(foto Ansa)

Il piano

Idea Schlein: avanza la candidatura di Boldrini alle Europee

Simone Canettieri

La segretaria pensa all'ex presidente della Camera come prossima europarlamentare: potrebbe prendere il posto di Marta Bonafoni, che molti vorrebbero restasse a Roma per vigilare sulle correnti

Idea Laura Boldrini candidata alle Europee. Nel Pd se ne parla sempre di più: l’ex presidente della Camera, new entry indipendente ai tempi di Nicola Zingaretti a capo del Nazareno, è il nome su cui Elly Schlein sta ragionando in vista delle prossime elezioni. Figura attenta ai diritti civili e alle donne, da sempre oppositrice del salvinismo e della destra orbaniana che vede un po’ ovunque nella gesta di Meloni, Boldrini potrebbe prendere il posto di Marta Bonafoni

 

La consigliera regionale del Lazio, giro strettissimo della segretaria, è di fatto la numero due del partito. Si è parlato e scritto di un suo lancio come capolista nella circoscrizione Italia centrale (posizione in cui molti vedrebbero bene per prestigio Paolo Gentiloni, commissario agli Affari economici). Tuttavia ricopre anche il ruolo di coordinatrice del Pd. Una sua elezione a Bruxelles-Strasburgo la porterebbe troppo lontana dai radar di Roma, dove si fanno le strategie e bisogna essere vigili contro il ritorno delle correnti. Inoltre, le ultime amministrative, dai risultati non proprio esaltanti, hanno messo nel mirino subito la nuova classe dirigente dem, accusata dalla minoranza (e non solo) di non essere all’altezza della sfida. Al punto che in diversi hanno cominciato a chiedere già rimpasti nella segreteria (nel mirino la coppia emiliana Baruffi-Taruffi, rispettivamente responsabili degli enti locali e dell’organizzazione).

 

E così prende piede l’idea del cambio: dentro Boldrini, fuori Bonafoni. Con l’accordo che il primo posto che si libererà alle suppletive per il Parlamento potrà essere candidata. Operazione, va detto, non semplicissima. Prendiamo Nicola Zingaretti: l’ex segretario e già governatore è stato eletto nel Lazio nel listino e non nel collegio uninominale. Anche lui è sempre più intenzionato a cambiare aria, ma farebbe entrare il primo dei non eletti. Dinamica simile anche in caso di candidatura ed elezione europea di Boldrini che a settembre del 2022 si presentò come capolista nel collegio plurinominale Toscana 2. Servirà comunque un accordo tra il terzetto di donne per non creare ulteriori scossoni: l’importante sarà non mettere in difficoltà Elly. In tutti i partiti la compilazione delle liste è un passaggio da forche caudine, figurarsi in casa dem dove si scontrano due diverse concezioni. Quella classica del vecchio corso e quella movimentista del nuovo (sia Bonafoni sia Boldrini sono ascrivibili a quest’ultimo: ecco perché alla fine magari potrebbero essere della partita entrambe in circoscrizioni diverse).

 

E però qualcosa si muove dalle parti dell’ex presidente di Montecitorio. In molti stanno notando per esempio il suo insolito attivismo. Ieri in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente, per dirne una, si è scagliata contro “la plastica nemica del pianeta”. Inoltre, per quanto possa contare, vanta anche un gancio di primo piano all’interno del cerchio magico di Elly Schlein: il portavoce della segretaria, Flavio Alivernini, è stato uno dei principali collaboratori della presidente di Montecitorio. Rapporti che magari potrebbe tornare utili, o forse no. Sta di fatto che Boldrini è l’identikit perfetto del Pd che ha in mente la nuova leader per ostacolare anche il M5s. A partire dal tema della guerra in Ucraina, vista la sua posizione più che dubbiosa sull’invio delle armi a Kyiv. Rovello che è esploso la settimana scorsa a Bruxelles quando il gruppo Pd si è esibito in una specie di kamasutra politico: tre posizioni, tre voti diversi all’interno della delegazione italiana. Un unicum. Una mossa che ha lasciato interdetti i riformisti dem e anche la maggioranza degli eurodeputati. Soprattutto perché è caduta il giorno del ricevimento al Quirinale per la festa della Repubblica, alla vigilia della parata del 2 giugno. Un evento a cui Schlein non ha partecipato. Ma che ha visto sbocciare la polemica sul finto saluto romano di un militare, bollato come appartenente alla flottiglia della Decima Mas. Una fake news alimentata dalla scrittrice Michela Murgia e rilanciata dal collega di penna Roberto Saviano. Entrambi sono diventati, davanti all’evidenza della realtà, oggetto di violenti e depracabili attacchi in rete. Subito difesi su Instagram dalla compagna di Schlein, Paola Belloni, che ha parlato di “metodo” riferendosi all’odio del web contro i due scrittori.

Di più su questi argomenti:
  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.