Foto di Filip Singer per Epa, via Ansa  

Eurobasket 2022

La Spagna del basket non si è presa una pausa

Francesco Gottardi

Sergio Scariolo ha condotto i suoi uomini fino alla vittoria dell'Europeo di pallacanestro. Era il primo grande torneo dopo gli anni d’oro dei Gasol, Rodriguez e Llull

Sergio Scariolo aveva già vinto tutto. E più volte. Quindi fa un certo effetto, sentirgli dire con evidente candore che “onestamente no, mai mi sarei immaginato di arrivare fin qui”. Invece eccola, la solita Spagna. Rigenerata, ringiovanita, ma di nuovo campione d’Europa. Per la quarta volta nella sua storia, sempre con il coach italiano al timone. “Questa per certi versi è stata la più semplice”, l’arguzia ritrovata in zona mista, “perché non dovevo gestire l’ego e il talento di dodici campioni: meno risorse, più leggerezza nell’interpretare una buona pallacanestro”. La più efficace di Eurobasket 2022, edizione di altissimo livello, che gli spagnoli hanno vinto con pieno merito, liquidando la Francia (88-76, con picchi di +20) in finale. Ha ragione l’allenatore: Rudy Fernandez e compagni hanno reso facile l’impensabile.

   

Primo: il ricambio generazionale. Don Sergio ha mischiato le carte con profonda lungimiranza. Questo era il primo grande torneo dopo gli anni d’oro dei Gasol, Rodriguez e Llull. Se era lecito aspettarsi una fisiologica fase di assestamento – franco mea culpa di chi scrive – il parquet ha dimostrato ben altro. Ci sono altri due fratelli a far faville in canotta rossa: Juancho e Willy Hernangomez, giocatori Nba ben meno altisonanti dei vari Doncic e Antetokounmpo, eppure l’uno Mvp della finale – 27 punti con 7/9 da tre –, l’altro dell’intero Europeo. Poi l’eterna classe di Rudy, anno 1985 e ancora formidabile clutch player. Ma soprattutto, e qui sta il genio cestistico di Scariolo, il contributo silenzioso di altri nove semiesordienti arruolati alla causa. Da Pradilla a Brizuela, da Lopez-Arostegui a Diaz, giocano tutti fra Malaga, Valencia e analoga aurea mediocritas. Ma si trasformano in nazionale. Menzione d’onore per Lorenzo Brown, mattatore della complicata semifinale contro la Germania: l’allenatore aveva conosciuto la guardia 32enne ai tempi dell’anello conquistato a Toronto, lo scorso giugno il governo di Madrid gli ha concesso la cittadinanza ed ecco la convocazione in volata.

  

Eppure, il caso Brown è una proficua eccezione alla regola. Perché il futuro è già qui. Non solo per i trionfatori di Berlino, – “Un éxitazo!”, sorride Scariolo – che alla vigilia della competizione i bookmakers davano 12 a 1. Il fulcro del baloncesto che si perpetua poggia sulle sue selezioni giovanili. Una sbirciata all’estate 2022: la Spagna ha vinto l’argento agli Europei Under 16 maschili e femminili, la Spagna ha vinto l’oro agli Europei Under 18 maschili e l’argento con le ragazze, la Spagna ha vinto l’oro agli Europei Under 20 maschili e femminili, la Spagna è vicecampione mondiale Under 17 maschile. Possono cambiare i colori delle medaglie, ma loro ci sono sempre. Un dominio programmato per gli anni a venire, con investimenti strutturali e mirati sin dalle accademie di minibasket. È il primo obiettivo voluto da Jorge Garbajosa, ex leggenda sotto canestro e oggi a capo della federazione dal 2016. Va da sé: Scariolo ha allenato pure lui.

  

Quanti appunti per la sua Virtus Bologna, quando tornerà il momento dei club. Ma intanto, un po’ di sbornia nazionale ci vuole. Onore al merito: 8 vittorie su 9 partite (l’unico passo falso indolore per mano del Belgio ai gironi, più il supplementare thrilling contro la Lituania) dimostrano che nulla è arrivato per caso. Che è stato un piacere volare a canestro con oltre 90 punti di media. E con una signorilità collettiva che non guasta mai: se lo ricordi la Francia, forte ma brutta anche oltre la finale. Durante la premiazione, i due Nba Evan Fournier e Rudy Gobert si sono tolti la medaglia d’argento dal collo con malcelato fastidio. “Noi di primedonne in squadra non ne abbiamo”, si è limitato a ribadire Scariolo. E i suoi ragazzi, c’è da scommetterci, hanno iniziato imparando a perdere. Anche se non sanno più come si fa.

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