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Gentiloni, Zingaretti e Bonaccini: Schlein ha tre grane alle europee

Le elezioni per l'Europarlamento sono tra un anno, ma le candidature vanno preparate per tempo. E c'è già chi sgomita per avere un posto nelle liste. Ecco perché i prossimi mesi non saranno facili per la segretaria

Non c’è pace per Elly Schlein. La grana delle elezioni amministrative si è appena aperta che ecco profilarsi all’orizzonte un altro problema di non poco conto. Quello delle liste per le europee. Ma queste consultazioni sono tra un anno, si dirà. Vero, però le candidature vanno scelte con un certo anticipo perché a queste elezioni la segretaria del Partito democratico si gioca il Nazareno. 

Ma pur essendo conscia del fatto che quello europeo è in fondo il suo vero primo banco di prova da segretaria, perché in quella tornata elettorale non varranno le giustificazioni addotte finora (“sono segretaria da appena due mesi”, “non ho scelto io i candidati a sindaco e non ho chiuso io le liste”), la leader dem ha già commesso il primo imperdonabile errore. Ossia quello di annunciare anzitempo che al primo posto nelle liste del Partito democratico per le europee ci saranno solo donne. Peraltro una scelta non particolarmente innovativa, giacché fu utilizzata a suo tempo già da Matteo Renzi, per innovare il Pd e per tagliare le unghie a qualche capo bastone un po’ troppo invadente. La stessa logica che ha mosso Schlein a seguire le orme del suo “odiato” Renzi. Ma così facendo la segretaria ha aperto il proverbiale vaso di Pandora perché non tutti i pezzi da novanta che scenderanno in campo per le europee accettano questo schema.

 

Lo accetta Nicola Zingaretti, che si è già detto più che disponibile a fare un ticket con Marta Bonafoni. L’ex presidente della regione Lazio non si sente a suo agio alla Camera dei deputati e preferisce l’Europarlamento dove è già stato. Però è nella sua circoscrizione che sorgono i maggiori problemi. Il primo riguarda proprio Bonafoni. I laziali non la vogliono. Nella sua regione (il Lazio per l’appunto) Bonafoni ha perso tutte le comunali, questa è la motivazione ufficiale per respingere la pupilla di Schlein. In realtà ai big del Pd laziale non è sfuggito il fatto che Bonafoni si sia già costituita una corrente con due associazioni che fanno capo a lei, Pop e Agenda, perciò cercano di sbarrare il passo alla coordinatrice della segreteria nazionale. Ma nel centro, dove come si diceva la situazione è complessa, c’è un altro problema di non poco conto. Che ha un nome e cognome: Paolo Gentiloni. Il commissario europeo vuole candidarsi, ma vuole farlo da capolista, però Schlein resiste e questo provocherà di certo delle conseguenze, come ha ben capito Renzi che spera di strappate Gentiloni ai dem proprio per quella tornata elettorale. Come se non bastasse al centro va candidato anche Dario Nardella e con lo stesso obiettivo sgomita pure il sindaco di Pesaro Matteo Ricci. Insomma, c’è un affollamento notevole e i posti in lizza non sono certo infiniti. 

 

Dal centro al nord-est ecco arrivare altre grane. In questa circoscrizione si vuole candidare Stefano Bonaccini, che punta in alto, molto in alto. Il presidente dell’Emilia-Romagna, infatti, non si accontenta come Zingaretti di un posto a Strasburgo. E’ disposto anche a correre secondo dietro a una donna, ma vuole che il suo partito, che nella prossima legislatura, insieme al Partito socialista spagnolo dovrebbe essere il più numeroso del Pse, dopo le elezioni europee presenti la sua candidatura a capogruppo dei socialisti europei nel Parlamento di Strasburgo. Che farà Schlein? La segretaria del Partito democratico non ha ancora deciso come muoversi, ma ha capito che per lei i prossimi mesi che si immaginava di piazza e di ritorno mediatico non saranno affatto facili. 

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