come la pelle al sole quando scotta, tanto è aperta la nuova società

Alessandro Bonan

Quando parla sembra masticare “la gomma del ponte” come diceva la pubblicità del chewing gum. Ed è proprio la pubblicità la sua forma di espressione migliore. Rocco Commisso sta cambiando il modo di parlare alla gente, e forse ancora non ce ne siamo resi ben conto. Tanto era chiusa la Fiorentina dei Della Valle, irritabile come la pelle al sole quando scotta, quanto è aperta la società di Commisso and friends, disponibile al dialogo con il popolo, di cui apprezza l’odore, il sapore, il rumore. Uno come loro, Firenze voleva questo e l’ha ottenuto nelle vesti di un calabrese “amerigano” orgoglioso delle proprie origini. La Fiorentina si espone, parlano tutti i suoi uomini, spiegano. “Vogliamo una squadra all’altezza della città”, parole di Joe Barone, il braccio destro del capo, e un concetto più intelligente per scoprire le ambizioni senza fare promesse irrealizzabili non si poteva esprimere. Perché da troppo tempo ci si è dimenticati quanto è alta Firenze, quanto è luminosa, chiusa com’era dentro un quadrato di specchi, nei quali si è riflessa e tristemente piaciuta senza comunicare al mondo la propria innegabile bellezza. La Fiorentina all’improvviso è diventata il set di un film, una scena aperta, come uno dei suoi luoghi più suggestivi, il piazzale Michelangelo, da dove si guarda sotto e si vede tutto, un profilo definito della città.

  

Se Commisso fosse nato a Firenze non avrebbe saputo conquistarla così in fretta, perché i fiorentini, tendenza storica, si divertono a torturarsi tra parenti con la chiacchiera e il dispetto. È scontato aggiungere che siamo solo all’inizio della storia, e gli amori si giudicano per come finiscono e non per come cominciano. Ad apprezzare gli sconosciuti siamo bravi un po’ tutti, poi passa il tempo, con le sue rughe, gli spazi angusti, le battute arcinote, i difetti, ed è di quelli che è più difficile innamorarsi. Ma è anche vero che non puoi conquistare nessuno se non ti sforzi da subito di farti un po’ piacere. Rocco ha scelto di camminare per strada a stringere le mani, piuttosto che guardare l’orologio e pensare che sia ora di andare, di mangiare il lampredotto e ridere di tutto ok? anziché ordinare un riso in bianco e guardare gli altri tavoli con un senso di offesa per la volgarità dei commensali. Se tutto questo “vivere” sia giusto e sia vero è ancora presto per dirlo, ma che abbia molto a che fare con il sentimento popolare che rappresenta l’essenza del calcio è fuori di dubbio. Ciò che sarà in futuro è una domanda troppo lontana per meritare una risposta. Firenze del resto è immobile da secoli, imprigionata felicemente nella sua storia. Commisso lieto sia, di doman non c’è certezza.

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