Matteo Renzi e Carlo Nordio - foto Ansa 

Al Senato

Renzi a Nordio sul caso Pozzolo: "La notte di Capodanno avete toccato il fondo"

La vicenda avvenuta la notte del 31 dicembre a Rosazza, denota "un'incultura istituzionale spaventosa, un utilizzo proprietario della polizia penitenziaria e una reticenza omertosa di fronte alla verità", dice il leader di Italia Viva. Il ministro della Giustizia: "Mi inchino al segreto isruttorio"

"Qui c'è una pistola che ha colpito un uomo, poteva ucciderlo, in una sala piena di bambini. Se questo vi sembra un comportamento degno di un uomo che riveste il ruolo di deputato, evidentemente abbiamo concetti diversi di dignità". Sono parole del leader di Italia Viva Matteo Renzi, pronunciate nell'interrogazione al ministro della Giustizia Carlo Nordio sul "caso Pozzolo" e sulle richieste dimissioni al suo sottosegretario Andrea Delmastro. Il senatore, ironicamente, ha ripercorso i fatti avvenuti nella notte di Capodanno a Rosazza, in provincia di Biella, quando un colpo dell'arma del deputato di FdI (oggi sospeso e passato al gruppo misto) ha colpito a una gamba il genero di un membro della scorta di Delmastro. Proprio sulla scorta del sottosegretario si è concentrata l'interrogazione di Renzi: "Chi di noi si avvale di membri della scorta sa quanto siano importanti e bravi a fare il loro lavoro. Ma queste persone non te le porti a cena. In questo caso c'è stato clima di familiarità anche perché il capo scorta è un collega politico, sindacalista e amico di Delmastro, una cosa che non ha precedenti nella storia repubblicana". 

  

Il senatore si è chiesto il perché un sottosegretario sotto scorta (in questo caso per il caso Cospito), si sia allontanato per 400 metri di notte, al buio, "e nessuno degli agenti della scorta che noi paghiamo perché proteggano Delmastro ha deciso di andare con lui, ma anzi, sono rimasti a gozzovigliare intorno alla pistola di Pozzolo". Renzi continua spiegando che "ancora non si capisce chi sia stato a sparare, la dinamica non è chiara e il sottosegretario non ha neanche avuto il pudore di rimettere la delega alla polizia penitenziaria, visto che non ha intenzione di dimettersi". Il leader di Iv si rivolge poi direttamente al ministro Nordio: "Ammesso che nessuno abbia mentito anche a lei nella relazione, lei è in grado di stabilire cos'è successo?". 

 

Il ministro della Giustizia, nella replica, non si è sbottonato: "Dovendo parlare da ministro – e non da magistrato –, non posso che inchinarmi di fronte a quello che è il segreto istruttorio. Sarebbe improprio, forse delittuoso, se nel corso delle indagini io rivelassi cose o informazioni, ammesso che le sappia, e se devo dire la verità non le so", ha spiegato. "Nel momento in cui dovessero emergere, da parte della magistratura, delle ricostruzioni adeguate e obiettive – continua il ministro – sarei il primo a riferirle davanti a questo onorevole consesso, ma fino a quel momento ci inchiniamo di fronte all'autonomia della magistratura", ha concluso il Nordio. 

 

Renzi, nella controreplica, insoddisfatto, ha spiegato come nonostante non voglia mettere in discussione il segreto istruttorio, nulla cambia in quello che è "il giudizio politico nell'utilizzo della scorta e nella responsabilità nel portare un'arma". Il senatore nel concludere, spiega: "Non mi interessa che vi sia un colpevole giudiziariamente. Io ritengo che questa vicenda denoti un'incultura istituzionale spaventosa, un utilizzo proprietario della polizia penitenziaria e una reticenza omertosa di fronte alla verità. La notte di Capodanno avete toccato il fondo, cercate di rialzarvi".