Malaga

L'imbarazzo del Pse per il Pd che vorrebbe espellere Edi Rama

Pietro Guastamacchia

Elly Schlein agita la vigilia del congresso del Partito Socialista europeo per l'accordo tra l'Italia e l'Albania sui migranti. Poi ridimensiona l'attacco. A Malaga si torna a parlare di Costa e Sánchez

Non bastava lo scandalo portoghese che ha travolto il premier Costa lunedì, azzoppando così il candidato migliore che i socialisti avevano per la corsa alla presidenza del consiglio europeo. E neanche il varo a Madrid della “coalizione Frankenstein” con i socialisti di Sánchez pronti a firmare l’amnistia agli indipendentisti catalani. Ad agitare la vigilia del congresso del Partito Socialista europeo, che apre i battenti domani mattina a Malaga, ci ha pensato anche Elly Schlein, con il suo attacco al premier albanese Edi Rama, reo di aver firmato un patto con la premier Meloni che aprirebbe le porte all’esternalizzazione della gestione della migrazione.

 

 

Le espulsioni ai congressi del Pse non sono cosa rara, la più recente è quella che in cui è incappato il leader del partito slovacco Smer SD che con le sue dichiarazioni apertamente filorusse aveva agitato la famiglia socialista. Causa delle sua sospensione però la firma di una coalizione con un partito dell’estrema destra. Buttati fuori anche i georgiani di Sogno Georgiano, anche loro pericolosamente vicini a Mosca e colpevoli di aver partecipato a un evento elettorale a Budapest assieme a Viktor Orbàn.

Ma, sebbene l’accusa a Rama sia la stessa, ovvero stringere patti con un leader dell’estrema destra, in questo caso la premier italiana, la situazione del presidente albanese sembra essere un po’ diversa. Rama abita nel condominio socialista da oltre trent’anni, e guida il suo partito da quando a Berlino in cancelleria sedeva ancora Gerard Schroeder. Il suo sfratto potrebbe essere pratica in po’ più complicata. Rama inoltre è anche il leader della lunga marcia albanese verso l’integrazione europea, più volte celebrata come grande storia di successo proprio dai socialisti europei stessi.

Durante tutta la giornata di oggi la presidenza del Partito socialista europeo, in mano allo svedese Stefan Löfven, si è chiusa nel silenzio riguardo alla proposta di Schlein. Dal Pse hanno fatto solo sapere che Rama a Malaga non ci sarà, in quanto “impegnato in incontri di alto livello a Parigi”, e sottolineato che le procedure di espulsione sono, in ogni caso, “pratiche lunghe che non si risolvono in un giorno solo”. Sul fatto che l’esternalizzazione della gestione della migrazione fosse il male assoluto si era già consumato un inedito scontro all’Eurocamera tra l’attrice Cate Blanchett, invitata a parlare alla plenaria mercoledì in quanto ambasciatrice di buona volontà dell’Unhcr, e il capogruppo di Ecr e meloniano Nicola Procaccini. “Imparate dell’esperienza australiana”, ha sottolineato la star di Hollywood, “l’esternalizzazione è inumana, inefficace e uno spreco di soldi”. Parole a cui Procaccini ha risposto chiedendole “perché non ospita i rifugiati a casa sua nella sua villa da 5 milioni di euro nell’East Sussex invece di venire a fare lezioncine”.

Ma al di là del duello Procaccini-Blanchett la verità è che sul tema, anche in casa socialista, non c’è una posizione comune e infatti nessuno ne vuole parlare. Nei corridoi dell’Eurocamera un eurodeputato socialista molto a sud sottolinea come “Edi Rama si sia messo nella stessa situazione di Robert Fico, e che così tra i socialisti non ci può stare, l’esternalizzazione dei migranti è una posizione che non passerà mai”. Mentre un altro sempre socialista, ma di latitudini opposte, spiega al Foglio che “il processo a Rama è un’idea che non ha senso”. D’altronde anche i governi socialisti di Danimarca e Germania hanno fatto sapere di star pensando ad accordi sul genere di quello pensato da Meloni con l’Albania. Quando ancora metà dei delegati del partito socialista sono in coda ai check-in a Bruxelles, prima di imbarcarsi per Malaga, da Roma arriva un chiarimento: “Non abbiamo avanzato una richiesta formale di espulsione, ma posto un tema politico. Il Pd non è il buttafuori del Pse”, spiega il responsabile Esteri del Pd Peppe Provenzano. E pochi minuti dopo arriva anche il chiarimento di Rama via X, “il mio unico scopo era cercare di aiutare l’Italia”. Tutto rientrato dunque, a Malaga si può tornare a parlare di Costa e Sanchez, che non è poco.

 

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