Cristiano Ronaldo (foto LaPresse)

C'è solo CR7

Piero Vietti

Lunga vita al calciomercato, che da giorni ci fa parlare soltanto dell’arrivo di Ronaldo alla Juve

Lasciateci nell’incertezza ancora un po’, non annunciatelo subito. Lasciateci discutere in ufficio, in spiaggia, al bar, a cena con gli amici, all’aperitivo e in coda alla Posta. Lasciate che gli juventini sognino, che i padri non juventini tremino per la fede a rischio dei propri figli, che gli antijuventini provino a buttarla sul ridere per non piangere. Da quanti anni in Italia il calciomercato non regalava il forsennato entusiasmo di questi giorni? Cristiano Ronaldo, uno dei più grandi giocatori della storia del calcio, sicuramente il più amato, seguito, idolatrato e discusso al mondo oggi, nelle prossime ore potrebbe diventare un giocatore della Juventus, la squadra più tifata e più odiata in Italia. Come ogni notizia clamorosa, anche questa ha avuto una genesi da bolla mediatica perfetta.

 

Lanciata come suggestione dai giornali sportivi italiani – gli stessi che da anni accostano qualunque nome di grande giocatore a qualunque squadra medio-grande – è stata ripresa da quelli spagnoli, così che gli italiani hanno potuto dire ecco, vedete, lo dicono anche gli spagnoli. In tutto questo di vero c’era la rottura di CR7 con il Real Madrid, e il fatto che l’unica società italiana in grado di comprare l’attaccante portoghese sia proprio quella bianconera, non solo perché in grado di offrirgli stipendio e palcoscenico adeguati, ma anche pronta a gestire i benefici commerciali che l’arrivo di Ronaldo porta con sé. La Juve ci prova sul serio, e fa benissimo perché può riuscirci davvero. Tutto il resto appartiene al meraviglioso mondo del possibile e dell’impossibile in cui il cuore del tifoso batte a ogni sessione di calciomercato. Da qui è un attimo finire nelle leggende metropolitane: CR7 è stato avvistato a Torino almeno cento volte da cento persone diverse nelle ultime ore, starebbe già facendo ristrutturare una villa con tre piscine (non molto utili nella fredda Torino, se non per qualche settimana all’anno), starebbe cercando un garage per le sue automobili e avrebbe camminato sulle acque del Po.

 

C’è poi l’episodio surreale del neo acquisto del Torino, Izzo, che arriva all’aeroporto conciato in modo da ricordare il campione portoghese, e la gente ovviamente si convince che CR7 è atterrato a Torino con un volo di linea proveniente da Napoli. C’è la frustrazione di noi granata – che già immaginiamo Cristiano infilare lo stesso Izzo più e più volte al derby – quella degli interisti – tornati dopo anni a riveder le stelle e in piena campagna acquisti quasi perfetta, oscurata dal colpo che segnerà la sorte dei prossimi campionati – quella dei milanisti che dieci anni fa compravano Ronaldinho e oggi puntano a Zaza, quella dei napoletani che con Ancelotti pensavano di essersi assicurati lo scudetto. Il fascino del calciomercato non tramonterà mai: quella sospensione del tempo e dello spazio in cui ogni desiderio del tifoso è possibile è l’ultimo rifugio dei romantici del pallone. Alzi la mano però chi avrebbe mai pensato che Cristiano Ronaldo potesse davvero finire alla Juventus, a giocare in questa scalcagnata serie A snobbata dai campioni che abitano la Liga e la Premier. Sono ancora suggestioni, si dirà, non c’è nulla di concreto. Ma tanto basta per non farci parlare di altro. Lunga vita al calciomercato.

  • Piero Vietti
  • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.