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la missione

Meloni: "In Italia nessuna allerta. Abbiamo rafforzato la sicurezza delle comunità ebraiche”

Francesco Bercic

La premier ricorda "il rischio emulazione", dopo l'assalto di Hamas a Israele ma rassicura sulla situazione nel paese. Questa mattina la prima tappa del viaggio in Africa, per diversificare le forniture energetiche: "Il Mozambico è una grande opportunità. I paesi africani vanno sostenuti". Poi lo spostamento in Congo

“Il fiore all’occhiello della collaborazione con l’Africa è il settore energetico. L’Europa e l’Italia hanno un problema di approvvigionamento e il Mozambico è potenzialmente un enorme produttore: i nuovi giacimenti scoperti sono una grande opportunità”. Giorgia Meloni è in Africa, dove questa mattina ha incontrato il presidente del Mozambico, Filipe Nyusi, presso il palazzo della capitale Maputo: nel pomeriggio si trasferirà in Congo, per un vertice con il capo della Repubblica e il primo ministro. Al centro del doppio impegno il capitolo energia, tanto che ad accompagnare la premier c’è l’ad di Eni, Claudio Descalzi: inizialmente programmata su due giorni, la visita è stata poi accorpata in ventiquattr’ore a causa della guerra in medio oriente.

Proprio sull’assalto a Israele si concentrano le risposte di Giorgia Meloni alla stampa. “È una situazione delicata per tutti, non è facile per Israele dopo le immagini che si sono viste”, dice la premier. “Sono rimasta estremamente colpita dal fatto che i miliziani di Hamas volessero riprendere delle scene così atroci, deve farci riflettere”, aggiunge, sottolineando ancora una volta il “rischio di un’emulazione del terrore”. Ma in Italia, rassicura, “non c’è attualmente un livello particolare di allerta, abbiamo rafforzato la sicurezza delle comunità ebraiche”. Anche se “andranno fatte delle valutazioni su chi entra e chi arriva, in particolare sulla rotta balcanica”.

Passando ai rapporti con l’Africa, nelle dichiarazioni di fine mattinata il capo del governo rivendica l’approccio “collaborativo” e non “paternalistico” con i paesi coinvolti, che non vanno “aiutati con la carità” ma “sostenuti con le ricchezze che possiedono”. E soprattutto rimarca l’importanza del Piano Mattei, per il quale il presidente del Mozambico “ha garantito la sua presenza e cooperazione nella stesura”. La vera novità, spiega Meloni, “non sarebbe presentare un piano per l’Africa, ma scriverlo assieme, portare avanti una strategia comune”. Non mancano gli elogi anche da parte del presidente Nyusi, che definisce Eni “un’azienda all’avanguardia con tanti progetti visibili: la popolazione lo vede”. La premier guarda poi alla conferenza Italia-Africa, sulla scia dell’incontro di luglio, prevista per novembre e rinviata a gennaio. Contenimento dell’immigrazione, produzione di materie prime, ma anche agricoltura e turismo: sono tutti temi che affollano il dossier africano.

La priorità della visita di oggi resta però, come detto, l’energia. La diversificazione delle forniture, emersa come una questione cruciale a partire dall’invasione russa dell’Ucraina, è tornata in cima all’agenda del governo dopo l’attacco di sabato di Hamas. Dall’impatto che la guerra in medio oriente avrà sui mercati al ruolo internazionale che giocheranno paesi come l’Algeria o il Qatar – cui l’Italia si è rivolta per emanciparsi dalle importazioni russe – le incognite sono numerose. In termini di cifre, l’esecutivo italiano prevede di ottenere dal Mozambico circa un miliardo e mezzo di metri cubi di gas naturale liquefatto nel prossimo inverno: un numero che dovrebbe salire a 4 miliardi l’inverno successivo. Fino a un miliardo di metri cubi invece le forniture dal Congo, che arrivano a 4,5 miliardi per il 2025-2026.

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