Higuain-Bonucci-Caldara e il calciomercato degli azzecca-garbugli

Giovanni Battistuzzi

L'attaccante va al Milan in prestito con diritto di riscatto, il capitano dei rossoneri torna a Torino per il difensore. E in mezzo un rompicapo di clausole per rispettare i bilanci

Il calciomercato dà, il calciomercato toglie. A volte nello stesso istante, su di una stessa tratta, oggi la Milano-Torino. Il calciomercato dà e ribalta storie ed elucubrazioni funeree andate di moda per anni, si prenda Cristiano Ronaldo e la tanto sbandierata apparente morte del campionato italiano buono solo ad attrarre mezzi giocatori, campioni in fieri o ex primattori. Il calciomercato toglie a chi aveva dato e così per un Cristiano Ronaldo che viene in bianconero, c’è un Gonzalo Higuain che va in rossonero. E per un Leonardo Bonucci che va via dal Milan c’è un Mattia Caldara che arriva. Tutti contenti (o quasi) almeno per adesso, alla prossima estate chissà. Tutti felici di aver messo a bilancio qualcuno e qualcosa, di aver messo in pari i conti. Che ormai quello è il calciomercato: una serie di addizioni e sottrazioni, mica immediate, da spalmare su più anni, da inserire da una parte e togliere dall’altra, da inframmezzare, dilatare, dipanare attorno a qualche trovata ingegnosa. Ché c’è il fair play finanziario, ché c’è l’Uefa che controlla i centesimi, ché ci sono milioni di tifosi da accontentare e per accontentarli i soldi non bastano mai. E allora il calciomercato si trasforma in una specialità da azzecca-garbugli, gente brava coi calcoli, che se poi va male al massimo si caccia l’allenatore.

 

Mica è come un tempo: due presidenti si incontrano, uno apre la valigetta, si firmano le carte che vanno firmate, una stretta di mano, una foto di rito qualche giorno dopo con il calciatore che mostra la nuova maglia e dice di aver finalmente realizzato il suo sogno. E tutti felici e così sia. Ora ci sono mille formule e mille clausole, bonus che appaiono e scompaiono, pagamenti rateizzati che sembrano usciti da un racconto di uno yuppie degli anni Ottanta.

 

Tanta confusione per lo stesso risultato: il passaggio di mister ics da una squadra A a una squadra B.

 

L’ultimo ingarbugliato finale è quello della storia di un’andata, Gonzalo Higuain che dalla Juventus passa al Milan, e di un ritorno, Leonardo Bonucci che dodici mesi dopo dal Milan ritorna alla Juventus. Qualche settimana di trattative e una soluzione che soddisfa entrambi i dottor Pettola o dottor Duplica che dir si voglia. L’argentino va ai nuovi rossoneri di Milano, quelli in versione americana con i soldi, per 18 milioni di euro, ma in prestito e con un diritto di riscatto fissato a 38 milioni. Riscatto che ci sarà sicuramente a fine anno, ma che formalmente sarà solo un’ipotesi perché c’è la necessità di spalmare l’acquisto su due bilanci per non rischiare nulla con i revisori dei conti dell’Uefa ed evitare così nuove sanzioni.

 

L’ormai ex capitano del Milan se ne ritorna da dove era arrivato per due milioni in meno della cifra per la quale era partito. Una quarantina di milioni che la Juventus però non verserà ai rossoneri perché sono gli stessi che dovrebbe ricevere per Mattia Caldara. L’ex atalantino era stato acquistato un anno fa, lasciato svernare una stagione a Bergamo, ed era arrivato da nemmeno un mese a Torino. Due milioni che però garantirebbero una plusvalenza di 6,4 milioni nel bilancio del Milan. Perché in tutto questo gomitolo di cifre e soldi da contabilizzare ci sono quella cosa che sono gli ammortamenti, ossia il costo di un bene che viene ripartito nel corso di più esercizi: in pratica la scappatoia per sistemare i conti in extremis per amministratori e contabili, soprattutto sportivi.

 

E così a conti fatti, messe assieme entrate e uscite, soldi dati e ricavi futuri al Milan in bilancio rimarrà una perdita di nemmeno 15 milioni nel bilancio 2018-2019. Alla Juventus un attivo di poco più 41 milioni. In rosa tutte e due c’hanno più o meno guadagnato chi per buchi in organico, chi per polemiche in spogliatoio evitate.

 

E così a trattative chiuse sarà quello che è sempre stato: un giocatore che lascia una squadra per arrivare a un’altra, alla faccia di giorni e giorni per capire come far apparire nel miglior modo possibile i conti societari. Perché sarà pure tempo di fair play finanziario, ma gli azzecca-garbugli in qualche modo risolvono tutto se un matrimonio s’ha da fare.