Allenamento della nazionale portoghese, Cristiano Ronaldo (foto LaPresse)

CR7 dribbla Camusso

Maurizio Crippa

Il buon Ronaldo ora ripristinerà anche la scala mobile

Non è ancora arrivato a Torino – pare stia cercando una casetta, qualcosa di appena un poco più pretenzioso del Castello del Valentino – ma già Cristiano Ronaldo ha profondamente inciso sui parametri dell’economia nazionale, dal ribaltamento del dibattito sulla flat tax all’incidenza dello sport sul gioco d’azzardo. Ha fatto volare la Borsa e sbancato i rivenditori di magliette e gli stampigliatori di lettere “CR7”. Ma siccome è il fuoriclasse che è, ha già messo mano anche alla rivoluzione delle relazioni sindacali.

 

Succede, come da copione, che prima scoppia la protesta a Pomigliano d’Arco, con i manifesti in cui gli operai della Fiat hanno contestato il suo acquisto da parte della Juve (ah, i bei tempi che per far digerire Platini l’Avvocato elargiva un po’ di cassa integrazione). Poi ieri cinque ex operai della fabbrica – licenziati nel 2014 con provvedimento reso definitivo dalla Cassazione – hanno chiesto di incontrare il Dio del pallone. Ma non ce l’hanno con lui, eh, è solo un po’ come rivolgersi a Papa Francesco, se sei il disoccupato Gianni Vattimo, per chiedergli la pace del mondo.

 

“Sappiamo che il tuo lavoro è fare il calciatore”, gli hanno scritto, “ma prima del lavoro e dei doveri che questo impone, in ogni uomo c’è prima di tutto la sua dignità. Tieni presente che i soldi che la Juve ti vuole dare, come tutto quello che posseggono i padroni, hanno un’unica fonte: il lavoro di noi operai”. E lui, il buon CR7, ora gli ripristinerà anche la scala mobile, ne siamo certi. Dirà: Camusso spostati, che tanto ti dribblo come un difensore del Camerun. Che bello, quando i giocatori milionari si occupavano di auto solo per schiantarsi con la Ferrari.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"