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a canestro

Oltre a Spagna e Stati Uniti c'è di più. Guida ai Mondiali di basket 2023

Francesco Gottardi

Quella americana è la Nazionale da battere, ma ci sono gli spagnoli da spodestare. Il filotto di outsider è corposo: dalla Slovenia di Doncic alla Francia, dal Canada alla Serbia passando per l’Australia. E c'è anche l'Italia

Notti mondiali in arrivo – anzi mattine, fuso orario alla mano. “Sarà un torneo equilibrato”, garantisce coach Pozzecco. “E ci saremo anche noi”. L’Italbasket a caccia dell’ennesimo sogno di mezza estate, dopo un’Olimpiade e un Europeo densi di orgoglio e più di un pizzico di rimpianti. Gli Azzurri, inseriti nel gruppo dei padroni di casa filippini, debutteranno il 25 agosto contro l’Angola. Poi al via tutte le altre. Sarà l’edizione dei grandi assenti: niente Durant, niente Jokic, niente Antetokounmpo. E anche per questo, occhio agli imprevisti. Alle sorprese e a chi sarà pronto ad approfittarne. Otto raggruppamenti – da cui altri quattro, prima dei quarti di finale –, 32 squadre, due settimane di fuoco sotto le plance. Tutto quello che c’è da sapere sulla prossima Coppa del mondo Fiba, girone per girone.

 

IL GRUPPO A DEI MONDIALI DI BASKET 2023

Angola, Filippine, Italia, Repubblica domenicana - si gioca nelle Filippine

È il gruppo di Datome e compagni. Dopo l’Angola venerdì (alle 10 ora di Roma), domenica tocca la Repubblica dominicana e due giorni più tardi le Filippine. Poche chiacchiere: l’Italia ha l’onere di passare il girone e passarlo da prima in classifica – requisito fondamentale, visto che le vittorie sono cumulative per la seconda fase. Guai peccare di supponenza, si tengano pronte le strigliate del Poz. Ma basta giocare da Italia, come nelle ultime amichevoli. Un chirurgico 7 su 7: battute Turchia, Cina, Serbia, Grecia, Portorico, Brasile e Nuova Zelanda. Tutte superiori ai nostri prossimi avversari. L’Angola ha atletismo ma un roster di terza fascia – tranne Bruno Fernando, giovane prospetto degli Atlanta Hawks. Le Filippine hanno entusiasmo, il pubblico dalla loro ma anche grosse lacune di reparto che il solo Jordan Clarkson, prolifico compagno di Fontecchio negli Utah Jazz, non può pensare di risolvere. Attenzione invece ai caraibici: Karl-Antony Towns è il pezzo da novanta e può contare su una batteria di comprimari di tutto rispetto, da Andres Feliz (Joventut Badalona) a Lester Quinones (Golden State Warriors). E noi? L’esperienza di Melli e Datome, l’estro di Fontecchio e Tonut, la freschezza di Procida e Spagnolo. Più il fattore Poz. Espulsioni benefiche comprese. Anche in prospettiva, ci sarà da divertirsi.

   

GRUPPO B

Cina, Portorico, Serbia e Sudan del Sud - si gioca nelle Filippine

Stesso copione: una grande favorita e le altre a seguire. Senza Jokic e Micic la Serbia magari non avrà velleità da titolo, ma talento in abbondanza per vincere il girone in scioltezza e mettere la strada in discesa verso i quarti di finale. Coach Pesic ha affidato a Bogdan Bogdanovic le chiavi tecniche della squadra, con la stretta collaborazione di Ognjen Dobric – neoacquisto della Virtus Bologna – e Nikola Jovic. Puntare al podio è dura ma si può. Le prime avversarie sono Cina, Portorico e Sudan del Sud. Gli americani vantano una certa tradizione cestistica e qualche buon nome (Ethan Thompson, John Holland): a loro il pronostico per il secondo posto. Anche perché il miglior elemento della Cina è l’ex virtussino coach Djordjevic in panchina: 11 giocatori su 12 militano nel campionato locale, l’eccezione è il naturalizzato Kyle Anderson (Minnesota Timberwolves). Il Sudan del sud è invece una bellissima storia di redenzione attraverso lo sport: la nazionale di basket ha disputato la sua prima partita nel 2011 (anno della repubblica indipendente) e in un decennio, grazie al lavoro dietro le quinte di due ex superstar Nba come Manute Bol e Luol Deng, è riuscita ad allestire un organico competitivo e un buon percorso nelle amichevoli (battuti Iran e Venezuela). Perché smettere di sognare?

    

GRUPPO C

Giordania, Grecia, Nuova Zelanda, Stati Uniti - si gioca nelle Filippine

Largo agli Stati Uniti, campioni mancati nel 2019. Formazione sperimentale in odor di Olimpiade, tanti giovani, nessun nome altisonante – si fa per dire: Jalen Brunson in cabina di regia è un lusso per chiunque e Paolo Banchero, provato da centro in amichevole, può rivelarsi il fattore X. Mentre Anthony Edwards, 34 punti nell’ultimo test contro la Germania, “è il nostro uomo in più”, garantisce Steve Kerr. Uno dei migliori allenatori al mondo: anche per questo Team Usa resta la squadra da battere. Avrebbe potuto giocarsela da outsider la Grecia, già ai gironi, ma il condizionale passato è d’obbligo visto il forfait per infortunio di Giannis Antetokounmpo. Ci saranno il fratello Thanasis, l’esperienza di Papanikolaou e i canestri del naturalizzato Walkup: buone frecce all’arco di Dimitrios Itoudis, almeno fino ai quarti di finale. Andare oltre sarebbe una mezza impresa. Le altre due squadre del gruppo C sono Nuova Zelanda, in crescita (occhio a Yanni Wetzell, centro dell’Alba Berlino) ma ancora lontana dai piani alti, e la Giordania, che in due edizioni disputate deve ancora vincere la sua prima partita a un Mondiale.

   

GRUPPO D

Egitto, Lituania, Messico, Montenegro - si gioca nelle Filippine

Il girone tecnicamente più modesto. Ne può approfittare la Lituania, per approdare alla seconda fase da testa di serie e puntare concretamente a un posto tra le migliori otto. La sua generazione d’oro è finita da un pezzo, ma in partita secca Valanciunas e compagni restano una compagine in grado di far penare chiunque, soprattutto sotto canestro e da oltre l’arco. Dietro i baltici invece è bagarre tra Messico, Egitto e Montenegro. Rispetto all’ultima partecipazione (2014), anche la Tricolor ha ammainato le sue bandiere (su tutte Gustavo Ayon) ed è in piena fase transitoria. Gli egiziani sono tra le formazioni africane più complete, vengono da una buona vittoria in amichevole sulla Georgia ma mancano di una guida tecnica sul parquet. Ciò che invece rappresenta Nikola Vucevic, centro dei Chicago Bulls, per i balcanici a trazione Buducnost e Liga spagnola: in ottica passaggio del turno, meglio loro.

 

GRUPPO E

Australia, Finlandia, Germania, Giappone - si gioca in Giappone

Il quartetto di ferro. Non tanto per la presenza di pesi massimi: difficilmente delle medagliate emergeranno da qui. Ma per l’equilibrio sulla carta. La Germania è reduce da un brillante terzo posto all’Europeo e ora punta al salto di qualità: i fratelli Wagner (Orlando Magic), il blocco milanese (Voigtmann e Lo) e la profondità del roster dicono che le carte sono tutte in regola. Se poi Dennis Schroder fosse più genio che sregolatezza, beh, meglio non trovare i tedeschi sulla propria strada. Sa di bronzo, ma olimpico, anche l’Australia che nel 2019 chiuse al quarto posto: ripetersi si può perché in questi quattro anni la squadra è cresciuta ulteriormente. Senza primedonne, qualche fuoriclasse (Joe Ingles e Dante Exum) e la maggior parte dei giocatori ormai militanti in Nba. A fare da terzo incomodo ci proverà una fra Giappone e Finlandia (scontro diretto alla seconda giornata). Puntiamo sugli scandinavi: fisici, giovani, letali in transizione. E aggrappati a un Lauri Markkanen in versione fenomeno. I nipponici, pure padroni di casa, sarebbero tutt’altro che una squadra materasso. Ma senza l’estro di Rui Hachimura sarà dura: chissà cosa dice il bushido in merito alle convocazioni rifiutate.

  

GRUPPO F

Capo Verde, Georgia, Slovenia, Venezuela - si gioca in Giappone

Luka Doncic contro il resto del mondo. La Slovenia avrà vita facile – che sorpresa sennò – contro Venezuela, Georgia e Capo Verde. Ma la vera domanda è: dove potrà arrivare la squadra di coach Sekulic? La medaglia di legno alle ultime Olimpiadi brucia ancora, Luka è fresco, si è risparmiato la fatica dei playoff Nba ma stavolta non ci sarà il supporto di Goran Dragic, ormai 37enne. Così la nuova Slovenia è densa di incognite: nessun altro fuoriclasse (Nikolic gioca a Brescia, Tobey nella Stella Rossa), pochi veterani, qualche ragazzo di prospettiva. Ma se si forma l’amalgama giusta le semifinali sono alla portata. Uno sguardo alle altre. Georgia e Capo Verde sono due esordienti assolute nella competizione. Solo i caucasici però hanno un quintetto di livello, potendo contare sul talento Nba di Goga Bitadze e gli inossidabili Shermadini e Shengelia: variabili in grado di insidiare l’esperienza dei venezuelani – sempre ko nelle amichevoli estive – per uno slot verso la seconda fase a gironi.

 

GRUPPO G

Brasile, Costa d'Avorio, Iran, Spagna - si gioca in Indonesia

La Spagna campione d’Europa e del mondo in carica, da vincente che è, rischia di diventare dominante. In Asia non ci sarà Ricky Rubio, out per problemi personali, ma gli altri convocati da coach Scariolo sono tutte prime scelte: dai fratelli Hernangomez agli intramontabili Llull e Fernandez, fino al potenziale delle nuove leve – segnarsi il nome di Santi Aldama sotto i tabelloni, classe 2002 dei Memphis Grizzlies. Bissare l’oro sarebbe un capolavoro, non andare a medaglia una perdonabile delusione. Dietro nelle gerarchie l’altalenante Brasile, più le incognite Costa d’Avorio e Iran – unica squadra ad accettare le amichevoli contro la Russia. I verdeoro si affideranno al reyerino Caboclo e all’ex Lakers Marcelo Huertas: per il secondo posto potrebbe bastare così. Ma i quarti di finale, sfuggiti per differenza canestri nel 2019, restano una chimera.

 

GRUPPO H

Canada, Francia, Lettonia, Libano - si gioca in Indonesia

Chiude la carrellata il gruppo di Francia e Canada, grandi favorite per un Mondiale da protagoniste. I transalpini guidati da Vincent Collet sono un collaudato mix di classe e antipatia sul parquet – Gobert, Fournier, Yabusele: non serve aggiungere altro. Dopo anni di vacche magre, i canadesi sembrano invece pronti al salto di qualità: attorno al talento di RJ Barrett (New York Knicks) e Shai Gilgeous-Alexander (Oklahoma City Thunder) si sta formando un gruppo giovane – con qualche vecchia volpe qua e là, vedi Kevin Pangos dell’Olimpia Milano – e già pronto a sorprendere. Cercherà di inserirsi nel duello la Lettonia di Kristaps Porzingis, lontana tuttavia dai fasti di qualche tempo fa (quinto posto a Euro 2017). Per il Libano, invece, difficile andare oltre la comparsata. Ma il bello di un Mondiale alle porte è che è ancora tutto da giocare.

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