Pistolotto diffuso 

Il caso Pozzolo conferma che l'unico pericolo per Meloni sono i citrulli che le stanno intorno

Salvatore Merlo

L’onorevole pistola di Capodanno è solo l’ultimo esempio. Il vero nemico e la più grande minaccia rivolta contro la premier sono gli imbecilli di destra. Mica Elly Schlein. Se ne liberi finché può

Negli ultimi anni, grazie ai governi che si sono succeduti, abbiamo visto  all’opera i cretini di sinistra. Ebbene, adesso, da circa un anno e mezzo, abbiamo finalmente l’opportunità di osservare anche gli imbecilli di destra. Costoro sono il vero nemico e la più grande minaccia rivolta contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La quale, d’altra parte, in assenza di antagonisti e di oppositori a sinistra, avendo insomma lei a che fare con Elly, cioè con ella, insomma con Schlein, ha un solo vero e pericoloso avversario: i citrulli che le stanno intorno. C’è la deputata che va in televisione a dire che le ragazze devono stare a casa e fare figli, c’è quell’altra che s’impelaga in una interrogazione parlamentare contro gli autovelox che le hanno fatto le multe, c’è quello che dice che la maternità surrogata è peggio della pedofilia, l’altro che dichiara guerra alla lingua inglese e ora c’è pure quello che porta una pistola al cenone di Capodanno e gli parte un colpo. Bum! “Morte ai coglioni”, suggerivano gli amici al generale De Gaulle. Il quale, conscio della difficoltà ma anche dell’importanza dell’impresa, sapendo insomma che eliminare i cretini allunga la vita politica del leader, rispondeva così: “Vasto programma”.

 

 

Ora qui noi non vogliamo inciampare nel giustizialismo né infierire sull’onorevole Emanuele Pozzolo (“sono pro-life e pro-gun”). Chi, d’altra parte, non si porta la pistola nuova alla festa di Capodanno e poi la mostra orgogliosamente a tutti gli invitati, grandi e piccini? Che parta un colpo, ferendo qualcuno, sono cose che capitano. Suvvia. Noi stessi abbiamo un cugino che a Natale ha tirato fuori il suo iPad nuovo davanti ai famigliari. Ebbene, passato di mano in mano un po’ come la pistola di Pozzolo, alla fine il cospicuo tablet, di peso circa mezzo chilo, è caduto sull’alluce della nonna. E noi per questo vogliamo condannare nostro cugino? E Pozzolo, allora? Giammai. Il punto è un altro. Il punto è che l’onorevole Pozzolo è comunque innocente perché nessuno lo ha mai avvertito che si usa ragionare con la testa e lui, di suo, evidentemente non è in grado di sospettarlo. Quattro anni fa s’era conquistato un titolo di giornale che lo accusava di aver dato  del “parassita” a un invalido. Ecco. E però qui la questione, a dispetto di quanto sostenuto da Fratelli d’Italia con una nota pubblica, si fa politica. Il fatto è che i citrulli sono immanenti, numerosi, ben mimetizzati, dispersi nell’ambiente e... pericolosi. Anche quando non girano con la pistola. E infatti la presidente del Consiglio non fa in tempo ad approvare una legge di Bilancio, a stringere la mano di Zelensky o quella del presidente Biden, che in Italia un gruppo di pasticcioni, grulli e mammalucchi le combina un turbinìo di grandi e piccoli guai di stupidità che alla fine sono l’unica forma di Resistenza che oggi in Italia si opponga seriamente al governo di centrodestra.

 

 

C’è il ministro che racconta di non avere letto i libri che deve votare allo Strega, c'è quell’altro che è convinto di avere fermato l’inflazione con la sola l’imposizione delle mani (anzi del carrello tricolore), c’è il tale che ci spiega come i poveri mangino meglio dei ricchi, c’è quello che a via Rasella “erano una banda di suonatori”, quello che vuole abolire la stella rossa di Natale... e la lista è pressoché infinita. Insomma  conoscevamo i cretini di sinistra, ora benediciamo l’arrivo degli imbecilli di destra. Benché la destra in realtà non abbia un suo Danilo Toninelli, non ha nemmeno un frontman della minchioneria, un Cristiano Ronaldo dei balenghi, una superstar dei gonzi. Piuttosto da quelle parti  si avverte, pericolosamente, una sorta di toninellismo diffuso. Ecco, questo dovrebbe preoccupare Meloni assai più dell’economia e della guerra in Ucraina. Col sorriso sulle labbra, come se compisse la cosa più naturale del mondo, lo stupido comparirà improvvisamente a scatafasciare i suoi piani. Senza malizia, senza rimorso, e senza ragione. Stupidamente.

 

  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.