Le donne di Elly
Chi è Marta Bonafoni, la luogotenente di Schlein a Roma in lizza per un posto in segreteria
Consigliera regionale al terzo mandato, ha organizzato l'evento in cui la neo segretaria dem ha annunciato la sua candidatura. Un'amicizia nata nel 2018 grazie alla battaglia comune contro lo sfruttamento dei braccianti nell'agro pontino. Dopo l'addio alla segreteria di Zingaretti si dissero: "Ora dobbiamo fare qualcosa"
”Gli schleiniani non ci saranno mai, anche perché con questo cognome sarebbe difficile”, promise lei nel giorno in cui annunciò la sua candidatura alla segreteria del Pd. E però se Elly Schlein avesse in testa di farsi una corrente – perché come dice uno dei suoi massimi sponsor al congresso, Dario Franceschini “se le correnti sono i luoghi in cui si pensa e discute, ci si aggrega intorno alle idee, allora sono il bene del partito” – il nome lo abbiamo già pronto: Movimento Donna, un po’ civismo democratico, un po’ Elettra Lamborghini.
Perché in fondo è questa la corrente esterna, il vento di fuori, che ha vinto il congresso del Pd. Non solo Elly insomma. Le sue compagne di viaggio si chiamano Rossella Muroni, Annalisa Corrado, Cecilia D’Elia. Sono tutte ora nella direzione Pd. Alcune sedevano con la neosegretaria nell’ufficio di presidenza di Green Italia, una coacervo di ex dirigenti di Legambiente (contrari al termovalorizzatore di Roma) ed ex grillini (Fioramonti). L’altra, la deputata dem D’Elia, già responsabile donne nella segreteria di Zingaretti ha però l’associazionismo in famiglia: il marito Stefano Anastasia, è tra i fondatori di Antigone e oggi è il garante dei detenuti del Lazio. Ma c’è un ultimo nome, forse il più importante: Marta Bonafoni. Quarantasei anni, consigliera in Lazio al terzo mandato, il 12 febbraio è stata l’unica eletta nella lista civica che sosteneva D’Amato con 7.544, surclassando il pupillo di Zingaretti, Lorenzo Sciarretta. In lizza per far parte della segreteria di Schlein, è certamente la donna della neosegretaria a Roma, la segretaria de facto nella capitale del nuovo Pd targato Elly. E’ stata lei a organizzare l’evento in cui Schlein ha annunciato la sua candidatura al Monk, circolo Arci e pantheon della musica indie capitolina.
Le due hanno diverse cose in comune. Se Schelin sognava un futuro alternativo da documentarista impegnata, Bonafoni ha un passato da giornalista di sinistra. Redattrice per il mensile di Paese sera prima, direttrice di Radio popolare Roma poi. Prima della folgorazione politica, era il 2013, sulla via di Massimiliano Smeriglio, presidente del Municipio della Garbatella, vice di Zingaretti al primo mandato in Regione, eurodeputato, ma soprattutto inventore e mente del civismo di sinistra all’amatriciana. Con il padre padrone, colpevole di essere troppo “garbatellocentrico” nella scelta delle battaglie e degli uomini, Bonafoni rompe nel 2020 e fonda il suo movimento, Pop, portandosi dietro militanti e consiglieri. Perso uno Smeriglio, guadagna un Fabrizio Barca. L’ex ministro (ma anche, e non è un dettaglio, redattore del rapporto sul pietoso stato della federazione romana del Pd, ai tempi dell’inchiesta Mondo di mezzo) rimane affascinato, alle regionali invita a votarla.
Già due anni prima della rottura con Smeriglio, comunque, Bonafoni ha incontrato anche Schlein. E’ il 18 settembre del 2018, le due si conoscono a borgo Hermada, frazione di Terracina, dove vive gran parte della comunità Sikh che lavora nei campi dell’agro pontino. Vengono premiate per la comune battaglia contro il caporalato. Nasce un’amicizia. Si risentono nel 2019. Nicola Zingaretti ha appena abbandonato la segreteria del Pd in polemica con le correnti. Significa anche il fallimento di piazza Grande, l’iniziativa voluta dall’allora segretario per aprire il Pd all’associazionismo. “Qui c’è un punto di non ritorno, dobbiamo muoverci”, si dicono. La prima collaborazione concreta arriva con le elezioni amministrative a Roma e la creazione della lista civica Roma Futura in sostegno a Roberto Gualtieri. Pop conquista una consigliera comunale, quattro consiglieri e due assessori nei municipi.
Bonafoni poi dà una mano alla neo segretaria dem per organizzare “Visione comune”, la manifestazione con associazioni organizzata da Schlein lo scorso marzo a Roma dove la neosegretaria dem prova a far da mediatrice tra Enrico Letta e Giuseppe Conte. A leggere i nomi dei partecipanti a quell’iniziativa si ritrovano tanti nuovi esponenti della direzione del Pd. Tra questi almeno tre (Fabio Ciconte, Valeria Campagna e Danilo Grossi) vengono dal movimento di Bonafoni.
L'editoriale del direttore