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Verso il congresso

Quando il luogo fa il monaco. Il Pd tra Monk e fantasma del loft

L'edificio indie per Schlein, Campogalliano per Bonaccini, ricordando il Lingotto di Veltroni e la Bettola di Bersani

Marianna Rizzini

La candidata indipendente nel tempio della sinistra un po' intellò un po' off un po' smart. Il governatore dell'Emilia, oggi in ticket con Nardella, solidamente ancorato ai simboli dell'operosità da regione rossa. Intanto la sinistra pd (area Orlando) guarda alle location itineranti di Matteo Ricci

In principio fu il Lingotto, inteso come luogo simbolo della nascita del Pd, nel 2007, e del lancio della candidatura di Walter Veltroni alla segreteria del nuovo partito. Luogo simbolo di strappo e di continuità, vista la sua storia di stabilimento Fiat e di lotte operaie. E, non a caso, nel momento della fusione tra culture politiche ex-post-neo-comunista ed ex democristiana, l’edificio creava l’atmosfera, al tempo stesso rassicurante e respingente (come dire: da qui ripartiamo per andare lontano). Invece oggi, che sia la fine o il nuovo inizio, le scelte dei luoghi di candidatura alla segreteria pd parlano di una divaricazione stilistica, semantica, lessicale e sociale tra parti che si parlano ma non si sa se si incontreranno. E in questo senso si staglia come simbolo nel simbolo, nel contesto della quasi-ufficiale candidatura di Elly Schleinl’indipendente (ora inglobata e neodeputata) paladina delle istanze “fuori dal Pd” — il luogo scelto per l’incontro convocato domani mattina: il Monk, spazio indie e tempio di cantautorato alla Calcutta (che non per niente ci suona spesso), sala per concerti e terrazza e giardino dove la parola “condivisione” è elevata a divinità.

 

E però, per Schlein che dovrebbe essere punto di riferimento della sinistra-sinistra pd, il fatto di scendere in campo al Monk conferma e smentisce: sinistra-sinistra, sì, ma quella della gentrificazione un po’ intellò un po’ off un po’ delle nuove professioni smart, non della sinistra pd che ora (vedi area Andrea Orlando e altri componenti del comitato costituente) cerca di fare mea culpa sul tema eguaglianza, lavoro, battaglie socio-economiche — e infatti quell’area continua a guardare al sindaco di Pesaro Matteo Ricci, più che a Schlein, un Ricci che, sempre non a caso, pur a livello ufficioso, è in campo in luoghi cangianti con modalità itinerante, nel senso che il luogo cambia ogni sera nel tour “Pane e politica-un sindaco a cena dalla famiglie italiane”. E se i quartieri del quadrante “off” di Roma piacevano anche al sindaco Roberto Gualtieri (che aveva il proprio comitato a Portonaccio), il candidato segretario pd Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna e punto di riferimento dei riformisti in vista del congresso, per ufficializzare la presenza in corsa ha voluto un luogo solidamente evocativo della regione rossa, operosa, contadina ma anche imprenditrice: il suo circolo a Campogalliano.

 

er non dire dei tempi in cui (anno 2012) Pierluigi Bersani si candidava alle primarie del centrosinistra in quel di Bettola, comune natale nel piacentino, al grido di “siamo l’unica speranza del paese”, e in quel momento il luogo parlava dell’uomo e l’uomo del luogo. Come pure perfetta aderenza progetto-edificio si poteva riscontrare nella scelta veltroniana del loft per il Pd fresco di Lingotto: primo piano tra via dei Cerchi e via di San Teodoro, vicino al Circo Massimo, nei pressi del Campidoglio ma non di Montecitorio, senza muri divisori, modello open space. “Partito aperto”, si diceva, e lui, Veltroni, diceva che quella era “la nuova casa”, giusta per “un partito con radici profonde ma moderno” (svettavano anche non casuali ulivi nella piazza pedonale adiacente). E se Schlein promette, nel poliedrico edificio indie, domani, un confronto su una “visione di futuro fatta di proposte concrete che vogliamo portare come contributo a questo percorso, per costruire insieme una nuova strada che parta da noi, da voi, e che attraversi il paese per cambiarlo”, Bonaccini e Nardella oggi stesso si vedranno al Teatro del Sale di Firenze, nella sala per spettacoli e incontri – anche ristorante – per una conferenza congiunta in cui verrà ufficializzato il ticket: il sindaco di Firenze non corre in prima persona e sostiene il governatore dell’Emilia. E ora che il risultato elettorale del 25 settembre impone di non sbagliare mossa, che fare? A giudicare dalla prima riunione del comitato costituente la strada non è brevissima. Ma intanto si deve decidere se ripartire da Campogalliano o dal Monk (agli iscritti l’ardua sentenza).

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.