Jürgen Klopp ha goduto pochissimo nel battere Guardiola 4-3. E io sono un fan della Liga

Com'è triste il weekend senza calcio

Jack O'Malley

Meno male che c’è la Premier, o avreste parlato solo del cappellino di Icardi

Liverpool. Che cosa avete fatto, amici lettori sfortunati, questo weekend senza calcio? Come avete sopportato la solitudine esistenziale, il vuoto triste dato dall’assenza di partite, la lentezza esorbitante delle ore che non passano mai, la disperazione dei canali sportivi che mandano in onda tetre repliche di match del passato, la martoriante sfilza dei selfie dei calciatori alle Maldive e a Dubai mentre voi siete in ufficio, roba da fare salire su la Rivoluzione d’Ottobre anche a un Conservatore di ferro come me? Ammettetelo, avete buttato l’occhio sulla Premier League, rendendovi finalmente conto della differenza che passa tra la cacca della serie A e il risotto del campionato inglese. Del godurioso spettacolo di Anfield è già stato detto molto ieri. Ma la superiorità tecnica, morale, emozionale e spettacolare della Premier League su qualunque altro campionato del mondo non è l’unica lezione che si può trarre da questo Liverpool-Manchester City 4-3 che ha salvato giornalisti e tifosi italiani dal trovarsi costretti a commentare il cappellino sul pacco di Icardi e il calciomercato povero di questo gennaio. Sarebbe facile dire che la prima sconfitta dell’anno della squadra di Guardiola è la spia di un momento di flessione del secondo club di Manchester. Non è così, probabilmente, e il City continuerà la sua terribile corsa verso la vittoria finale del campionato. La partita di domenica però va vista assieme a quella che i Citizens hanno giocato il 9 gennaio scorso, la semifinale di andata della Carabao Cup (la League Cup) contro il Bristol City. La squadra di Championship, che ai quarti ha eliminato lo United di Mourinho, è stata la prima a mettere seriamente nei guai l’undici di Guardiola, che ha vinto 2-1 grazie a un gol al 92’. Pep ha riconosciuto i meriti dell’avversario, dicendo che il City era stato messo così in difficoltà da poche squadre di Premier. Campo aperto, nessun catenaccio, gioco aggressivo: così si può battere il City. Se solo Mourinho si fosse concentrato su questo invece che sugli insulti a Conte, adesso avremmo un altro campionato.

 


L’attaccante del Liverpool Danny Ings quest’anno ha giocato finora 11 minuti in tutto. La fidanza Georgia Gibbs sa fargli passare la nostalgia del campo, però


 

Lo United dal canto suo tenta di correre ai ripari sul mercato con il solito gossip che da 3-4 anni torna a ogni sessione di calciomercato: Cristiano Ronaldo che sta per rompere con il Real Madrid e “strizza l’occhio” al Manchester. Di solito questi mal di pancia si risolvono con un nuovo contratto per CR7 e giuramenti di fedeltà rinnovati per i Blancos. Nell’attesa pare che lo Special One si stia per assicurare Alexis Sanchez, come ha ammesso lo stesso Wenger, l’allenatore dell’Arsenal. Ibra tornerà ad allenarsi con i Red Devils a inizio febbraio – ma lo stesso Mou ha dichiarato che non sarà più quello di un tempo – e a giugno è possibile che vada a finire in uno dei due grandi cimiteri degli elefanti che sono il campionato cinese, quello americano o il Milan. Una buona operazione di marketing, molte magliette con il numero 10 vendute e poco altro. A proposito di Cina, sono psicologicamente vicino ai tifosi romanisti, che come tutti gli anni eccellono nella pratica a loro più congeniale, il coito interrotto. Dopo i mesi di torride illusioni, la gelida stagione dei rimpianti è alle porte di Trigoria: vedere giocare Salah in Inghilterra e Schick all’Olimpico è difficile, ma mai quanto sapere che Nainggolan potrebbe essere venduto in Cina. La tristezza della situazione romanista è tutta nella protesta dura dei tifosi: “Radja non si tocca. A gennaio. A giugno vediamo”.

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