Giorgia Meloni - foto Ansa

A Palazzo Chigi

Meloni convoca i sindacati in vista del nuovo "decreto primo maggio": cosa prevede

Nicolò Zambelli

L'esecutivo è al lavoro per una "riedizione" del provvedimento varato un anno fa. Tra le misure in via di definizione in vista del Cdm di domani c'è il bonus alle tredicesime, detassazione per nuove assunzioni e sgravi fiscali. Ma le sigle sindacali lamentano uno scarso ascolto

Bonus sulle tredicesime, detassazione e sgravi fiscali per le nuove assunzioni. Dovrebbero essere queste le novità più significative che saranno contenute nel nuovo "pacchetto primo maggio", un decreto legge che sarà al centro dell'incontro di oggi a Palazzo Chigi tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i sindacati. Le sigle sono state convocate dal governo "a sorpresa" e parteciperanno al vertice con la premier intorno alle 17 di questo pomeriggio. La riunione con Cgil, Cisl e Uil precede il consiglio dei ministri fissato per domani che si occuperà proprio di salari e occupazione, in vista della festa dei lavoratori di mercoledì.
 

Sempre oggi, ma nel primo pomeriggio, è in programma anche un altro incontro a Palazzo Chigi, che verterà sulla questione dell'Ilva di Taranto: vi parteciparanno, oltre agli esponenti di governo, le sezioni dei sindacati che rappresentano i lavoratori metalmeccanici  (Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil, Usbe Ugl).

Cosa prevede il decreto primo maggio

Il decreto in questione è una sorta di "riedizione" del "decreto primo maggio" dell'anno scorso, quello che al tempo sostituì le norme legate all'erogazione del reddito di cittadinanza, scatenando l'ira delle sigle sindacali. Anche questa volta i sindacati hanno manifestato una certa irritazione "per la mancanza di una vera trattativa sui provvedimenti" che riguardano i lavoratori. Le norme sono ancora in via di definizione, nonostante negli ultimi giorni sono circolate le bozze dei decreti che il governo esaminerà  nel cdm.
 

Ieri durante la conferenza di Fratelli d'Italia a Pescara, il viceministro all'Economia Maurizio Leo, a margine del suo intervento, ha annunciato l'introduzione del decreto legislativo sull'Irpef, attuativo della delega fiscale, già slittato dopo una prima analisi nello scorso Consiglio dei ministri del 23 aprile. Tra le altre cose si punta a introdurre il bonus alle tredicesime, che elargisce, secondo le ultime indiscrezioni, un'indennità fino a cento euro ai lavoratori dipendenti con reddito fino a 28mila euro, con coniuge e almeno un figlio a carico. Questa misura è prevista solo per quest'anno a causa della "limitatezza delle risorse disponibili", si legge sempre nel testo, nell'attesa dell'introduzione strutturale di un regime fiscale sostitutivo sulle tredicesime per i lavoratori dipendenti.
 

L'altro provvedimento centrale nel vertice a Palazzo Chigi è il decreto Coesione. Voluto dal ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, il dl riscrive le regole per gli oltre 40 miliardi di risorse Ue - derivanti dal cosiddetto Fondo di sviluppo e coesione – che vengono assegnati all'Italia da Bruxelles ogni sette anni. Fondi che l'Italia fatica a spendere a causa di ostacoli burocratici e scarso coordinamento tra le amministrazioni. Non a caso il nostro paese tra il 2014-2020 si è piazzato al penultimo posto per capacità di spesa di questi stanziamenti Ue.
 

Va ricordato che in gioco oggi, in questa fase, c'è anche (e soprattutto) il Pnrr e il suo cronoprogramama, con scadenza 2026, che deve necessariamente essere rispettato. Anche per questo motivo il ministro Fitto ha pensato di applicare ai fondi strutturali di Bruxelles (Fsc) le stesse regole di gestione del Piano: dalle sanzioni agli enti che non rispettano i tempi dei progetti al coordinamento centralizzato a Palazzo Chigi, passando per una razionalizzazione della destinazione delle risorse.
 

Il decreto Coesione contiene poi una parte che riguarda prettamente il lavoro: è qui che saranno declinati quei provvedimenti a cui ha fatto riferimento la stessa ministra del Lavoro, Marina Calderone qualche giorno fa: "Noi abbiamo introdotto una riforma importante. Siamo a quasi un anno dal decreto Primo maggio, che abbiamo approvato nel 2023 e che oggi è assolutamente corretto nei presupposti ma anche in ciò che sta manifestando il mondo del lavoro e i numeri del lavoro". Tra le misure contenute si parla di ulteriori sostegni alle aziende che assumono, politiche attive e formazione.
 

Altra misura sul tavolo del governo è la "super deduzione". Si tratta di un decreto interministeriale approvato a dicembre dello scorso anno che si inserisce nella prima fase della riforma fiscale voluta dall'esecutivo. Il dl offre la possibilità alle imprese di dedurre fino al 120 per cento i costi relativi alle nuove assunzioni, con un aumento al 130 per cento per categorie specifiche di lavoratori, come giovani o donne. La portata di questa agevolazione verrà estesa a tutte le imprese e ai lavoratori autonomi, con un potenziale coinvolgimento di 380.000 realtà imprenditoriali.