Charles Leclerc e, sullo sfondo, Sebastian Vettel (foto LaPresse)

Formula 1, il nemico è accanto a te

Fabio Tavelli

I grandi duelli del campionato che inizia in Australia saranno soprattutto tra compagni di squadra. Ecco perché

[Questo articolo è stato pubblicato sul numero del Foglio Sportivo in edicola sabato 16 e domenica 17 marzo. Potete leggerlo qui]

 


 

Debbo la mia rovina non al valore dei nemici, ma alla perfidia degli amici. Fu Cornelio Nepote, una cinquantina d’anni prima dell’arrivo di Gesù, a tratteggiare alla perfezione uno dei temi più caldi della stagione di F1. Quando leggerete queste righe si sarà composta la prima griglia di partenza e in quelle file si starà già consumando il primo di una lunga serie di confronti: quello tra compagni di squadra. 

 


Da sinistra Valtteri Bottas, Toto Wolff e Lewis Hamilton (foto LaPresse)


  

Non da oggi il primo confronto che ogni pilota guarda subito è quello con il compagno di squadra. Anche perché è l’unico nei confronti del quale non può dire: “Eh certo, con quella macchina lì sarei capace anch’io di andare più forte”, visto che le vetture sono identiche. E allora, se vuoi evitare qualunque guaio, pensa per prima cosa a battere il tuo compagno di squadra, avrai almeno ridotto i pensieri di una buona metà. Mai come in questa stagione i duelli sembrano equilibrati. A parte quello in casa Mercedes. In due anni Hamilton ha rifilato 219 punti di distacco al suo valletto Bottas. Il quale si è ritagliato, non si sa quanto volentieri e quanto perché pecunia non olet, un ruolo da perfetto valletto. Capace di essere utile anche come tappo per gli avversari del Re Nero oltre che fedele esecutore di qualsiasi ordine arrivasse da Toto Wolff. Impossibile che LH possa in qualche modo essere impensierito da Bottas. Più probabile aspettarsi dal biondino di Finlandia qualche ruggito di orgoglio nella prima parte della stagione, quando i punti pesano meno. Dal Canada in poi il sapore sarà diverso e in caso di necessità, e potrebbe, tornerà al ruolo di complemento.

 


 

Da sinistra Sebastian Vettel, Mattia Binotto e Charles Leclerc (foto LaPresse) 


 

Altro film quello che potrebbe andare in onda in casa Ferrari. Per Leclerc è la classica situazione “win-win”. Se batte Vettel è un gigante, se gli rimane dietro è comunque alla prima stagione con la Rossa e l’altro è un quattro volte campione del mondo. Quindi. Quindi per Vettel è esattamente il contrario. Se lo batte ha messo dietro un pivello, in caso contrario viene appoggiato insieme a lingua, testina e cappello del prete sul carrello dei bolliti.

  


 

 Max Verstappen al volante della sua Red Bull (foto LaPresse) 


 

In zona Spielberg quelli della Red Bull sanno che ora Verstappen è libero di cannibalizzare la scuderia senza dover rischiare le ridanciane zampate di Ricciardo. Gli hanno messo accanto Gasly che per presentarsi da par suo ai test di Barcellona è andato un paio di volte lungo scassando il retrotreno della creatura di Adrian Newey. Gasly è però un talentino con qualche colpo, e se il Predestinato non dovesse sentire da subito il feeling potrebbe rischiare che qualcuno senta il desiderio di spiegargli che non lo si può aspettare tutta la vita. Il suo ex sodale Ricciardo se la vedrà in Renault con Nico Hulkenberg in quella che potrebbe essere la tenzone più equilibrata. Hulk è da sempre uno che vincerà la prossima, Ricciardo dietro alla dentatura equina rosica perché in fondo è convinto di essersi infilato in un cul de sac con i francesi della Renault. Però trattasi di manico con i controfiocchi e magari qualche sorpasso con finta e infilata riuscirà ancora a offrircelo.

 


 

Kimi Raikkonen (foto LaPresse)


 

Occhio in casa Alfa perché Kimi/Giovi è un confronto che si apre a sorrisi e pacche sulle spalle. Poi però… anche qui per Giovinazzi è un po’ come per Leclerc. E Kimi sa che, adesso che è mentalmente più libero di quando era a Maranello, da lui ci si aspetta che vada come un treno simile ai tempi della Lotus. Altrimenti, anche per lui purè di patate e mostarda di contorno. Ma il ruolo più duro di tutti ce l’avrà il Checo Perez. Provate voi a correre a fianco al figlio del padrone. Fate largo al Duca Conte, disse l’eterno Fantozzi scansando gli incauti passeggeri che si erano permessi di transitare nei dintorni del vagone per l’occasione occupato interamente dal nobile industriale. Lance Stroll è il pargolo del munifico genitore e il messicano oltre che uno di tanta garra è certamente di maggiore esperienza e talento. Ma potrebbe non bastare, hai visto mai che il babbo si indispettisce e se il cucciolo le prende decide che lui è lui e noi non siamo nessuno e tira giù la serranda e lascia a casa tutti? Eh, caro Checo, hai sulle spalle qualche decina di famiglie di meccanici e ingegneri messicani. Stai attento perché non potrai trattarlo come hai fatto con Ocon. Poi c’è l’eroico Kubica contro George Russell. L’inglesino è campione di Gp3 e Formula 2 e sta in orbita futura Mercedes. Per Kubica qualcuno ha gridato al miracolo. Per entrambi i piloti sarà un’impresa cercare di tenere in pista una Williams che può al massimo essere il Chievo di questa serie A. Ecco perché arrivare penultimo per uno dei due sarà come aver vinto il Mondiale.

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